Il padre Camilo Torres

 

nella storia colombiana

 

 

20.2.06 - PL -

 

 

 

Secoli di resistenza e solidarietà forgiarono le ribellioni sociali della Colombia. Queste lotte che non soffrirono mai solitudine, conobbero il primo territorio libero dell'America nel palenque di La Matuna, diretto dallo schiavo africano Dionisio Biojó chi morì per mano degli spagnoli (Cartagena, 1621).

Più tardi, la rivoluzione dei “comuneros” (diretta tra gli altri da José Antonio Galán, 1781) discusse il cattivo governo del potere coloniale. Le accuse “comuneras” contribuirono a forgiare l'ideale emancipatore ed nel
1809 furono parzialmente contenute nel celebre “Memoriale delle offese”, di Camilo Torres, eminente indipendentista bolivariano (1766-1816).

Nel primo lustro del 1960, un altro Camilo irrompe con forza nella storia colombia
na. Figlio di padre anticlericale e madre critica dell'atteggiamento moralizzante dei preti, il giovane abbandona i suoi studi di diritto ed nel 1954 si ordina sacerdote. Quindi studia scienze sociali nell'Università di Lovaina (Belgio) ed nel 1959 ritorna al paese, dove la curia lo nomina cappellano dell'Università Nazionale di Bogotà.

La Colombia vive in quegli anni la torbida pace del Patto Nazionale, accordo celebrato dagli ex presidenti Alberto Lleras Camargo (liberale) e Laureano Gómez (conservatore) dopo la caduta del governo del generale Gustavo Roja Pinilla (1953-57). Sinistra ed antidemocratica per i suoi contenuti, l'alternanza del patto cercava di congiurare la rivalità di entrambe le fazioni che avevano dissanguato il paese (1949-53: 300 mila morti).

Mentre, migliaia di giovani della Colombia ed il continente seguono con attenzione le dietro le quinte di un cambiamento storico: la rivoluzione cubana, dove... un altro Camilo! (Cienfuegos) era entrato a L'Avana col suo cappello contadino cubano e montato a dorso di mula dietro i carri armati presi dai ribelli all'esercito repressore.

Di attività incessante e febbrile, Camilo Torres è professore universitario,
tecnico nell'Istituto di Riforma Agraria, fondatore della Facoltà di Sociologia vicino ad intellettuali come Orlando Fals Borda, stimolante degli studenti affinché attraversassero le sue conoscenze con la realtà dei poveri, presidente del primo Congresso Nazionale di Sociologia, autore di studi su sviluppo urbano, agrario e sull’allevamento ed universitario, e conferenziere in città dalla catena montuosa alle pianure, dalla selva alle coste del Pacifico ed i Caraibi.

Intanto, un altro evento: il Concilio Ecumenico Vaticano II, convocato dal papa Giovanni XXIII nonostante i settori retrogradi della Chiesa (11 ottobre 1962). Ed un anno dopo, la pubblicazione dell'enciclica Pacem in Terris, centrata sul tema della pace e la convivenza tra gli uomini, i paesi, le nazioni ed i blocchi di potere in cui si divideva il mondo.

Nel Concilio, Giovanni XXIII ricorda ai fedeli il dovere di prendere parte attiva alla vita pubblica, patrocina per lo stabilimento di un sistema sociale diretto dalla giustizia e la dignità umana e denuncia il lusso senza scrupoli di un piccolo gruppo di privilegiati che si contrappone alla miseria in cui vivono le masse dei diseredati (Mater et Magistra, 1961).

In giugno del 1963, i preti cattivi festeggiano la morte del papa buono. Uno destituisce Camilo dalla sua cattedra e così incomincia la persecuzione da chi veniva esponendo ai quattro venti il ricorrente e sotterrato dilemma dei cattolici, figlio di Dio-membro della società. “L'eucaristia” -scrive- “non ha senso senza un cambiamento radicale nelle strutture di potere... Il tema non è discutere se l'anima è mortale o non, quando la fame e la miseria lo sono”.

Nel 1964, dopo che il governo di Guillermo León Valencia bombarda con napalm i comuni di Marquetalia (dipartimento di Tolima), Camilo Torres tenta il contatto coi guerriglieri del Blocco Meridionale (semenzaio delle forze armate Rivoluzionarie, FARC, 1966).

Persuaso che il dovere di ogni cristiano è fare la rivoluzione, redige la Piattaforma del Fronte Unito del Paese colombiano (FUP), dove proclama l'astensione elettorale. Due tribunali speciali lo richiamano a giudizio per i delitti di sovversione, attentato alla sicurezza del paese ed associazione a delinquere.

“Controllare la veste talare / mio generale / che è nella guerriglia / un sagrestano!” Il 27 Luglio 1965 Camilo celebra la sua ultima messa, appende l’abito e si mette agli ordini dei comandanti Marco, Antonio e Fabio Vásquez Castaño, fondatori dell'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Negli ultimi mesi del 1965, il prete guerrigliero trasmette centinaia messaggi ai cristiani, ai militari, ai contadini, alle donne, ai sindacalisti, all'oligarchia, ai non allineati, ai disoccupati ed al FUP.

Il 15 febbraio 1966 Camilo Torres Restrepo muore in combattimento. Canta l'uruguaiano Daniel Viglietti: “... quando andava / per il suo fucile...” Il corpo non fu mai incontrato. Isabel Restrepo, sua madre, dichiarò: Camilo nacque quando l'ammazzarono.
 


 José Steinsleger - tratto da La Jornada