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12 novembre 2006 - www. Elizabeth Palmeiro: la verità è la
nostra forza nella lotta per i
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20 novembre 2006 - J.M.Avila www.granma.cu |
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Elizabeth Palmeiro, moglie di Ramón Labañino, ha partecipato a Holguin al II Colloquio Internazionale per la Liberazione dei Cinque Eroi e contro il Terrorismo. È arrivata assieme alle sue figlie, tre belle bambine, che stanno crescendo senza il calore dell'amore paterno, perché il loro padre è recluso per aver difeso Cuba dalle azioni terroristiche della mafia anticubana, radicata nello Stato della Florida, che agisce col pieno appoggio della Casa Bianca, da 47 anni.
J.M.A.: "Ci sono a volte momenti della nostra vita che sono duri, ma a volte necessari. Tutto questo tempo in cui Ramon Labañino si trova ingiustamente recluso negli Stati Uniti, com’è stato per te?"
E.P.: "È stato molto duro perché abbiamo dovuto vivere i migliori anni della formazione della nostra famiglia così separati. Ramón non è stato presente ai compleanni delle nostre figlie... altri momenti difficili, come le malattie nella famiglia, gli istanti felici come i diplomi a scuola per le bambine. Come coppia siamo stati privati di occasioni importanti da vivere insieme.
J.M.A.: "Come hai fatto ad affrontare le situazioni più difficili della tua vita da sola, senza il tuo compagno?
E.P.: "La convinzione che Ramon stava svolgendo una lotta giusta per lottare contro il terrorismo. La convinzione che il maggiore sacrificio lo sta facendo lui, sapermi amata da lui, mi ha sempre dato la forza per affrontare le cose più dure della vita e la peggiore che è non stare vicino a Ramon. È doloroso dover vivere così lontani".
J.M.A.: "Come hai fatto ad allevare le bambine senza Ramón"?
E.P.: "Stare senza lui per allevare le bambine è stato molto duro, ma quando ci sono amore e comprensione tutte le distanze si accorciano; lui non è stato mai assente dalle nostre vite, perché il suo amore e la sua maniera di vedere la vita mi sono servite per affrontarla, anche perchè Ramón è la persona più amata dentro la mia famiglia. Questo processo d’appello dei Cinque lo stando dilatando le stesse autorità nordamericane, perché è una maniera di mantenere vivo l'odio contro di loro".
J.M.A.: "Elizabeth, lottare contro un potere politico tanto poderoso come quello del governo degli USA non ti intimorisce?"
E.P.: "Quando abbiamo la verità tra le mani, come nel caso dei Cinque Eroi, non importa quanto sia forte il potere imperiale degli USA; mi hanno rimandando l’appuntamento per chiedere il visto per una visita, per poterlo vedere, da ben due anni... ed ora mi hanno citato nell'Ufficio di Interessi di Washington all'Avana nel mese di marzo del 2008". (Radio Angulo)
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È stata dichiarata una giornata per la
liberazione dei antiterroristi cubani
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12 novembre 2006 - www.granma.cu |
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Il presidente del parlamento cubano, Ricardo Alarcón, ha convocato una nuova giornata di solidarietà con i Cinque antiterroristi cubani prigionieri negli USA, destinata a divulgare il caso e a sostenere la loro liberazione, ha informato domenica un quotidiano locale.
La cosa più importante è rompere il silenzio, ha segnalato Alarcón, deplorando che dopo otto anni di prigione e battaglia, la questione continui a rimanere assente dai grandi organi di stampa e profondamente sconosciuta dal popolo nordamericano.
Secondo il quotidiano Juventud Rebelde, la convocazione è per i giorni dal 12 al 27 dicembre prossimi, quando si compiranno cinque anni dal processo celebrato a Miami contro Fernando González, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e René González.
I Cinque, come sono conosciuti, sono stati condannati nel detto processo a severe pene carcerarie che vanno dai 15 anni di prigione al doppio ergastolo.
Alarcón, chiudendo il II Colloquio Internazionale che si è riunito sul tema nella città orientale di Holguín, ha puntualizzato che le pochissime volte che i Cinque sono nominati vengono chiamati spie invece che combattenti contro il terrorismo.
"In realtà stavano difendendo la loro patria e la stessa società nordamericana dalle azioni dei gruppi terroristici anticubani", ha sottolineato.
Ha indicato che, per i cubani, lottare per la liberazione immediata dei Cinque significa farlo per loro stessi e anche per gli altri, si tratta anche della conquista di un mondo di giustizia e libertà.
Bisognerà fare molti incontri come questo, senza darsi tregua nella lotta affinché ognuno dei Cinque venga liberato, ha sentenziato Alarcón.
L’avvocato Roberto González ha esortato a non nutrire speranze, per quanto riguarda questa battaglia, nei cambiamenti avvenuti nel governo nordamericano.
"Le più di tremila vite cubane perse a causa del terrorismo e del blocco sono state stroncate durante le amministrazioni democratiche e repubblicane", ha denunciato Roberto, fratello di René González, uno dei prigionieri.
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Giustino di Celmo al
II colloquio sui
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Il IIº Colloquio Internazionale sui Cinque antiterroristi cubani reclusi negli Stati Uniti è iniziato venerdì 10 a Holguin con la partecipazione di molti familiari dei 5 patrioti, accademici, giuristi e amici solidali di una trentina di paesi.
Questo è l'unico incontro di questo genere organizzato nella città orientale di Holguin, dove si sono riuniti molti tra coloro che operano per la liberazione dei Cinque patrioti cubani, Eroi della Patria nell’Isola.
L'obiettivo dell’incontro è mobilitare ulteriormente l'opinione pubblica mondiale sul caso di Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González, condannati otto anni fa a pene inaudite per aver ostacolato le azioni terroristici organizzate contro il loro paese.
Il programma dell’incontro ha visto la realizzazione di un Forum interattivo sulla situazione dei Cinque e lo stato attuale del processo d’appello.
È stata inaugurata, inoltre, nel Centro Provinciale d’Arte un'esposizione di caricature di Gerardo Hernandez, condannato a due ergastoli e 15 anni per essersi infiltrato nei gruppi anticubani dell’estrema destra di Miami.
Nella Biblioteca provinciale Alex Urquiola, di Holguin, sono stati proiettati vari materiali audiovisivi sulla causa dei Cinque, nei quali si denuncia la doppia morale degli Stati Uniti nella lotta contro il flagello del terrorismo.
Amaury Torno, presidente dell'Istituto Cubano di Amicizia coi Popoli (ICAP) di Holguín, ha detto che si tratta di un incontro di popoli, che ha raggiunto molta importanza in questa sua seconda edizione.
All'appuntamento hanno partecipato personalità della solidarietà con Cuba e con la causa dei Cinque, come Giustino di Celmo, padre del giovane italiano morto per l’esplosione di una bomba all’Avana, nel 1997.
Hanno partecipato anche Alicia Jrakpo, un’argentina radicata negli Stati Uniti, e suo marito, Bill Hackwell, membri fondatori del Comitato Nazionale per la Libertà dei Cinque Eroi degli Stati Uniti, che hanno visitato in diverse occasioni Gerardo Hernández in prigione.
La delegazione più numerosa in questa convocazione è stata quella del Canada, seguita da Spagna, Argentina e Messico, mentre sono andati per la prima volta nel capoluogo provinciale gruppi e persone solidali di paesi come Colombia e Grecia.
La seconda giornata del Colloquio Internazionale per I Cinque ha informato sulle azioni che si svolgono nel mondo per la diffusione della verità sulla loro causa, per ottenere la loro scarcerazione e per denunciare gli Stati Uniti che li tengono dietro le sbarre, mentre lasciano liberi i veri terroristi.
È stato un tema obbligato lo scandaloso caso di Luis Posada Carriles, a cui il governo di George W. Bush ha aperto le porte del paese, mentre mantiene reclusi Cinque uomini innocenti, la cui missione era solamente ostacolare i piani terroristici contro l'Isola.
In questo contesto è stato presentato il libro di poesie di Ramon Labañino, recluso in una prigione d’alta sicurezza del Texas, intitolato "Gaviotas Blancas", presentato dalle Edizioni Holguin, con il prologo del suo autore.
I partecipanti hanno dialogato con i familiari dei Cinque ed hanno conosciuto dettagli della loro vita e il loro operato di persone con una grande preparazione, formate dalla Rivoluzione e con un forte senso di umanità.
Il loro caso ha acquistato ulteriore fama e diffusione dopo che, nel maggio del 2005, il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della ONU ha dichiarato Illegale la loro detenzione ed ha sollecitato agli Stati Uniti la loro liberazione immediata.
Tre Giudici della Corte di Appello dell'Undicesimo Circuito di Atlanta, designati, ordinarono nell’agosto dello stesso anno di annullare il processo avvenuto contro di loro, revocando le loro condanne, ma questa sentenza è stata annullata incredibilmente dal plenum della stessa istanza giudiziaria.
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