|
Giuristi colombiani esprimono la loro ripulsa per la
sentenza contro gli antiterroristi cubani
|
Avana 24 agosto 2006 - www.granma.cu |
|
|
Prossimi a compiere (il 12 settembre) otto anni di prigione, René González, Gerardo Hernández, Fernando González, Ramon Labañino e Antonio Guerrero, vedono allontanarsi la soluzione del loro caso dopo la sentenza della Corte di Atlanta.
Durante il processo vennero commesse diverse violazioni della Costituzione nordamericana, dei precedenti giudiziari e del Diritto Internazionale, hanno affermato i magistrati in una dichiarazione resa pubblica giovedì.
Mancanza di una giuria imparziale e di un processo giusto, condizioni di prigionia crudeli e insolite, mancanza di relazione tra l’istruzione della giudice e verdetto del giurato, sono alcune delle inconsistenze segnalate dai giuristi colombiani.
Il 9 agosto scorso la Corte di Atlanta ha annullato la decisione di un gruppo di tre giudici di quest’istanza, che un anno prima aveva dichiarato non valide le sentenze inflitte ai Cinque da una corte di Miami, nel 2001.
Naturalmente la decisione ignora anche le raccomandazioni del Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, che ha dichiarato illegale la carcerazione dei Cinque.
La dichiarazione puntualizza anche che, durante il processo, apparve chiaro che la giustizia ed il governo statunitense stavano agendo con un fine politico e quindi respingono la sentenza della Corte di Atlanta e manifestano la loro indignazione per l’assurdità del processo.
I Cinque, come sono conosciuti, stanno scontando assurde pene detentive che oscillano tra i 15 anni di carcere ed il doppio ergastolo, comminate nel 2001 da una giudice di Miami.
Esprimiamo la nostra ripulsa per la condotta criminale dei gruppi terroristici operanti da Miami, che i Cinque sorvegliavano per prevenire azioni terroristiche contro Cuba ed anche contro lo stesso popolo statunitense, affermano i professionisti del diritto.
Esigono inoltre giustizia per i Cinque e
le loro famiglie e chiedono il rispetto del diritto dei prigionieri a
ricevere visite, affinché Adriana Pérez (moglie di Gerardo Hernández),
Olga Salanueva (moglie di René) e la sua piccola figlia Ivette, possano
vedere i loro cari in prigione. |