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Il vertice di Vienna si è svolto all’insegna delle
forti dichiarazioni dell’asse latino Morales-Chavez che va così a contrapporsi a
tutto il resto del mondo. Le loro decisioni di nazionalizzare la produzione di
gas e di petrolio preoccupano soprattutto l’Europa che predica la
“globalizzazione al servizio dell’Umanità, dei diritti umani e del progresso”.
Chavez difende la sua Terra, il suo patrimonio energetico per dare una speranza
ai suoi “desaparecido”, parla della crescita e del benessere dello Stato
socialista, denuncia il genocidio di Bush e le manovre dei grandi speculatori
petroliferi che, con una parola di Condoleeza Rice, vedono i propri utili salire
alle stelle. Parla di Blair come l’alleato principale di Hitler, di un
innamorato per la democrazia Americana, ma che presto si sveglierà perseguitato
da quello stesso amore.
ùQuella di Chavez è una guerra strategica, accoglie con piacere i capitali
cinesi e respinge con violenza i tentativi di colonializzazione delle compagnie
petrolifere europee, come l’Eni.La compagnia italiana chiude in questi giorni il
contenzioso fiscale con il Venezuela e si dichiara molto soddisfatta per aver
spuntato 30 milioni di euro invece che di 68 milioni, preparandosi così a
chiedere un risarcimento per la risoluzione del contratto. L’Eni tenterà
qualsiasi azione per difendere i propri interessi lì in Venezuela, e pare
proprio che abbia dimenticato come Mattei costruiva le alleanze per l’Energia:
ha creato una fiaccola per l’Italia dal nulla, cercando non la colonializzazione,
ma la cooperazione degli Stati produttori .
Le parole di Chavez sono molto più incisive di quelle di una dichiarazione di
guerra, perché giungono in un momento di forti preoccupazioni per il mercato
petrolifero, già martoriato dagli incendi e gli attentati in Nigeria.
Dichiara che un attacco all’Iran, potrebbe provocare una grande escalation
militare, per non dire una grande catastrofe energetica. Fa bene a ricordarlo,
perché al momento opportuno saranno altre le potenze che potranno dettare legge
e a quel punto l’America Latina sarà pronta, così come la Russia, a mettere in
ginocchio le Potenze di sempre che ormai cavalcano i loro declino.
Sono economie di “consumatori”, ormai non producono nulla ma acquistano e
rivendono, e infatti i gruppi di distribuzione sono in continua moltiplicazione;
sono dipendenti dal punto di vista energetico e sono indebitate, molto
indebitate.
Questo sarà forse il riscatto delle terre colonizzate da sempre, o l’inizio di
una nuova guerra nei confronti dell’ America Latina, fatta di dazi e “leggi
contro l’immigrazione”. Lo stesso Chavez ne è cosciente: sa benissimo che un
piano per eliminarlo è stato già scritto, che il suo sogno di liberare il suo
popolo “schiavo” non riuscirà a vederlo, ma forse lo faranno le prossime
generazioni. Parla di Stato socialista, ma ci tiene a precisare che è la
dottrina di Marx ad ispirare le sue azioni, quella stessa dottrina che intendeva
disfarsi dei Banchieri di Londra che hanno schiavizzato il mondo.
Allora Chavez è l’eroe dei due mondi, perché cerca di dare libertà e sicurezza
al suo popolo, e allo stesso tempo una lezione all’Occidente che ha dimenticato
i suoi pensatori, i suoi uomini, per far posto alla speculazione finanziaria e
all’Etnocidio dei popoli.
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