L’aereo di TV Martí divide la Rice e Rumsfeld
R. Ferreira
6/7 Nuevo Herald – Ai più alti livelli di Washington D.C. si sta sviluppando una discreta lite per l’aereo C-130 di TV Martí che trasmette settimanalmente le programmazioni verso Cuba.
Il segretario alla difesa, Donald Rumsfeld, il cui ufficio appartiene all’apparato, lo vorrebbe per le operazioni in Iraq e in Afghanistan, mentre la segretaria di stato, Condoleezza Rice, si è opposta fortemente ed ha parlato di questo alla Casa Bianca.
L’aereo ha cominciato a volare nell’agosto sel 2004, ma diversi diplomatici degli USA hanno ammesso con El Nuovo Herald che l’Isola ha avuto un buon successo nelle interferenze delle trasmissioni che non raggiungono i televidenti cubani.
La polemica riguarda anche la congressista Ileana Ros Lethinen, che ha scritto una lettera al presidente Bush e alla segretaria Rice, pubblicata dal giornale.
“Mi felicito per i suoi sforzi contro il terrirismo e le scrivo per manifestarle la mia preoccupazione per informazioni secondo le quali il dipartimento della difesa vuole dare un’altra destinazione all’aereo C-10 Commando Solo, che si sta dedicando ad attività relazionate con Cuba, ha scritto la Lethinen.
Fonti del Capitolio dicono che la battaglia tra la Rice e Rumsfeld ha come base un punto di vista differente su come far terminare il governo di Cuba.
Mentre la segretaria di stato è nota per le sue dure critiche contro l’Isola, il segretario alla difesa è sempre stato molto parco.
“Se guardiamo le cose da una giusta prospettiva, sino ad oggi il Pentagono non ha mai fatto marcia indietro nelle relazioni militari sulle minacce cubane e non ha cambiato le sue posizioni e nemmeno lo vuole fare” ha detto una fonte al quotidiano.
Nel 1998 il Pentagono ha pubblicato una relazione nella quale sosteneva che il governo dell’Isola non rappreesentava una minaccia militare per gli Stati Uniti.
La relazione fu fortemente criticata da analisti e esiliati cubani, ma in una rapida consultazione delle poche dichiarazioni rilasciate da Rumsfeld, si nota che egli non ha mai espreso preoccupazioni particolari su una possibile minaccia militare cubana...
In un’intervista data alla Catena Univision nel febbraio dell’anno scorso, Rumsfeld aveva detto apertamente che il conflitto con l’Isola si doveva trattare diplomaticamente.
“Tutto questo si sta trattando nei canali diplomatici... lo so che le diverse amministrazioni hanno studiato politiche che precisavano la nostra posizione, ma credo che ci siano cose che sono differenti in situazioni differenti”.
Nell’aprile del 2004, quando gli chiesero direttamente se era daccordo su un’invasione a Cuba, il segretrio alla difesa disse che: “Non possiamo pretendere che tutto il mondo viva come viviamo noi. In un mondo complicato come questo, ci sono paesi che vivono in forma differente e quindi non è un assunto degli Stati Uniti pretendere che gli altri siano tutti come noi”.
E così poco tempo fa, durante la Conferenza Annuale del Consiglio delle Americhe, quando qualcuno gli ha chiesto la sua opinione sulla situazione con Cuba, Rumsfeld non ha lasciato dubbi con una risposta evasiva.