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L'inizio del processo contro l'ex congressista Albertro
Santofimio per il magnicidio dell'ex candidato presidenziale Luis Carlos Galan e
gli scontri tra i partiti della coalizione uribista segnarono la Colombia.
Dopo quattro udienze pubbliche di quel che si é chiamato il processo dell'anno,
quel che più richiama l'attenzione é che tanto le prove contro come in favore di
Santofimio partono da sicari o capi del narcotraffico di questa nazione andina.
D'altra parte, le dichiarazioni degli allora alti militari hanno dato poca luce
sulla presunta implicazione dell'anche ex ministro nell'assassinio del leader
liberale e quasi sicuro presidente della Colombia nelle elezioni generali del
1990. Ma, il 18 agosto 1989, mentre arrivava ad una manifestazione di
sostenitori nella località di Soache, un gruppo di sicari, con la complicità
d'alcuni integranti della propria guardia personale, misero fine alla vita di
Galan.
Le prove presentate dalla Procura Generale segnalano l'influenza perversa di
Santofimio su Pablo Escobar, capo del Cartello di Medellín, il cui ruolo fu
fondamentale, determinante e definitivo perché questo prendesse la decisione
d'assassinare Galan.
Perciò, la Procura si basa fondamentalmente sulla testimonianza di Jhon Jairo
Velásquez, soprannominato Popeye (Braccio di Ferro), luogotenente e uno dei
sicari di Escobar, che assicurò che l'ex congressista consigliò il capo di
uccidere Galan.
Così, l'ente investigatore dispone delle testimonianze d'un congressista, Carlos
Alberto Oviedo Alfaro, attualmente in carcere e d'un altro sicario al servizio
di Escobar, abbattuto a Medellín, nel dicembre del 1993. Ciò nonostante, durante
l'udienza, Santofimio negò le accuse nell'assassinio di Galan e attribuì
l'accusa contro di lui ad una persecuzione politica e per trasformarlo nel capro
espiatorio in un modo per nulla pietoso.
Santofimio riconobbe di avere conosciuto il defunto capo del Cartello di
Medellín, Pablo Escobar, che pianificò il magnicidio per timore che Galan, una
volta assunta la presidenza, autorizzasse l'estradizione dei narcotrafficanti
verso gli Stati Uniti.
D'altra parte, gli scontri tra i diversi gruppi che conformano la coalizione pro
governativa s'alzarono di tono quando il partito dell'U assicurò che non
arriverà a nessun accordo politico con Cambio Radical per la designazione del
Controllore Generale.
L'ultima crisi tra i partiti uribisti emerse dopo che il presidente di Cambio
Radical, Germán Varga Lleras, arrivò ad affermare che si sarebbe separato dalla
coalizione se la sua collettività ne usciva perdente nella spartizione dei
posti. Vargas Lleras rivelò che la coalizione fu conforme in che la direttiva
del Senato sarebbe stata per il Partito dell'U, per essere il vincitore nelle
elezioni parlamentare dello scorso marzo.
Così, che la direttiva della Camera dei Rappresentanti, l'altra corporazione del
Congresso sarebbe per Cambio Radicale, quando nel posto di Controllore Generale
si selezionerebbe un membro del Partito conservatore. Questi tre raggruppamenti
politici, insieme a Colombia Viva e Alas Equipo Colombia, integrano la
coalizione pro governativa che adesso cerca di accaparrare gli incarichi nel
Legislativo, altri poteri dello stato e lo staff del presidente Alvaro Uribe, al
suo secondo mandato.
Perciò, membri dell'opposizione coincidono con le critiche alla presunta
alleanza tra quei partiti e assicurano che la coalizione solo é unita dai posti
e non per atteggiamenti ideologici. La crisi arriva a tale punto che il
presidente Alvaro Uribe chiamò a mettere a fuoco le discussioni politiche nel
programma e a seppellire la discussione burocratica.
*L'autore è giornalista di Prensa Latina
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