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Care Cubane e Cubani, figli degni del mio popolo:
Con profonda indignazione, e con non poca sorpresa,
abbiamo ricevuto la notizia dell'ultima canagliata perpetrata da un incivile
Sistema di Giustizia, degno riflesso di un insediamento imperiale, decadente,
insensato e crudele, senza paragone nella storia. Solo un'occhiata alla
votazione del Gruppo di Giudici è sufficiente per dirimere il livello di
compromesso, perfidia e grossolana cospirazione che si nasconde dietro a tanto
assurda sentenza.
Tale assurdità non deve essere ricevuta come una stranezza. Il mondo è
sottomesso ad una sistematica e metodica prova di tolleranza manifestata in una
sequela di crimini tra i quali questo, che si è commesso contro noi, è
paragonabile ad un'infrazione venale.
Se qualcosa si è definito adesso, è che nessuno dei tre pretesi poteri
indipendenti dello Stato è estraneo a questa pazzia di conquista, barbarie e
sfrontatezza disperata.
D'altra parte, oggi il Libano ci ricorda che il mondo non sta passando la prova
se l'umanità non si sveglia da tale letargo di vigliaccheria, compromessi ed
indifferenze, il futuro dei nostri figli non varrà più che la carta usata nei
loro certificati di nascita.
Sappiamo molto bene che ci hanno punito perché rappresentiamo Cuba: Una modesta
voce di vergogna tra la vigliaccheria, i compromessi e l'indifferenza.
L'accanimento dei nostri nemici c'onora e c'esalta. È allettante constatare che
chi ci odiano non possono accorrere ad altro che non sia la bugia, l'ipocrisia,
la bassezza e la perversità.
C'è un solo modo degno di affrontare questo crimine: trasformare l'indignazione
in resistenza. Imparare a captare in tutta la sua grandezza l'incommensurabile
malvagità del nemico che affrontiamo. Moltiplicare il compromesso
dell'avanguardia e risvegliare dal suo sopore gli ingenui. Dal risveglio di
tutti dipende, senza che ne rimanga nessuno dormendo, il potere di evitare
quello che ci aspetta se il futuro di Cuba cadesse nelle mani delle iene
incivili che ci insidiano, coi loro artigli pieni di odio che viene dal nord.
Sappiamo molto bene che questo è il momento meno indicato per restare fermi nei
nostri posti, che questa lotta per la giustizia potrebbe prolungarsi
indefinitamente, ma la storia ci ha dimostrato sempre il valore della resistenza
quando si tenta di affrontare un nemico tanto crudele e tanto vigliacco. In
questi tempi definitivi e cruciali, il futuro è nelle mani di quelli che
vogliono resistere che sia in Iraq, nel Libano o in cinque carceri imperiali.
So che parlo a nome dei miei quattro fratelli quando li esorto a fidarsi del
nostro spirito di resistenza. È un compromesso al quale non rinunciamo e che
porteremo fino alle ultime conseguenze in memoria dei nostri martiri, delle
nostre vittime del terrorismo, di tutti quelli che hanno difeso Cuba in tanti
anni, a nome di tutti voi che ci onoriamo di rappresentare.
E’ meglio smettere di esistere che arrendersi ad un impero tanto canaglia,
immorale ed arbitrario.
Ci ricordiamo dell'avvertimento del Che, quando ci disse che dell’imperialismo
non ci si può fidare neanche un pò; e l'esempio immortale che ci trasmise
lasciando scritto per sempre, col suo proprio sangue, il suo ultimo appello al
combattimento.
Hasta la victoria sempre!
René González Sehwerert,
Istituzione Correzionale Federale Marianna, Florida
*L’autore è uno dei Cinque Eroi Cubani
prigionieri dell’impero
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