Un nuovo peone di Bush nell’
infruttuosa battaglia contro Cuba
Per Percy Francisco Alvarado Godoy
2/9/05
(PL)Nella sua strampalata e infruttuosa battaglia contro Cuba, diretta a portare
indietro la marcia della storia e ad imporre ai cubani una non desiderata
transizione "democratica", il presidente nordamericano, George w. Bush, ha
manovrato disperatamente e ha appena estratto dalla manica un nuovo peone
predestinato a sommarsi allo stesso fallimento che hanno patito tutti colori che
hanno partecipato alle poco fortunate campagne anticubane.
In quest’occasione, il ruolo del burattino di turno corrisponde a Caleb McCarry,
assessore repubblicano del Comitato delle relazioni Internazionali della Camera
dei Rappresentanti, nominato come coordinatore della transizione alla democrazia
di Cuba, una specie di moltiplicatore della politica contro questo paese dentro
il Dipartimento di Stato.
Questo incarico era stato suggerito un anno fa dai membri della
"Commissione per l’Assistenza ad una Cuba libera", co-presieduta da Colin Powell,
ex segretario di stato e dal senatore Mel Martínez.
Né lento né pigro, McCarry si apprestò a congratularsi con i suoi capi, e
proprio davanti a Bush e alla non meno aggressiva segretaria di Stato, Condoleezza Rice, dichiarò: "E’ responsabilità del mondo civilizzato attuare per vedere la
famiglia cubana riunita sotto la libertà politica ed economica". Grida d’euforia
e sguardi di compiacenza svegliarono le sue parole tra gli assistenti, molto di
loro rappresentanti dell'estrema destra mafiosa di Miami. McCarry, da
parte sua, respirò soddisfatto, avido di protagonismo, dopo aver detto addio ad buio
ruolo, caricato sulle spalle per più d’otto anni, dentro del Comitato camerale.
Come per consumare la sua giá provata attuazione, gridò a tutto polmoni: "Viva
Cuba libera!".
Con la nomina di McCarry, si consumò, senza dubbi, un passo in più nelle manovre
anticubane implementate a partire della creazione della Commissione per
l’Assistenza ad una Cuba libera, mentre si cercava di mettere, nell’ufficio
dell’Emisfero Occidentale nel Dipartimento di Stato, nuove facce meno
compromesse con la repulsiva politica di Roger Noriega e altri.
Thomas Shannon si presenta come la nuova carta che impiegherà Bush in
sostituzione del poco prestigioso Roger Noriega. Shannon, diplomatico di
carriera ed esperto in America Latina dentro del Consiglio di Sicurezza
Nazionale, ha il proposito di continuare ad escogitare formule per sconfiggere
la rivoluzione Cubana e conta per far ciò di un ampio preventivo di 8,9 milioni di
dollari per quest’anno e altri 15 milioni sollecitati per il 2006.
Prima di fungere come assessore della Commissione della Camera dei
Rappresentanti per le relazioni Internazionali, McCarry si disimpegnò come
vicepresidente del programma americano del Centro per la democrazia.
Che ruolo giocherà McCarry nei piani dell’amministrazione Bush contro Cuba? Se
ci lasciamo portare dall'espressioni di acerrimi nemici dell’Isola come Lincoln Díaz Balart e Jeff Bush, non ci sono dubbi che detto ruolo sarà di duro
oppositore ai cubani.
Bastino le parole di Díaz Balart per capirlo. Questo congressista,
furibondo anticubano, dichiarò su McCarry: "è altamente qualificato per essere l’implementatore
principale della politica di Bush verso Cuba". Dopo aggiunse: "Crede
profondamente nel diritto del popolo cubano a vivere in libertà e lavorerà
giornalmente per aiutare i cubani a raggiungere una transizione democratica con
rapidità".
Jeff anche si apprestò a lodare l’appena nominato alabardiere
dell’intolleranza dichiarando che la sua elezione "è prova del compromesso
continuo dell’amministrazione presidenziale per preparare il giorno in cui Cuba
si unisca alle 34 nazioni democratiche dell’Emisfero Occidentale".
I vincoli di McCarry con altri rappresentanti dell'estrema destra di Miami si
manifestarono anche in altri momenti quando fu direttore della squadra di
assistenti del sub-comitato dell’Emisfero Occidentale della Camera dei
Rappresentanti. In questa squadra stabilì forti contatti con Ileana Ros-Lethinen,
che capeggia l’indurimento delle sanzioni economiche contro Cuba.
Il suo ruolo come rappresentante delle politiche d'ingerenza degli Stati Uniti
nell’America Latina si fece manifesto nel 2004, in occasione delle elezioni
in Salvador, quando dichiarò, avvertendo dei pericoli su d’una possibile
elezione di Sahfik Handal come presidente di quella nazione centroamericana: "le
politiche del signore Handal saranno disastrose per il Salvador e per le
relazioni fra gli Stati Uniti e il Salvador"
Alla pari, puntualizzò: "credo che sia corretto che segnaliamo chi sono i nostri
amici e chi no. Dobbiamo chiarire di chi ci fidiamo e di chi no"
Per concludere, non ci sono dubbi che a McCarry gli è stato assegnato questo
triste ruolo nel quale hanno già fallito tutti i suoi predecessori: dare un
sognato colpo di grazia alla Rivoluzione Cubana. Come gli altri, questo nuovo
burattino di turno assaggerà la più umiliante sconfitta.
Collaboratore di Prensa Latina
Un’altro servitore contro Cuba
nella Corte di Bush: il consulente Caleb
N.L.Cotayo 1/8
Bush si è nuovamente immischiato in modo grossolano negli affari interni di Cuba nominando uno dei suoi uomini per coordinare pubblicamente azioni sovversive contro l’Isola.
Si tratta del consulente Caleb Mc Carry, che ha lavorato 8 anni nel Comitato degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e adesso diventa gladiatore per la democrazia a Cuba.
La creazione della carica e la nomination del Coordinatore sono stati anticipati in un documento che ha fatto conoscere Bush il 6 maggio dell’anno scorso, scritto dall’allora segretario di Stato Colin Powell e da altri funzionari del suo Governo.
Quel gruppo ha ricevuto il cinico nome di Commissione per l’Assistenza a una Cuba Libera e in poco più di 450 pagine ha particolareggiato il modo in cui concepisce prima assassinare la Rivoluzione cubana e poi imporre qui una società prefabbricata nella Casa Bianca.
Anche in Iraq hanno nominato un coordinatore statunitense, una specie di capo-pastore della grande fattoria, ma per farlo hanno prima dovuto invadere quella nazione e poi occuparla militarmente.
Nel caso di Cuba è stato nominato senza aver fatto né una cosa né l’altra. Perfino sapendo benissimo che se aggredissero questa nazione si imbatterebbero in una resistenza molto superiore a quella conosciuta in Iraq.
È stato presentato giovedì nel Dipartimento di Stato dal suo capo Condoleezza Rice, davanti a un pubblico composto da funzionari nordamericani e da gente dell’estrema destra di origine cubana residente a Miami.
Secondo la Rice in questo caso la nomina "agevolerà e accelererà la transizione finale a un Governo democratico a Cuba".
Caleb ha affermato nella cerimonia che "è responsabilità del mondo civilizzato agire per fare in modo che la famiglia cubana si riunisca sotto la libertà politica ed economica".
Il congressista repubblicano di origine cubana Lincoln Díaz-Balart ha riassunto il parere dei suoi dichiarando che Mc Carry "è altamente qualificato per essere il coordinatore principale della politica di Bush verso Cuba".
Questo avviene quando The New York Times ha appena informato che perfino rilevanti avvocati delle Forze Armate degli USA hanno protestato per scritto contro i tormenti subiti dai prigionieri del Pentagono nella base nordamericana di Guantánamo.
Cosa succederebbe se Cuba nominasse una figura del suo Parlamento allo scopo di spingere per una transizione negli USA capace di frenare la vendita in massa di cocaina, marijuana e altre droghe illegali che ha luogo in molte vie di quel paese?
Cosa succederebbe se a Cuba fosse designato un funzionario per accelerare una transizione negli USA che applicasse a fondo il bisturi fino a giungere all’accaduto nella frode elettorale del 2000 nella Florida che portò Bush alla Presidenza?
Cosa accadrebbe se dall’Avana si stimolasse una transizione che riuscisse a risolvere il caso dei 44 milioni di nordamericani senza assicurazione medica, o la vergognosa crisi che colpisce molte delle loro scuole pubbliche?
Lo scandalo della Casa Bianca scuoterebbe il pianeta e metterebbe in allarme i suoi più intimi alleati nella sacrosanta missione di disseminare la loro democrazia per il mondo.
Ma esibiscono Caleb Mc Carry come importante servitore di un comportamento che eleva la condotta di gangster alla categoria di politica ufficiale di Washington.
Con questo passo sono stati crocifissi i "dissidenti" partoriti qui dal Governo statunitense. Li hanno lasciati totalmente nudi e senza un piccolo ramo dove sostenersi.
Come vedranno nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU tutto quanto detto?
L’Organizzazione degli
Stati Americani dirà la sua o continuerà a mantenere un rispettoso silenzio?
Dimostrerà di esserne a conoscenza l’UE? Aspettiamo.