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Le relazioni cubano-boliviane sono eccellenti.
L'appoggio deciso all'industrializzazione della
foglia di coca e la sua rivalutazione culturale, come la solida presenza dei
medici cubani in Bolivia sono dimostrazione chiara dei livelli di amicizia e
solidarietà raggiunti da entrambe le nazioni.
L'ambasciatore di Cuba in Bolivia, Rafael Dausá, in un’intervista con l'ABI,
annunciò che un risultato concreto della presenza dei medici cubani è che
questa settimana si arriverà ai due milioni di boliviani che hanno ricevuto
un’attenzione medica e delle medicine gratuite dall’Isola caraibica.
Nel caso dell'Operazione Miracolo, Dausá spiegò che i beneficiati del
programma sono già 40000 persone. In queste condizioni, difficilmente il
popolo boliviano può criticare il sacrificio che significa questo lavoro
abnegato dei medici cubani che danno attenzione e medicine in maniera
gratuita, disse riferendosi alle critiche che, in diversi momenti, sorsero da
alcuni gruppi di medici boliviani.
“A quelli che hanno criticato la nostra presenza, li esorto a lavorare insieme
per fare che la salute del popolo boliviano sia in realtà un diritto umano. La
salute non può essere una merce” disse l'ambasciatore di Cuba nel sottolineare
le relazioni boliviano-cubane.
“Riaffermo la
volontà
dei nostri medici di lavorare congiuntamente, perfino con quelli che ci hanno
criticati, benché debbo riconoscere che l'immensa maggioranza dei medici
boliviani sono disposti a lavorare con noi”, dichiarò Dausá.
Il mojito cubano e la coca
Dopo aver tolto tutti i dubbi sulla salute ed il recupero favorevole del
Presidente cubano, Fidel Castro, che certe agenzie di notizie e giornali degli
Stati Uniti diedero per morto un'altra volta, l'ambasciatore di Cuba si riferì
anche al tema della coca e le sue possibilità di industrializzazione.
“Sebbene non si può parlare di accompagnare un “monito” cubano col “pijcheo”,
credo che sia possibile pensare all'uso della coca nel campo della medicina e
la cosmetica. L'infusione del mate di coca è molto popolare in Bolivia, e
perché non si potrebbe consumare mate di coca in altri paesi e nell'isola?”,
disse.
“C'interessa molto il tema della coca. Stiamo vedendo la maniera di come
partecipare alla sua industrializzazione. Vedere come possiamo aiutare il
fratello popolo della Bolivia per ottenere internazionalmente la
depenalizzazione della coca. Crediamo che dietro il tema della coca ci sia
molta manipolazione, coca non è cocaina”, assicurò il diplomatico cubano.
Dausá segnalò che la Bolivia ha tutte le condizioni per collocare nell'agenda
internazionale il tema della depenalizzazione della coca.
“La Bolivia è una dei paesi dove la coca si usa in differenti prodotti
alimentari e medicinali. Usi che storicamente sono stati dati alla coca e che
non credo, francamente, che siano dannosi alla salute dell'essere umano. Non
può confondersi la coca con cocaina”, ha insistito.
Il diplomatico assicurò che Cuba sarà al fianco della Bolivia nella sua lotta
per depenalizzare la foglia di coca e la sua industrializzazione con fini
scientifici.
Alla fine disse che “Cuba è e sarà ferma nella lotta contro il narcotraffico.”
*L'ABI è l’Agenzia
Boliviana di Informazione
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