La Corte di Atlanta ha emesso

 

la decisione contro i

 

15 agosto 2006 - G.Ramirez Cruz* www.prensalatina.it

 

 

 

 
Il 9 agosto 2006, esattamente un anno dopo che un gruppo di tre giudici della Corte di Atlanta aveva deciso unanimemente di revocare le condanne dei Cinque cubani, il plenum di questa stessa corte, a maggioranza, ha rifiutato questa decisione mantenendo le condanne, negando la realizzazione di un nuovo giudizio e ha ordinato inviare, nuovamente, il caso al gruppo per la considerazione dei restanti aspetti.

I due membri del gruppo con diritto a partecipare alla votazione, Byrch e Kravitch, si sono opposti a questa decisione e confermarono che "questo caso è un caso eccezionale nel quale si deve imporre un cambio di sede dovuto al pregiudizio latente nella comunità che rende impossibile formare una giuria imparziale".

Con questa sentenza, l'Undicesimo Circuito conferma la decisione della Corte di Miami di negare le mozioni presentate dalla difesa per cambiare la sede e realizzare un nuovo processo. Il 29 settembre 2005, in un'azione completamente insolita, secondo gli esperti legali nordamericani, il cui obbiettivo è, evidentemente, dilatare il processo e mantenere l'incarceramento dei Cinque, il governo degli Stati Uniti interpose un appello nel quale chiese alla Corte di Atlanta che riconsiderasse, con il plenum dei giudici, la decisione del gruppo ristretto.

I magistrati del gruppo, la cui esperienza professionale somma più di 80 anni, in una decisione di 93 pagine, manifestarono "formare una giuria (imparziale) in questa comunità (di Miami) era una probabilità poco ragionevole dovuto al pregiudizio esistente nella stessa". "In questo caso un nuovo giudizio si è imposto per la tormenta perfetta creata quando un'ondata di intensi sentimenti della comunità e l'amplia pubblicità prima e durante il giudizio si unirono perfettamente con le referenze inappropriate del pubblico ministero".

La decisione adottata dalla Corte di Atlanta non prende in considerazione l'ambiente di violenza ed intimidazione imperante a Miami né i fatti più recenti successi in questa città e pubblicati dalla stessa stampa locale che includono l'occupazione di arsenali di armi destinati ad azioni terroriste contro l'isola, dichiarazioni pubbliche di terroristi che con totale impunità riconoscono le loro malefatte e proibizioni contro libri infantili su Cuba. Tutto questo conferma che la città di Miami è l'unica dove non si potrebbe realizzare un giudizio giusto ed imparziale ai Cinque.

Il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie delle Nazioni Unite dichiarò il 27 maggio 2005 che a partire dai fatti e dalle circostanze nelle quali si celebrò il giudizio, della natura delle accuse e delle severe sentenze date agli accusati, il giudizio non ha avuto luogo nel clima di obbiettività ed imparzialità che è necessario per dire che corrisponda alle norme di un giudizio giusto come si definisce nell'articolo 14 della convenzione internazionale dei diritti civili e politici e per tanto sollecitò il governo degli Stati Uniti ad adottare le misure necessarie per rimediare a questa situazione.

Il processo legale contro i Cinque continua a dilatarsi. Il prossimo 12 settembre si compiono 8 anni dell'arresto di 5 uomini che non dovrebbero stare in prigione e che, nonostante la loro innocenza, si trovano ancora imprigionati negli Stati Uniti, confinati in carceri di massima sicurezza limitati e in qualche caso privati del contatto con i loro famigliari.

Questo non è la fine di questo processo.

Adesso più che mai si impone raddoppiare la lotta per ottenere la liberazione di questi Cinque il cui unico proposito è stato lottare contro il terrorismo e preservare le vite umane. Ci appelliamo a tutte le persone oneste del mondo perché si sommino a questa battaglia, particolarmente alla Giornata Internazionale per la loro liberazione che si svolgerà dal 12 settembre al 6 ottobre.

Niente può giustificare la reclusione.
 


Comitato Internazionale Giustizia e Libertà ai Cinque
 


*L'autrice è coordinatrice del Comitato Internazionale Giustizia e Libertà ai Cinque, e la traduttrice Ida Garberi è orgogliosa di farne parte, VOLVERAN!