Forum Sociale Mondiale, si chiude
in Mali, si comincia in Venezuela
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Si chiude a Bamako,
in Mali, il sesto Forum sociale mondiale (Fsm)
con un programma «puramente di festa», senza l'adozione di una dichiarazione
finale. La cerimonia finale alle 15 locali (16 in Italia) nello stadio Modibo
Keita di Bamako, ma «non ci sarà alcuna dichiarazione, né risoluzione finale,
non ci sarà una chiusura del Forum sociale», ha dichiarato uno degli
organizzatori, Mamadou Goita.
Tuttavia, la conclusione del Forum è segnata dalla polemica, dopo che la polizia
ha vietato domenica 22 la marcia di protesta verso l'ambasciata francese,
organizzata dalla rete No-Vox, che raccoglie diversi movimenti sociali, «per
esigere il ritorno» in Francia di tutti i clandestini espulsi e «la sospensione
immediata del blocco della selezione dei visti».
La polizia è intervenuta a metà strada, bloccando circa 2.000 partecipanti,
sostenendo che la protesta non era stata autorizzata. Una delegazione di No-Vox
sarà ricevuta oggi nella sede diplomatica per consegnare una dichiarazione
contenente le loro rivendicazioni, stando a quanto precisato da un diplomatico
francese. Il documento sarà quindi trasmesso a Parigi.
Il Forum sociale mondiale, cominciato lo scorso 19 gennaio, si tiene ogni anno a
partire dal 2001 in risposta al Forum economico mondiale di Davos e per la prima
volta si è svolto quest'anno in Africa. Numerosi i temi affrontati nei vari
work-shop e seminari: giovani, donne, lotta per l’acqua, democrazia,
partecipazione dal basso, guerra e pace.
Ma anche protezione delle biodiversità davanti alle politiche aggressive delle
multinazionali che tendono a fare delle coltivazioni delocalizzate, interi
appezzamenti di monocolture.
Ridare fiato all'economia locale e salvare la biodiversità attraverso la
ristrutturazione dell'antico mercato della capitale del Mali, Bamako. Si tratta
di uno degli ultimi argomenti trattati dal Forum. Ed è quanto si propone di fare
la Fondazione Slow Food per la Biodiversità. Obiettivo principale di Slow Food
in Mali è quello di salvaguardare le coltivazioni locali «come gli ortaggi
tradizionali e una particolare varietà di cipolle prodotta in una regione del
Paese - spiega il vicepresidente di Slow Food Roberto Burdese - o cereali come
il sorgo e lo stesso mais».
La principale coltivazione del Mali, oggi, è il cotone, «ma è anche uno dei
principali problemi del Paese afferma Burdese - fin dagli anni Ottanta, la Banca
Mondiale ha finanziato il Paese affinchè piantasse appezzamenti di cotone, quasi
a farlo diventare una monocoltura, causando la scomparse della colture
tradizionali».
L'impatto economico che deriverebbe dalla ristrutturazione del mercato di
Missira sarebbe immediatamente percepibile per i produttori che «potrebbero
vedere le loro merci ad un prezzo più corretto di quello che gli viene pagato al
mercato all'ingrosso e significherebbe garantire a chi va ad acquistare in
questo mercato di avere prodotti più freschi, perchè hanno fatto pochi
chilometri e più sani perchè biologici».
Saranno, invece, molti i chilometri che dovranno percorrere i partecipanti alla
prossima tappa del Forum Sociale. Che dal Mali si sposterà in Venezuela.Il Forum
Sociale Mondiale, quest’anno, infatti, si svolge in quattro sedi diverse nel
mondo, dopo Bamako, prossima tappa Caracas in Venezuela (24-29, in concomitanza
con gli incontri di Davos), a marzo appuntamento a Karachi (Pakistan) e per
maggio è previsto l'appuntamento di Atene (Grecia).
da www.unita.it