JOHN BOLTON
Bush sfida il mondo imponendolo all’ONU
Washington 5 agosto – La nomina di John Bolton, un forte critico delle Nazioni Unite, come ambasciatore degli USA nell’organismo internazionale, viene vista come una sfida del presidente George W. Bush al Congresso ed alla comunità globale, secondo quanto riporta AP.
Avviene in un momento delicato sulla Collina del Campidoglio, che vede Bush necessitato del sostegno dei senatori per nominare John Roberts alla Corte Suprema.
Il leader dei democratici del Senato, Harry Reid, ha detto che la nomina è "l’ultima dimostrazione dell’abuso di potere della Casa Bianca" e ha indicato che Bolton "assume la carica con una nube incombente sulla sua testa".
Anche alcuni repubblicani si sono mostrati non troppo contenti per la designazione, pur accettando le ragioni di Bush. "Capisco che il presidente lo abbia dovuto fare", ha detto il senatore repubblicano George Allen "ma", ha aggiunto, "credo che sia una sfortuna il fatto che abbia utilizzato quest’opzione".
Il nuovo ambasciatore è arrivato lunedì a New York con una serie di svantaggi. Manca della statura che gli sarebbe stata conferita da un’elezione in Senato e potrà mantenere l’incarico soltanto fino al gennaio 2007, in base ad una clausola costituzionale invocata da Bush per designarlo.
Ma Bush ha detto che il momento ed il lavoro erano troppo importanti per poter aspettare ed ha usato la sua autorità per fare una designazione durante l’interruzione dei lavori del Congresso, riuscendo così ad eludere una votazione del Senato.
Bush ha mantenuto l’ostinazione di imporre Bolton contro venti e maree. Il fatto che Bolton, un ultraconservatore che in passato ha sommerso l’ONU di critiche, occupi un posto di ambasciatore nell’organismo internazionale, fa presagire scontri.
"John Bolton è una bomba a tempo a livello diplomatico e lo ha dimostrato in tutta la sua carriera", ha detto Robert Boorstin, che ha prestato servizio nel Consiglio di Sicurezza Nazionale durante l’Amministrazione Clinton.
Il bufalo si prepara ad imbizzarrire
JOAQUÍN RIVERY TUR - 1 AGOSTO
Nonostante la tenace resistenza del Senato, Bush ha designato John Bolton ambasciatore degli USA all’ONU, approfittando dell’interruzione dei lavori della Camera Alta. E così la nomina sarà valida solamente dal gennaio del 2006.
E’ successo quel che tutti sapevano. Dal pulpito della Sala Ovale il Messia, fuggiasco dall’intelligenza e assassino della verità, ha selezionato il suo apostolo affinché predichi il suo stravagante odio per l’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha sempre disprezzato.
Questa manovra era già stata compiuta da Bush alcuni anni fa, quando designò l’aborrito Otto Reich come sottosegretario di Stato per l’America Latina, ma alla fine questo personaggio fu costretto ad abbandonare il posto e se ne andò a ruminare la sua rabbia da un’altra parte.
Dice George W. (Bush) che il Senato era ingiusto con Bolton, l’uomo che per anni ha pronunciato spropositi contro l’ONU, che ha fatto fiasco quando ha voluto accusare Cuba di possedere armi biologiche e ha ideato molte delle menzogne espresse dalla Casa Bianca sull’Iraq.
Bolton viene considerato un estremista di destra dal comportamento aggressivo, un individuo che si sottomette facilmente ai superiori ma che tratta in modo infame i subalterni, un individuo sommamente grossolano e rozzo che, almeno in due occasioni negli ultimi tempi, ha cercato di far licenziare funzionari del Dipartimento di Stato e della CIA perchè non convenivano con le sue affermazioni.
L’appena nominato
ambasciatore, secondo AFP, ha assicurato che lavorerà come "avvocato dei valori
statunitensi" per una ONU più forte ed effettiva, cosa che gli analisti
interpretano come una tonante minaccia, soprattutto nei confronti del Consiglio
di Sicurezza, dove cercherà di imporre le posizioni dell’estrema destra
nordamericana con l’impiego di pressioni, minacce, ricatti, corruzione e del
tono da prepotente spaccone che normalmente usa.