I brigatisti francesi in una

 giornata di solidarietà con i

 

Matanzas, 25 aprile (AIN)

 

 

    30 marzo 2006

 

 

I membri di due brigate francesi di solidarietà con l’Isola, assieme ai familiari di uno dei Cinque Eroi, sono stati martedì i protagonisti di una giornata di solidarietà con i combattenti cubani contro il terrorismo sequestrati negli USA.

 

Magaly Llort e Rosa Aurora Freijanes, rispettivamente madre e moglie di Fernando González Llort, hanno ricevuto ovazioni dai brigatisti, ai quali hanno offerto informazioni dettagliate sull’arbitrario e illegale trattamento del quale sono vittime anche Gerardo Hernández, Ramón Labañino, René González e Antonio Guerrero.

 

La sede del Sindacato dei Lavoratori Chimici-Minerari-dell’Energia ha ospitato l’incontro con questi gruppi di solidarietà, chiamati Mario Muñoz e Antonio Guiteras.

 

Magaly e Rosa Aurora hanno visitato anche la Sala della Solidarietà, della quale dispongono i giovani di altri paesi che studiano nell’Università Camilo Cienfuegos di Matanzas, dove hanno potuto apprezzare le azioni lì promosse da questi studenti a favore della causa dei Cinque, compresa un’esposizione permanente.

 

È stato molto emozionante l’intervento di Phuong Do Viet, rappresentante del collettivo degli studenti vietnamiti e membro del Comitato per la Liberazione dei Cinque, in quest’istituzione di alti studi.

 

Rosa Aurora ha fatto riferimento all’illegale processo celebrato contro i Cinque negli USA, le cui autorità li mantengono rinchiusi in prigioni di massima sicurezza, nonostante che un gruppo di giudici della Corte dell’XI Circuito degli Appelli di Atlanta abbia annullato le condanne nell’agosto scorso, sentenziando un nuovo processo.

 

Il plenum della stessa istanza giudiziaria, a causa delle macchinazioni dilatorie della Procura, sta rianalizzando queste decisioni.

 

Magaly Llort ha ringraziato nuovamente il popolo di Matanzas, del quale ha ricordato il protagonismo nella vittoriosa gesta di Girón, 45 anni fa e nella lotta per il ritorno nell’Isola del piccolo Elián González, quando venne sequestrato dalla mafia di Miami.