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“L’invio di medici cubani in aree colpite dalla
tormenta Stan è stato un gesto di solidarietà che il popolo del Guatemala non
dimenticherà mai”, ha affermato martedì la coordinatrice del Sistema delle
Nazioni Unite in Guatemala, Gladys Acosta.
In dichiarazioni a Prensa Latina, la Acosta ha ricordato che molto prima della
tormenta avevano già medici cubani lì, i quali sono arrivati quando il passaggio
dell’uragano Mitch per Centro America, nel 1998.
“Realmente questo è un appoggio molto apprezzabile e noi lo abbiamo visto in
situ. Abbiamo visto come si dedicano alla popolazione in una maniera diretta,
con anima, cuore e vita”, ha aggiunto.
Per la funzionaria dell’ONU, i medici cubani si sono comportati all’altezza
delle circostanze durante la tormenta Stan, “che è stata”, ha detto, “molto più
grave che Mitch, e perfino, che il terremoto del 1976”.
Stan ha lasciato in Guatemala 1500 morti, tre milioni di danneggiati e perdite
economiche equivalenti al 3,4% del Prodotto Interno Lordo del 2004, secondo dati
della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina.
L’ONU, insieme al Centro di Coordinazione per la Prevenzione dei Disastri
Naturali in Centro America, la Coordinatrice Nazionale per la Riduzione dei
Disastri e la Cancelleria del Guatemala, coordineranno azioni per la stagione di
cicloni del 2006.
Un incontro di queste entità, che comincia martedì e si estenderà fino al 2
marzo, conterà con la presenza di Jan Egeland, segretario generale aggiunto
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per gli Assunti Umanitari.
Secondo gli esperti in meteorologia, la stagione ciclonica di quest’anno
potrebbe essere della stessa violenza che quella del 2005, la quale ha superato
tutti i record della storia, con 27 tormente tropicali, di queste 15 con
intensità di uragani. Interrogato sulla possibilità di che si ripeta un altro
fenomeno come Stan, il segretario esecutivo del Centro Regionale per la
Prevenzione dei disastri, David Smith, ha detto che, “va a succedere e bisogna
essere organizzati perché non ci sorprenda impreparati ”.
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