Sta avendo ampie ripercussioni

la denuncia del rifiuto dei visti

alle cicliste cubane

L’Avana, 20 gennaio (PL)

 

 

La denuncia fatta dalla Federazione Cubana del Ciclismo (FCC) dopo il rifiuto della concessione dei visti a due cicliste cubane e al loro allenatore da parte del Governo nordamericano, domina oggi l’ambito sportivo locale.

 

José Peláez, presidente della FCC, ha informato che le cicliste Yoanka González e Yumari González, così come il loro allenatore Leonel Alvarez, non potranno partecipare alla terza fase della Coppa del Mondo perchè il governo degli Stati Uniti ha negato loro il visto.

 

La sede dell’importante evento, di classificazione per il prossimo campionato mondiale, è la citta di Los Angeles (California).

 

"Abbiamo compiuto per tempo e nelle forme prescritte tutto il processo di richiesta presso l’Ufficio d’Interesse degli Stati Uniti all’Avana, ma non hanno concesso i visti", ha denunciato Peláez.

 

"Questo fatto viola nuovamente l’impegno di ogni comitato organizzatore di eventi sportivi internazionali ad assicurare l’ingresso nel paese sede di tutti gli atleti, tecnici e dirigenti convocati", ha aggiunto il dirigente federale.

 

Peláez ha enfatizzato che la posizione degli USA viola quanto stabilito dal Comitato Olimpico Internazionale (COI) e dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI).

 

La decisione del Governo USA attenta ai principi della Lettera Olimpica e lascia ancora una volta sportivi e dirigenti cubani fuori da una gara internazionale.

 

Negare i visti agli atleti cubani fa parte di una storia lunga 40 anni, con casi molto noti come quelli dei Giochi Centroamericani e dei Caraibi del 1966 a San Juan, a Porto Rico.

 

In quell’occasione la delegazione della Maggiore delle Antille fu costretta a viaggiare via mare e a sbarcare in piccole scialuppe a causa della proibizione degli Stati Uniti agli aerei cubani di atterrare nell’aeroporto di San Juan e alle navi di attraccare nei porti locali.

 

Negli ultimi cinque anni sono state potenziate tutte le arbitrarie misure contro il movimento sportivo cubano, compresi deplorevoli casi che hanno visto impedire ad atleti o dirigenti federali della nazione dei Caraibi di prendere parte a importanti eventi.

 

L’elenco sarebbe lungo, ma vanno ricordati i casi verificatisi in occasione di competizioni significative come la Coppa Mondiale di lotta libera nell’aprile del 2003 e vari tornei preolimpici, di classificazione per i giochi di Atene, svoltisi tra la fine di quell’anno e i primi mesi del 2004.

 

A 60 allenatori o dirigenti federali di 17 discipline è stato impedito di partecipare alle gare, ai congressi o alle riunioni organizzati dal movimento olimpico internazionale tra il 2002 ed il settembre del 2004.