Un gruppo di vittime del terremoto in Pakistan è partito per Cuba
● I primi medici cubani che erano accorsi a prestare aiuto solidale sono tornati in patria
Juvenal Balan Neyra – 13 febbraio 2006 - GI
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Un piccolo gruppo di sei bambini, due ragazze e sei uomini, vittime del terremoto dell’8 ottobre scorso in Pakistan, sono partiti a bordo di un IL-62 della ‘Cubana de Aviación’ con destinazione Cuba, allo scopo di ricevere una protesi e concludere il trattamento di riabilitazione iniziato in ospedali da campagna cubani situati nella zona del disastro, nel nord del paese.
Si sta anche preparando il montaggio di un laboratorio specializzato in una installazione medica da campagna cubana ad Abbottabad, che aumenterà il numero dei beneficiati. Più di 80 pazienti vengono attualmente riabilitati con i mezzi tecnici e l’aiuto di un gruppo multidisciplinare composto da ortopedici, psicologi, psichiatri e fisioterapisti.
Sono tornati nell’Isola con lo stesso volo anche i primi 74 collaboratori del Contingente Internazionale Henry Reeve, arrivati in terra pakistana a otto giorni dal disastro per prestare il loro aiuto solidale.
Abbracci, strette di mano, lacrime agli occhi di molti degli autisti pakistani che, sfidando l’inclemenza del tempo assieme ai dottori Miranda e Reemberto, si sono fatti carico del vettovagliamento degli ospedali.
Alfredo ed i suoi specialisti in Medicina Generale Integrale che, sfidando il pericolo con lo zaino pieno di medicinali sulle spalle, hanno percorso gli alti rilievi di Balakot per assistere le vittime a pochi giorni dal devastante sisma. I militari pakistani della regione ricordano con ammirazione il valore, l’integrità e l’amore delle donne in camice bianco.
È tornato anche Mario con la sua brigata, che nei primi giorni ha svolto la sua opera negli ospedali militari di Rawalpindi ed ha concluso la sua missione ad Attar Shisha, lasciando una scia di affetto ed amore tra la popolazione che ha ricevuto i suoi servizi. Lì c’era Miriam, di Ciego de Ávila, che ha assistito più di un parto ed il cui nome è stato dato ad una neonata.
Adesso Almanza, Gerardo e Amaury salgono la
scaletta. Qualche minuto prima erano scesi dalla stessa Juan Carlos e Janielka,
orgogliosi reduci dalla partecipazione al Forum Sociale Mondiale in Venezuela.
Tutti appartengono ad un medesimo collettivo che ha iniziato a prestare il suo
aiuto negli ospedali militari di Rawalpindi ed ha continuato ad Hattian Bala,
facendo meraviglie negli interventi chirurgici d’urgenza con i mezzi
indispensabili ed ha concluso facendo brillare il nome dell’ospedale da campagna
cubano a Muzaffarabad.
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