Città del Messico, 17 luglio 2006
Più di un milione di persone hanno risposto
alla convocazione di López Obrador
Il candidato presidenziale Andrés Manuel López Obrador ha fatt appello ieri (domenica) alla resistenza civile pacifica in difesa della democrazia in Messico e della legittimità delle elezioni del 2 luglio, secondo quanto riportato da varie agenzie.
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López Obrador, di fronte ad una massa stimata dalla polizia in 1,1 milioni di persone ed 1,5 dagli organizzatori, ha proposto di continuare le manifestazioni a partire da questa stessa settimana, dopo aver denunciato la frode.
I simpatizzanti e seguaci di López Obrador, la maggior parte dei quali era vestita di giallo (il colore del PRD), sono sfilati approssimativamente dalle ore 10.40 alle 16.00 per vari chilometri, scandendo lo slogan "voto per voto, seggio per seggio" e portando striscioni dove si poteva leggere "no alla sfacciata frode", in una delle manifestazioni più grandi che si siano mai svolte nel paese nel corso della sua storia.
Nonostante il quasi totale silenzio mediatico sulla manifestazione, la forza di mobilitazione era così grande che 10 maxi-schermi sono stati collocati lungo tutto l’ampio Viale della Riforma, una delle vie più importanti di Città del Messico, affinchè le persone che non sono riuscite ad arrivare allo Zócalo potessero assistere all’atto ed ascoltare il comizio di López Obrador.
Il candidato presidenziale ha annunciato, durante l’atto nella centrale piazza dello Zócalo, che verrà formato un comitato civico chiamato a definire quali azioni verranno messe in pratica ed in quali circostanze.
Siete qui non soltanto per appoggiare una persona, ma anche per difendere l’irrinunciabile diritto del popolo di eleggere liberamente i suoi governanti. Dobbiamo quindi avere molto chiaro l’obiettivo centrale del nostro movimento. Noi non stiamo lottando solamente perchè venga riconosciuta la nostra legittima vittoria nell’elezione presidenziale, ma per una causa superiore, quella di far valere la democrazia", ha assicurato.
Un’altra delle misure proposte dal politico è quella di rafforzare gli accampamenti dei cittadini situati nei dintorni dei 300 Distretti Elettorali del paese, dove sono custoditi i voti nelle urne.
Questa vigilanza è indispensabile per evitare che vengano introdotte o estratte schede dei pacchetti elettorali in maniera illegale, ha puntualizzato durante la cosiddetta II Assemblea Informativa.
Ha inoltre proposto che questi 300 accampamenti si trasformino in centri di decisione, informazione e divulgazione e che vi possano partecipare intellettuali, artisti e personalità della società civile.
López Obrador ha annunciato come terza misura lo svolgimento della Terza Assemblea Informativa per domenica 30, con un corteo simile a quello partito ieri dal Museo di Antropologia e Storia, a più di cinque chilometri dallo Zócalo.
Dobbiamo tener presente che i nostri avversari scommettono anche sullo scoraggiamento ed indebolimento del nostro movimento, ha messo in guardia.
Dimostreremo loro una volta di più che, quando si vogliono calpestare la dignità e i diritti civili e si agisce contro la democrazia, ci sono sempre uomini e donne con principi e convinzioni che non si stancano nè tantomeno si arrendono.
López Obrador ha denunciato nel suo discorso numerose alterazioni nei verbali dei seggi per ridurre il numero dei voti a suo favore ed assegnarne tra i 100 e i 200 al candidato del governativo Partito Azione Nazionale (PAN), Felipe Calderón.
"Le raccomando di pensare molto bene che la macchia di un’elezione fraudolenta non si cancella nemmeno con tutte le acque degli oceani. Le ricordo che il paese ed il suo popolo non meritano un presidente spurio, senza autorità morale e politica", ha segnalato López Obrador di fronte ai suoi simpatizzanti.
Ha chiarito che circa un milione e mezzo di voti non risultano nei verbali.
Il riscontro dei verbali di votazione dei seggi compiuto nei 300 distretti elettorali il 5 e 6 luglio hanno assegnato a Calderón un vantaggio di poco più di 243.000 voti su López Obrador.
Questo risultato è stato impugnato dalla coalizione Per il Bene di Tutti, che ha candidato López Obrador, di fronte al Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario della Federazione, che non deve soltanto dare una risposta a queste contestazioni, ma anche comunicare il nome del presidente eletto.
López Obrador ha ribadito la richiesta di un nuovo conteggio voto per voto e seggio per seggio, una delle parole d’ordine maggiormente scandite durante la manifestazione e nell’atto.
Il
tribunale ha tempo fino al 6 settembre prossimo per proclamare il nome del
vincitore della consultazione e sentenziare sulle impugnazioni.