Il ciclone e gli "aiuti
umanitari"USA e UE
P.SERRANO (da Rebelión) 16 luglio 2005
I mezzi di comunicazione europei sono scandalizzati dalle affermazioni del presidente cubano Fidel Castro di rinunciare all’offerta di "aiuti umanitari" provenienti dagli Stati Uniti e dell’Unione Europea dopo il passaggio del ciclone Dennis.
Nessun mezzo di comunicazione e tanto meno gli analisti hanno spiegato alcuni dettagli che si devono sapere su questo genere di "aiuti". Cominciamo a ricordare che alla fine di giugno del 2003 la UE aveva deciso d’eliminare o diminuire al minimo quello che definiva "aiuti umanitari a Cuba", su iniziativa di José Maria Aznar.
Precedentemente aveva diminuito da 3,6 milioni di dollari dell’anno 2000 allo 0,6 del 2002; la media prima della sospensione, nel periodo 2000 - 2003 era stata di 4,4 milioni l’anno.
Va ricordato che tra novembre del 2001 e ottobre del 2002 Cuba aveva sofferto il passaggio di tre uragani che avevano danneggiato il paese per almeno 2500 milioni di dollari e inoltre a tutto questo si erano uniti i danni della caduta del turismo dopo l’11/9.
Tutto questo va aggiunto agli 82.000 milioni di dollari del costo del blocco economico imposto dagli USA da più di quarant’anni.
Di fronte al blocco e nonostante il suo carattere illegale e la sua extra territorialità, incrementato dalla legge Helms Burton che danneggia anche gli interessi economici dell’Unione Europea, questa si impegnò a non sostenere i suoi imprenditori che volevano fare affari con Cuba in cambio di vaghe promesse di non applicazione della legge H.B. ai suoi imprenditori negli USA.
Inoltre i sussidi per lo zucchero dei paesi della UE hanno danneggiato per migliaia di milioni di dollari le entrate di Cuba in tutti questi anni di blocco statunitense. Le relazioni commerciali tra la UE e Cuba hanno una media d’importazioni cubane per un valore di 500 milioni di dollari e un’importazione europea di 571 milioni.
È logico calcolare che almeno il 30% del fatturato delle vendite a Cuba – 500 milioni di dollari - sia guadagno da distribuire tra beneficiati delle imprese, spese doganali, imposte varie etc. e l’impressione è che il denaro cubano si fermi sempre in questa parte del mondo. Non si dice neanche che i famosi "aiuti umanitari" si vincolano a determinate condizioni economiche come per esempio creare fondi di controvalore in moneta nazionale. Questo significa che se la Commissione Europea consegna un milione di dollari, pretende anche che la parte cubana paghi una quantità equivalente in moneta cubana, mentre il donante condiziona anche la destinazione del progetto.
Cioè il cooperante decideva la destinazione del denaro europeo e del denaro cubano! Un denaro europeo che, stando alle autorità cubane, ritardava anche vari anni.
Nel giugno del 2003 Fidel Castro ricordava in un atto pubblico che non era giunto neanche un centesimo di quanto approvato dalla Commissione Europea tra l’ottobre del 2000 e il dicembre del 2002.
A questi "aiuti umanitari" la Commissione Europea e i paesi membri scontano i detti "costi indiretti", come i biglietti aerei nelle loro stesse linee, gli alberghi e i salari di lusso da primo mondo di tutti coloro che vanno a ispezionare, come assessori, in situ.
Il presidente di Cuba ha denunciato in varie occasioni che i presunti aiuti sborsati si vedono prosciugati da queste spese, che incidono direttamente sui progetti, e alla fine non beneficiano per niente il paese, ma permettono una buona pubblicità che viene presentata come " la loro generosità".
Le autorità cubane hanno ricordato che in cambio esistono importanti linee di cooperazione con la società civile europea, da parte di organizzazioni di solidarietà, municipi, regioni e altre amministrazioni locali.
Gli aiuti offerti a Cuba adesso da parte degli Stati Uniti sono di 50.000 dollari contro un disastro naturale che ha provocato perdite di 1400 milioni. L’automobile del rappresentante della Sezione d’Interesse USA all’Avana vale di più!
Va ricordato che l’amministrazione Bush, il 30 luglio del 2004, ha limitato l’invio di denaro che un familiare può mandare a Cuba: cento dollari al mese o trecento se viaggiano nell’Isola e questo riguarda solamente i familiari di primo grado e i viaggi possono avvenire solo ogni tre anni e con autorizzazioni.
Tutti i nordamericani che inviano denaro a Cuba o cercano di viaggiare senza autorizzazione vanno in prigione, cioè se i mezzi di comunicazione scrivono che Fidel Castro ha rifiutato gli "aiuti umanitari" del governo degli Stati Uniti, dovranno dire anche che Bush mette in carcere chi invia aiuti umanitari nell’Isola per più di cento dollari al mese a suo padre o a suo fratello che non ha più la casa per via dell’uragano.
Un’altra condizione stabilita dalla Casa Bianca era l’invio d’ispettori per valutare i danni... tutti sappiamo quello che sta succedendo nell’ultimo paese dove hanno mandato degli ispettori e che genere di ispettori erano.
La rinuncia di Fdel Castro d’accettare questi presunti "aiuti umanitari" suppone la denuncia dell’ipocrisia dei paesi ricchi che lavano la loro coscienza inviando briciole all’ultimo paese che è protagonista dei mezzi d’informazione.
Quello che i paesi necessitano è una politica internazionale giusta includendo i termini dell’economia di mercato.
È davvero cinico che molte economie dei paesi poveri affondano perchè non possono vendere i loro prodotti a prezzi competitivi, perchè i paesi ricchi sovvenzionano i propri prodotti nei loro paesi e pagano il doppio di quanto costa la produzione.
Esiste un altro genere di solidarietà, lontano da quella che offrono la Casa Bianca o l’Unione Europea a Cuba.
Quella di far laureare gratuitamente quarantamila giovani di più di cento paesi del Terzo Mondo come professionisti e tecnici qualificati, senza costi. Trentamila sono africani.
Questo è quello che ha fatto Cuba negli ultimi quarant’anni, senza pretendere che questi professionisti poi si fermino nell’Isola.
Il governo cubano oggi sta formando gratuitamente come medici più di diecimila giovani di tutto il mondo che appartengono a famiglie umili o a gruppi etnici emarginati.
Dei 28.071 studenti di medicina che ci sono a Cuba, 10.403 sono stranieri e in questa situazione; tra loro 9.024 sono latino americani, dei Caraibi e africani e ogni anno si iscrivono 1500 nuovi alunni.
Un altro esempio di solidarietà vera sono i 23.964 cooperanti della sanità che l’Isola ha attualmente, distribuiti in 76 paesi. Tra loro 17.013 sono medici.
Nel 2002, un anno difficile per l’economia cubana, c’erano più di 16.000 giovani del Terzo Mondo che studiavano in scuole superiori, gratuitamente a Cuba e tra loro più di ottomila studiavano medicina. Se si calcola quello che avrebbero dovuto pagare negli USA o in Europa, la donazione equivale ad almeno 450 milioni di dollari l’anno.
Se si considerano i medici che lavorano all’estero, nei luoghi più difficili e lontani, si dovrebbero aggiungere almeno altri 200 milioni di dollari come base dei costi dei salari che paga la OMS per ogni medico, annualmente.
Nell’insieme un valore di circa 700 milioni di dollari e ci sono altri esempi. Mentre alcuni paesi europei si arricchivano commerciando con il regime di apartheid sudafricano e si beneficiavano del lavoro semischiavo molto economico dei negri del paese, Cuba inviava giovani soldati a combattere contro il sistema razzista.
Si tratta di un modo molto differente d’intendere la
cooperazione, molto differente dall’offerta di cinquantamila dollari... quando
un ciclone occupa tutti i mezzi di comunicazione del giorno! |