27 ottobre 2006 - www.granma.cu

 

 

Agenzie ONU censurano il blocco

 

statunitense contro Cuba

 

 

 

 

 

 

Almeno una ventina di agenzie del sistema delle Nazioni Unite rifiutano il blocco Usa contro Cuba per trattarsi di “una politica unilaterale” che ostacola la cooperazione economica e sociale con quell’Isola, sottolinea un rapporto ufficiale questo 27 ottobre elaborato dal Segretario Generale.

 

Le agenzie dell’ONU argomentano in questo documento il loro disaccordo sull’imposizione di misure coercitive da parte di Washington contro Cuba per più di 40 anni.

 

Questi organismi internazionali esigono l’annullamento del blocco a Cuba perchè viola norme del diritto internazionale.

 

Il rapporto, che include anche considerazioni di 100 paesi contrarie al blocco Usa contro Cuba, conferma la vigenza di un consenso universale che esige la sospensione di questa pratica ostile.

 

La Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL) ha censurato in particolare la decisione di Washington di rincrudire il blocco imposto a Cuba per più di 4 decenni per rendere più difficile la vita economica politica e sociale dell’Isola.

 

La CEPAL si riferisce a un resoconto delle autorità cubane, secondo il quale i danni diretti e indiretti accumulati nell’economia di quel paese sottosviluppato ammontano a 82 miliardi di dollari.

 

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) ha citato come esempio concreto degli effetti dannosi del blocco statunitense a Cuba i gravi problemi per acquistare citostatici per bambini malati di cancro.

 

I laboratori farmaceutici che avevano contratti con Cuba hanno dovuto sospendere il rifornimento di questi medicinali dopo essere stati comprati da multinazionali americane, ha sottolineato l’UNICEF.

 

Per la Conferenza dell’ONU sul Commercio e lo Sviluppo, gli effetti extraterritoriali del blocco imposto da Washington hanno conseguenze significative per Cuba data l’influenza di interessi nordamericani nelle impresse multinazionali.

 

A sua volta il Fondo di Popolazione dell’ONU sottolinea nel suo rapporto gli sforzi fatti da Cuba per contenere la propagazione dell’AIDS durante quasi 20 anni in qualità di paese bloccato dagli Stati Uniti.

 

Nel resoconto del Segretario generale, il Programma  ONU per lo Sviluppo (PNUD) ha ribadito l’impossibilità di acquistare equipaggiamenti e altri pezzi fabbricati dagli Usa o protetti da brevetti in questo paese.

 

Stando a ONU-Habitat, il blocco imposto a Cuba limita a questa nazione l’accesso ai prodotti chimici ed equipaggiamenti di basso costo per il trattamento di acqua e delle acque residuali, il che ha una negativa ripercussione nell’ambiente e nella sanità pubblica.

 

“Il sistema dell’ONU a Cuba ha incontrato difficoltà e limitazioni per realizzare progetti di cooperazione tecnica, soprattutto l’acquisto di equipaggiamenti e altri pezzi fabbricati negli Stati Uniti o con componenti fabbricati in questo paese”, ha sottolineato il PNUD.

 

Il resoconto del Segretario generale circola tra i membri delle Nazioni Unite come parte delle procedure previe al dibattito annuale del tema “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba”.

 

Stando al programma ufficiale, la 61° Assemblea Generale ha programmato dibattere questo tema l’8 novembre prossimo per 15° anno consecutivo.

 

Nelle 14 opportunità precedenti l’Assemblea Generale  ha approvato per schiacciante maggioranza una risoluzione con l’insistente richiesta al governo di Washington di finire il blocco a Cuba.

 

Queste votazioni hanno raggiunto l’anno scorso la cifra record di 182 voti a favore.