| 11 maggio 2006 | A. Núñez Betancourt | |
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AMERICA LATINA E CARAIBI-UNIONE EUROPEA
cubana la dichiarazione del Vertice
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Il contenuto della dichiarazione approvata
dai ministri degli Affari Esteri e adottata dai Capi di Stato e di Governo,
è una vittoria della Rivoluzione e delle posizioni che difendiamo, ha
affermato Carlos Lage, vicepresidente del Consiglio di Stato, in un incontro
con la stampa nazionale accreditata all’evento.
Lage ha aggiunto che questo risultato,
raggiunto dopo un’intensa discussione nella riunione ministeriale nella
giornata di giovedì, è frutto del prestigio goduto dalla Rivoluzione e del
sostegno dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi.
Per la prima volta in questo tipo di Vertice il
documento finale riconosce che non c’è un unico modello di democrazia e che
questa è un valore universale basato sulla volontà liberamente espressa dai
cittadini di determinare il proprio sistema politico, economico, sociale e
culturale.
Il Capo della delegazione cubana ha aggiunto
che la nostra Rivoluzione significa un profondo cambiamento sociale nella vita
dei suoi cittadini e ha ricordato che gli USA e l’UE hanno tentato di imporre
un unico modello che è abbastanza imperfetto.
Un altro aspetto, anche questo accettato per la
prima volta in una dichiarazione finale di una riunione di questo tipo è
quello riguardante il criminale blocco yankee contro Cuba, quando viene
segnalato: "Rifiutiamo fermamente tutte le misure coercitive di carattere
unilaterale con effetti extraterritoriali contrarie al diritto internazionale
e alle norme comunemente accettate del libero commercio. Abbiamo convenuto che
questo tipo di pratica costituisce una grave minaccia al multilateralismo. In
questo contesto e ricordando la Risoluzione 60-12 dell’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite, riaffermiamo le nostre ben note posizioni
sull’applicazione delle disposizioni extraterritoriali della Legge
Helms-Burton."
Il paragrafo 19 del documento sprona "tutti gli
Stati a negare un rifugio sicuro ai terroristi e a investigare e processare
come dovuto gli accusati di terrorismo, o a dare rapida risposta alle
richieste d’estradizione delle persone sospettate di aver commesso atti
terroristici, in accordo con il diritto internazionale applicabile, compresi
gli accordi bilaterali".
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