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… Non perderemo mai l'umore, né i
sorrisi, né la speranza”
(1)
I cubani e le cubane sanno a memoria i loro nomi ed i loro tratti del viso.
Tanto semplici, quotidiani e grandi come il popolo al quale rappresentano
con tanto orgoglio: René, Ramón, Antonio, Gerardo e Fernando. I cinque
patrioti cubani che rinunciarono alle cose più care per difendere il loro
paese da attentati terroristici.
Mi permettano di parlar loro dell'amore, da poco è passato il giorno di San
Valentino. L'amore più profondo, il più intenso, quello che non appare nelle
cartoline, né si raffigura nei poemi d'occasioni per una data fissata,
quello che questi uomini evidenziarono quando decisero di addentrarsi nelle
viscere del mostro per evitare i suoi crimini.
Quell'amore che fa inviare una lettera “ai figli che stanno per venire” di
Gerardo ad Adriana. Quello che trasmette Fernando in 20 fogli alla sua Rosa,
o quello che gli invia in disegni e poemi Ramón ad Elizabeth e alle sue
bambine. Quell'amore enorme di René il quale privano perversamente di vedere
ad Olga ed Ivette. Lo stesso amore per il quale Antonio Guerriero scrive al
suo popolo “Ritornerò.”
Il popolo cubano sa molto sull'amore. Quello che fa condividere non quello
che è in più, bensì quello che abbiamo tra coloro che più hanno bisogno di
lui. Quello che corre a tendere la mano alla donna del Guatemala o al
bambino del Pakistan. L'amore del sangue cubano versato in Africa e Vietnam.
Solo con un'enorme dose di amore ha potuto resistere per 47 anni
all'inseguimento più tremendo e sostenuto della storia, e rispondere ad ogni
provocazione, con l'altezza e dignità con che lo fa questo popolo.
L'intellettuale Carlos Frabetti dell'Associazione contro la Tortura,
rifletteva in un colloquio realizzato a Madrid nei giorni scorsi sull'amore
che risveglia questo popolo in persone di tutto il mondo. Lui parlava
dell'eroicità come pratica quotidiana del popolo cubano nella sua necessità
di difendersi dalle aggressioni ed il blocco degli USA. Questo lo portò a
pensare che in Cuba si dà un fatto inusuale: la socializzazione dell'eroismo
o l’eroizzazione della società.
(2)
I cinque, sono la migliore espressione dell'amore di questo popolo
all'umanità. Senza una sola pallottola, senza armi letali né bombe. A forza
di capacità riuscirono a scoprire ed evitare decine di attentati criminali
delle organizzazioni terroristiche di Miami che pianificavano fare esplodere
in plenum volo tra altre azioni, aeroplani di linea strapieni di
nordamericani e cubani.
(3)
Il governo degli USA, invece di ringraziare per l'azione eroica ai Cinque
cubani, come sono conosciuti nel mondo, li rinchiuse senza pietà in prigioni
di massima sicurezza e li disperse per tutta la geografia statunitense.
Tutte le aberrazioni possibili si sono commesse contro di loro. Sono 26 le
enormi violazioni ai loro diritti, la Costituzione nordamericana ed il
diritto internazionale. Dallo scherzo del giudizio a Miami alla reclusione
brutale nel "buco", la tomba, la scatola, per quasi 600 giorni e notti.
Non contenti con averli condannati alle condanne più atroci, aumentarono con
le loro famiglie, estendendo l'odio verso donne di tre generazioni. La
crudeltà infinita applicata ad ognuno di loro non ha limiti. Il danno
causato a questi uomini, le loro madri, mogli e bambine già si è compiuto,
solo potrebbe trattenersi col metterli in libertà immediata.
Nel frattempo il gran colosso del Nord forgia la libertà di
Posada Carriles, il
criminale più grande del nostro emisfero e continua dilatando la sua
reclusione.
Di che lotta contro il terrorismo può parlarci Bush? Con che morale può
dirigerci una sola parola che giustifichi la sua guerra di predatore senza
fine e l'impunità a criminali confessi come Posada Carriles? Come è
possibile che questi fatti succedano nel paese che pretende di dettare
cattedra di democrazia e diritti umani a tutto il continente?
In questi giorni, dove tanti intellettuali del mondo si diedero appuntamento
a L'Avana, Magali Llort madre di Fernando ed Olga Salanueva moglie di René,
ebbero occasione di conversare con alcuni sull'ingiusta situazione che
attraversano. Uno degli intellettuali non ha potuto finire di ascoltare il
racconto, con lacrime negli occhi chiese scusa e si ritirò.
Il resto fece un enorme silenzio seguendo ogni parola. Quindi cominciarono a
domandare che cosa potevano fare per aiutare. Semplicemente dire la verità.
Quella verità che il governo degli Stati Uniti pretende occultare, risposero
i parenti.
Questo 14 febbraio è trascorso in modo differente. Per il settimo anno
queste donne amorose ed i loro mariti non potranno darsi il bacio, regalarsi
il sorriso, né guardarsi negli occhi.
Domandai alle mogli come si sentivano in un giorno tanto speciale. Oltre
l'ingiustizia che soffrono notai un'enorme dolcezza, serenità e fiducia in
se stesse, quella che deriva dall’anima più profonda dell'essere umano al
sapere che hanno la verità, la ragione e l'amore del popolo dalla loro
parte.
Nel giorno di San Valentino, un'altra volta la giustizia nordamericana
dirimerà il destino di cinque innocenti, cinque uomini che portano dentro di
loro il decoro di molti uomini” e che non dovettero stare mai un solo
secondo incarcerati.
(4)
(1)
l'Amore e l'Umore tutto lo possono. Pag. 9, Gerardo Hernández Nordelo, uno
dei Cinque antiterroristi cubani.
(2) fondazione Cultura e Progresso, Paco Bernal, Esposizione-conferenza sui
Cinque. Madrid, 10 Febbraio di 2005.
(3) intervento di Fidel nella Tribuna Antimperialista José Martí facendo
conoscere la lettera che inviasse attraverso García Márquez al governo
nordamericano su quell'importante denuncia, 20 di Maggio di 2005.
(4) José Martí.
Graciela Ramírez-preso da Resumen Latinoamerican
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