Messico, 7 luglio 2006


 

Calderón in testa con un minimo

 

vantaggio, Obrador impugnerà i risultati

 

 

 

 

Il Messico entra oggi in una fase di conflitto post-elettorale, generato dal fatto che la coalizione d’opposizione Per il Bene di Tutti impugnerà i risultati dell’elezione presidenziale.

 

Il candidato di questa forza politica, Andrés Manuel López Obrador, ha segnalato che i giorni a disposizione per farlo sono soltanto quattro giorni a partire dal momento in cui si conosceranno i risultati ufficiali del conteggio dei verbali di votazione, conclusosi ieri.

 

Ha comunque fatto capire che il reclamo al Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario della Federazione (TEPJF) potrebbe venire interposto soltanto dopo un’assemblea informativa di massa, convocata per il prossimo sabato pomeriggio nello Zócalo della capitale.

 

Secondo l’analista politico e opinionista di El Gráfico Salvador García, questa mobilitazione è un tentativo di dare un po’ più di forza all’impugnazione, il cui sostegno sono le irregolarità riscontrate e denunciate da López Obrador nel conteggio dei voti.

 

Jorge Zepeda, esperto di El Universal, ha puntualizzato in questo senso che, anche se il risultato dell’elezione presidenziale fosse irreversibile, l’alleanza delle opposizioni “ha tutte le ragioni per mostrarsi sospettosa rispetto alla condotta delle autorità federali e ad alcune omissioni da parte dell’Istituto Federale Elettorale (IFE)”.

 

Si è inoltre detto fiducioso che i tribunali siano sufficientemente flessibili da fornire prove che tranquillizzino sia i vincitori che gli sconfitti.

 

Zepeda, per quanto riguarda il vincitore nelle urne (il candidato governativo Felipe Calderón), ha detto che questi può assicurare la stabilità a breve termine, ma non è così sicuro “che sia la miglior opzione per il lungo termine”, a meno che non formi un Governo sensibile agli interessi dei poveri.

 

Al termine del conteggio dei verbali di votazione nei 300 distretti elettorali del paese, secondo quanto si è saputo ieri, Calderón era in testa con il 35,88% dei più di 41 milioni di votanti che domenica scorsa si sono recati alle urne.

 

Il suo vantaggio su López Obrador sarebbe quindi di un risicato 0,57%, visto che quest’ultimo avrebbe raccolto il 35,31% dei consensi.

 

Il Partito Azione Nazionale (PAN) è il vincitore ufficiale della consultazione elettorale, ma la dichiarazione finale sull’esito di queste spetta al TEPJF, che ha tempo fino al 6 settembre prossimo per esprimere il suo giudizio sulle eventuali impugnazioni.