Il
Premio Nobel della Pace, Adolfo Pérez Esquivel, ha condannato l'inumano
blocco di Washington contro Cuba e ha chiesto solidarietà per i
cinque giovani ingiustamente imprigionati, per denunciare il terrorismo,
negli Stati Uniti.
Pérez Esquivel ha parlato ad una iniziativa convocata a Porte Alegre
dall'Associazione Culturale José Martí nella sede dell'Università Federale
di Rio Grande do Sul (UFRGS) al quale hanno assistito numerose
personalità.
Erano presenti membri del comitato di solidarietà gaucho, leader religiosi
cubani presenti alla IX Assemblea del Consiglio Mondiale delle Chiese che
ha luogo in quella città, dirigenti dell'alto centro di studi, una
rappresentazione di Madri di Piazza di Maggio e familiari de I Cinque.
Durante l'incontro é stato proiettato il documentario “Cinque uomini,
un'ingiustizia”, dove si spiega l'ingiusto processo svolto a Miami contro
Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort, Gerardo Hernández
Nordela, Ramón Labañino Salazar e René González Sehwerert.
Questi cinque giovani, considerati dal parlamento di Cuba Eroi della
Repubblica, sono stati condannati a severe pene per avvertire il governo
dell'isola sulle azioni poste in essere da gruppi terroristici che hanno
assassinato oltre 3500 cubani dal 1959.
Nell'atto hanno anche preso la parola la stimabile Ofelia Miriam Ortega,
della Chiesa Presbiteriana-riformata di Cuba, il deputato e reverendo
anglicano Pablo Odén Marichal e il pastore pentecostale Rhode González
Zorrilla, presidentessa del Consiglio di Chiese di Cuba.
Questi tre oratori hanno ratificato l'appoggio delle loro congregazioni
all'umana causa, perché si rispettino i diritti dei parenti di questi eroi
di visitarli nelle prigioni dove sono stati confinati negli Stati Uniti.
Durante l'attività era presente, inoltre, il coro metodista Shalom che ha
assistito, invitato, all'appuntamento ecumenico per partecipare alle
presentazioni culturali della IX Assemblea del CMI.
Nelle parole di chiusura, la lottatrice argentina Nora Cortiñas,
fondatrice delle Madri di Piazza di Maggio, ha parlato della storica lotta
di questo movimento difensore dei diritti umani che non può ammettere il
perdono senza far valere la giustizia.
Olga Salanueva, moglie di René González, e Magaly Llort, madre di Fernando
González, hanno ringraziato per i gesti di solidarietà verso i loro
parenti.
Entrambe hanno osservato che ciò dimostra la giustezza della causa del
proprio paese, l'unità dei cubani e la possibilità di usare questo
scenario per chiedere che la fiamma solidale non si spenga ma si
moltiplichi in ogni persona di buona volontà che lotta per il rispetto
della pace.
Il programma prevede un incontro dei parenti con deputati e giuristi di
questa città brasiliana.