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Il Cile ‘Paese fratello’ entri nel progetto del
mega-gasdotto e si garantirà le forniture energetiche per i prossimi 150 anni.
Questa l’offerta del presidente venezuelano Hugo Chávez alla collega cilena,Michelle
Bachelet, nell’incontro di un’ora e venti a quattr’occhi in un albergo del
centro di Vienna, alla vigilia del vertice Ue-Alc. Secondo quanto riportano i
media cileni, che pubblicano a corredo della notizia anche una foto del
baciamano di Chávez alla Bachelet, al centro del colloquio informale c’è stato
proprio il progetto del gasdotto da 8 mila chilometri che Chávez da tempo
caldeggia per unire il Venezuela con l’Argentina, passando dalla Bolivia del suo
amico Evo Morales. “Siamo fornitori del nord che ha tecnologia, progresso e
risorse più di noi. Non vogliamo negare niente al nord - ha detto Chávez -
Voglio dare priorità al sud. Quindi il Cile, un paese fratello, sudamericano,
deve integrarsi al più presto nel Mega-gasdotto del Sud, per garantire gas ed
energia pulita ed economica ai cileni per 150 anni”, ha detto il presidente
venezuelano, secondo quanto riportato da radio Cooperativa. Al termine
dell’incontro, Chávez non ha mancato di esprimere la sua ammirazione per la
presidente socialista cilena, definendosi un “michelista, perché mi piace
Michelle - ha detto - e ciò che rappresenta, la dignità del popolo cileno”.
E c’è stato un botta e risposta a distanza tra il presidente messicano ed il suo
omologo venezuelano, agli antipodi per ciò che riguarda la gestione dello stato
e le questioni economiche. Il populismo in America Latina “rappresenta uno dei
grandi ostacoli alla crescita e allo sviluppo e una falsa partenza per
combattere la povertà”, ha detto a Vienna il presidente messicano, Vicente Fox,
nel corso di una conferenza stampa congiunta con il segretario generale dell’Onu,
Kofi Annan, e con il cancelliere federale austriaco, Wolfgang Schuessel, per il
4° vertice Ue-Alc. Pur senza nominare i presidenti di Venezuela e Bolivia, Hugo
Chávez e Evo Morales, Fox ha sottolineato che “è indispensabile una politica
forte in materia di sviluppo sociale, senza ingannare nessuno e priva di
populismi”. Quanto alle prossime elezioni del 2 luglio in Messico e al
subcomandante Marcos, il leader della guerriglia zapatista, Fox ha rilevato che
“Marcos uno dei tanti cittadini gira nel Paese in campagna elettorale, con
assoluta garanzia per la sua libertà di espressione”. Questo dimostra, ha
aggiunto il presidente uscente, che democrazia e libertà “sono pilastri
fondamentali della nuova società messicana, unitamente al rispetto dei diritti
umani”. Certamente a parole, ma nei fatti in Messico c’è poca garanzia per i
diritti umani, soprattutto nelle zone più povere del Paese. La risposta di
Chávez non ha tardato a farsi sentire: “Il neoliberismo ha iniziato il suo
declino ed è vicino alla fine” non si è fatta attendere: Chávez, rivolgendosi ai
cronisti del 4° vertice Ue-Alc in corso a Vienna, dopo aver posato nella foto di
gruppo insieme ai 60 capi di Stato e di governo dell’Unione europea e
dell’America Latina eCaraibi presenti al summit nella capitale austriaca, ha
sottolineato che “è iniziata una nuova era in America Latina. Qualcuno la chiama
populismo, cercando di sminuire la nostra bellezza. Ma è la voce del popolo - ha
detto il presidente venezuelano - che viene ascoltata”.
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