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È difficile trovare un altro momento con tali
coincidenze, ha affermato Ricardo Alarcón de Quesada, presidente del Parlamento
cubano, presentando la prima edizione completa, in spagnola, del
"Scritto sotto la forca" di Julius
Fucik, dedicato ai nostri Cinque Eroi prigionieri in carceri nordamericane.
Come, a suo tempo, fece il giornalista ceco, essi affrontano le condizioni che a
loro sono imposte dai fascisti di oggi.
Alarcón ha argomentato sulla similitudine di entrambe le lotte. Si é soffermato
sull'opera di Fucik e come fu salvata, per la posterità, quell'attestazione
scritta in una prigione della Gestapo, nella Cecoslovacchia occupata dai
nazisti.
Ha osservato che nonostante fosse redatta su carta igienica, di nascosto e con
la complicità di una guardia, sembra scritta con un computer, con la necessaria
illuminazione. Allora, ha ricordato la richiesta di Ramón Labañino affinché,
nella sua cella, portassero carta e matita o l'ambiente in cui Antonio
Guerriero crea i suoi poemi.
La ragione per assassinare Fucik fu quella di avere organizzato l'intellighenzia
ceca per affrontare il fascismo; i Cinque sono stati condannati per difendere
Cuba dal terrorismo. Il primo fu impiccato l'8 settembre 1943; il giorno 12
settembre si compieranno otto anni dall'incarceramento dei nostri lottatori. Per
questa data si prevede l'inizio di una giornata mondiale di mobilitazione per la
loro libertà, ha spiegato il Presidente dell'Assemblea Nazionale.
Alarcon, che é anche il membro dell'Ufficio Politico, ha valutato come
importante il riscatto della data del Giorno Internazionale del Giornalista
(precisamente l' 8 settembre) ed ha elogiato la riedizione del libro, frutto
della Casa Editrice Orego, nella Repubblica Ceca. Tanto l'Istituto
Internazionale di Giornalismo José Martí come le differenti scuole, nel paese,
dove si studia questa professione, ne hanno ricevuto numerosi esemplari. E ci
sarà un'edizione cubana l'anno prossimo, ha annunciato Alarcón.
Alla cerimonia erano presenti Rolando Alfonso Borges, capo
del Dipartimento Ideologico del Comitato Centrale e Tubal Páez, presidente
dell'Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC).
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