Italia: 39 senatori chiedono giustizia

 

per i patrioti cubani  

 

• Hanno inviato una lettera al Congresso degli USA

 

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9 novembre 2006 - www.granma.cu

 

 

 

 

 

Trentanove senatori italiani hanno indirizzato una lettera al Senato, al Congresso ed al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, sottolineando che le condanne inflitte ai Cinque patrioti cubani  reclusi negli  Stati Uniti non si giustificano, considerando che le attività che realizzavano erano quelle di ottenere informazioni  sulle attività terroristiche contro Cuba che organizzano dal territorio nordamericano i gruppi nemici dell’Isola ed ostacolarle.

 

Nella loro lettera, i senatori reiterano l’urgenza e l’importanza di una cooperazione effettiva tra i governi nella lotta contro il terrorismo e ricordano che Cuba aveva consegnato alle autorità nordamericane le informazioni che avrebbero aiutato ad ostacolare ulteriori atti terroristici.

 

Inoltre affermano d’essere certi che la lotta contro il terrorismo implica il rafforzamento dello stato di diritto e ricordano che nel caso dei Cinque cubani non si è tenuto in conto di questo concetto basilare.

 

Nel messaggio si ricorda anche la decisione del gruppo di tre giudici della Corte di Appello di Atlanta nel 2005, che aveva revocato le condanne ed aveva ordinato la realizzazione di un nuovo processo; l'opinione espressa dal gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della Commissione dei Diritti umani della ONU, che ha definito “un atto arbitrario” la detenzione dei Cinque.

 

I trentanove senatori italiani hanno comunicato do avere ricevuto le informazioni sulle violazioni dei diritti umani dei Cinque detenuti inflitte in questi otto anni di prigione, nei lunghi e illegali periodi d’isolamento e per il rifiuto di concedere i visti ai loro familiari che li possono visitare solo sporadicamente. Nel caso di due dei Cinque i visti non sono mai stati concessi alle mogli e a una bambina di otto anni, che non conosce suo padre per colpa di questo crudele atteggiamento delle autorità nordamericane.

 

“In questo caso esiste un ingiustificabile uso politico della giurisdizione penale ed una violazione dei fondamentali principi giuridici del diritto internazionale e delle leggi degli Stati Uniti. Sollecitiamo pertanto al Congresso nordamericano e alle autorità competenti che si garantisca il rispetto dei principi giuridici e che si sviluppi la necessità prevalente di una cooperazione internazionale leale nella lotta contro il terrorismo” si legge al termine della lettera, già inviata. 

(antiterroristas.cu)
 


 

 

Lettera aperta al Congresso Statunitense

e al Dipartimento alla Giustizia

  

 

Abbiamo appreso, con viva preoccupazione, la notizia della condanna di cinque cittadini cubani, a lunghe pene detentive per gravi imputazioni, inflitta nel 2001 dalla Corte di Miami.

 

Tale condanna non appare giustificata alla luce della motivazione dichiarata delle attività svolte dai cinque cubani, che era quella di raccogliere informazioni sulle attività terroristiche svolte contro Cuba a partire dal territorio statunitense, in particolare dalla Florida, attività che hanno prodotto oltre tremila morti negli ultimi anni.

 

Riteniamo infatti imprescindibile che tra gli Stati si realizzi un’effettiva cooperazione nella lotta al terrorismo, fenomeno quanto mai pernicioso e devastante. Ricordiamo, a tale proposito, che le autorità cubane avevano chiesto, sulla base delle importanti informazioni raccolte dai cinque, la collaborazione delle competenti autorità statunitensi, per prevenire ulteriori atti terroristici.

 

Ricordiamo altresì che il panel della Corte di appello di Atlanta ha ritenuto che il processo svoltosi a Miami non soddisfaceva importanti requisiti giuridici, per effetto del pregiudizio contro il governo cubano radicato in vasti settori della popolazione locale e dell’atteggiamento non imparziale tenuto dalla pubblica accusa.  Un’opinione analoga è stata espressa anche dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie e la recente decisione del plenum della Corte di appello di Atlanta che ha negato la precedente decisione del panel non vale a tranquillizzare le nostre preoccupazioni al riguardo.

 

Siamo stati inoltre informati che i diritti umani dei cinque detenuti sono stati violati in varie occasioni, con lunghi periodi di isolamento e la negazione, che tuttora permane in alcuni casi, della possibilità di incontrare i congiunti più prossimi.

 

Tutta questa vicenda appare macchiata, a nostro avviso, da un ingiustificabile uso politico della giurisdizione penale e dalla violazione di fondamentali principi giuridici sanciti dal diritto internazionale e dagli ordinamenti nazionali, ivi compreso ovviamente quello statunitense.

 

Chiediamo pertanto al Congresso statunitense e alle autorità governative competenti di garantire, in questa vicenda, il rispetto dei principi giuridici e di soddisfare la necessità prevalente di una leale cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo.

 


 

Fabio Marcelli

Segretario Ass. Int. Giuristi Democratici