Non deluderemo mai Fidel!
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Non deluderemo mai Fidel! Questa è la convinzione espressa a Felipe Pérez Roque, ministro degli esteri di Cuba dai collaboratori del contingente Henry Reeve che offrono il loro aiuto solidale alle vittime del terribile terremoto dello scorso 8 ottobre in Pakistan. In ognuno degli accampamenti Felipe ha parlato di differenti temi con i collaboratori che vi lavorano.
Il ministro, in compagnia del Maggiore Generale Usami, capo dei servizi medici dell’esercito del Pakistan e membro della Commissione Centrale d’Emergenza per la Crisi, ha visitato gli ospedali di campagna di Oghi, Jareed e Rawalakot, in Cachemire, tutti nella regione disastrata.
Nell’ospedale di campagna di Jareed tutti hanno accompagnato il ministro sino all’elicottero. Felipe era accompagnato da Bruno Rodríguez,primo vice ministro del MINREX, Iván Mora, ambasciatore, Gustavo Machin del ministero e Luis Oliveros della direzione del contingente. In ogni luogo visitato il ministro è stato ricevuto da capi militari che gli hanno offerto dettagliate spiegazioni sulla situazione attuale delle vittime del terremoto e delle misure adottate per affrontare il crudo inverno in una situazione tanto difficile.
Nel consultorio delle donne dell’ospedale di Bawalakot, Felipe Pérez Roque ha ha ascoltato i medici cubani parlare in urdu. Egli, vistando l’ospedale di campagna di Oghi ha stretto la mano a tutti i 74 collaboratori di Mansehra si è interessato alle loro condizioni di vita, ai luoghi dove lavorano a Cuba e ha fatto gli auguri all’ortopedica di Cienfuegos, Ana Maria Machado, che compiva gli anni quel giorno. In questo luogo le autorità civili e militari gli hanno espresso forti ringraziamenti.
La dottoressa Denja Trujillo Garcia gli ha offerto molte spiegazioni sul lavoro svolto dal collettivo dal 6 novembre scorso, quando giunsero in questo paese. Sino ad oggi sono stati assistiti 29.900 pazienti tra i quali 9.500 in luoghi impervi; sono state eseguite 70 operazioni chirurgiche e sono state salvate 61 persone che erano in pericolo di morte.
Prima della partenza da Oghi, Felipe ha detto ai medici e ai paramedici cubani: "Voi qui siete la prova che la nostra Patria è umanità e siete un esempio che i valori della Rivoluzione che ci ha formato sono messaggeri di vita e di speranza".
A bordo di elicotteri MI-17 la comitiva ha sorvolato la città di Balakot, un luogo desolato dove la natura ha usato le sue forze per distruggere. Pochi giorni dopo il disastro, proprio qui era stato installato il primo degli accampamenti cubani. A Balakot ci sono attualmente tre ospedali di campagna dove lavorano i membri del contingente Henry Reeve.
Nell’ospedale di Jareed che si trova alle falde della montagna, la delegazione è giunta a mezzogiorno circa e il ministro ha osservato tutti i servizi offerti nell’ospedale ed ha ascoltato medici e specialisti che hanno raccontato aneddoti, esperienze e iniziative; inoltre ha dialogato con l’ultimo paziente operato dall’ortopedico Roberto Fidel Porto Álvarez, che ha già fatto 50 operazioni delle 63 effettuate nell’ospedale.
Anche a dottoressa Susel Crúz González compiva 30 anni e il ministro con la comitiva le ha cantato gli auguri.
A Rawalakot il chirurgo José Jorge Rodríguez Caravjal ha informato il gruppo dei visitatori che erano stati visitati 27.609 casi, tra i quali 14.419 nelle comunità distanti dall’accampamento.
Sono state fatte 173 operazioni tra le quali 53 importanti e sono state salvate 105 vite. Durante il percorso di questa zona il ministro ha apprezzato che nel consultorio della donne una dottoressa cubana parlava in urdu con la paziente, con frasi che rendono più facile il dialogo paziente-medico.
Al termine del percorso delle altre installazioni ospedaliere cubane di campagna, il Maggiore Generale Usami ha elogiato la dedizione e l’amore che i medici dell’Isola mettono nel loro lavoro. Il militare ha detto che Cuba è un gran paese e i cubani un gran popolo e che non esistono parole sufficienti per poter ringraziare coloro che hanno lasciato le loro famiglie per venire ad aiutare la sua patria.
"I cubani si sono guadagnati il cuore dei pachistani e abbiamo appreso a amarli e voler loro bene davvero e quando giungerà il momento di salutarci sarà difficile per tutti, perchè ognuno di loro ha fatto un lavoro eccellente", ha sottolineato il Maggiore Generale, che ha poi specificato che in Pakistan ci sono oggi 44 ospedali di campagna e tra questi 32 sono cubani.
Cuba ha inviato il più grande contingente di aiuti, con il più alto numero di professionisti. Felipe Pérez Roque, al termine della giornata, ha visitato le installazioni del magazzino centrale di logistica del Contingente Internazionale Henry Reeve, alla periferia di Rawalpindi, dove, oltre ad incontrarsi con i tecnici e i medici che vi lavorano si è interessato per i rifornimenti di medicinali necessari per gli aiuti e per il vettovagliamento dei collaboratori.
Dopo questa lunga giornata piene di allegria e di soddisfazioni per la missione che si sta compiendo in questa terra, ricordando il Che e il suo viso che si vede all’entrata dell’ospedale di Rawalkot, vengono in mente le sue parole che oggi ci guidano: "Che la durezza di questi tempi non ci faccia perdere la dolcezza dei nostri cuori"!
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