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Oggi nel Caribe guatemalteco, dove José Martì, 129 anni fa,
mise piede sul suolo di questo paese, una brigata medica cubana, battezzata
col suo nome, porta salute e speranza a migliaia di persone.
Sette anni fa, quando l'uragano Mitch fece sentire la sua furia devastatrice
in Guatemala ed il fiume Motagua inondò ampie regioni della zona del Caribe,
arrivarono in questo dipartimento i primi medici cubani, la cui presenza si
mantiene tuttora.
La coordinatrice della brigata nel dipartimento, Odalys Rodríguez, dichiara:
"Oggi siamo 15 cooperanti, quasi la totalità donne, tra le quali
ginecostetriche, pediatre, anestesiste, epidemiologhe, infermiere e
specialisti in Medicina Generale Integrale", .
Nei cinque municipi di Izabal — Puerto Barrios, Livingston, El Estor, Moralies
e Los Amates — sono presenti i medici della maggiore delle Antille.
Altri cinque sono distaccati nel Centro di Attenzione Materno Infantile di El
Estor, dove offrono attenzione 24 ore del giorno in maniera rotativa, ha
spiegato la dottoressa.
Questo Centro si creò proprio lì per essere la zona con la più alta incidenza
di mortalità materna in tutto il territorio guatemalteco.
Odalys commenta quanto si è avanzato da quando cominciò a funzionare
l'installazione e cita come esempio che la mortalità materna, l'anno scorso fu
179 per ogni 10000 donne, è diminuita di due terzi.
Ella sente che il paese guatemalteco ama i medici cubani e, la cosa più
importante, hanno molta fiducia e, malgrado la maggioranza non parli lo
spagnolo ma il keqchí, la lingua non è stata una barriera per potersi capire.
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