Il governo della Bolivia,
davanti alle resistenze imprenditoriali, studia la forma per far tornare
allo Stato le terre oziose nelle mani dei proprietari terrieri, per la loro
distribuzione tra i contadini poveri che ne hanno bisogno per la loro
sussistenza.
Il presidente Evo Morales ha detto che sta analizzando una norma legale per la
reversione di queste proprietà, in compimento della sua politica agraria, e ha denunciato che molti imprenditori agricoli hanno accaparrato terre con
fini speculativi e non per produrre.
In un discorso fatto nella località di Caracollo, 194 chilometri a
sud della capitale, Morales ha chiesto pazienza ai contadini poveri che
esigono terre ed annunciato che queste domande si risolveranno a poco a poco,
senza necessità che ci siano occupazioni di appezzamenti.
Inoltre ha chiesto il rispetto della proprietà privata, in allusione alla recente
occupazione di terreni nella città meridionale di Oruro, mentre il
vicepresidente, Álvaro García, ha chiamato gli imprenditori agricoli a
ritornare al dialogo col governo.
I proprietari terrieri hanno interrotto le conversazioni poiché il governo non
ha accettato la loro richiesta di astenersi dal ripartire terre fiscali tra i
contadini poveri. García, affinché abbandonino il loro atteggiamento, ha
offerto
di non modificare la legislazione agraria senza consultarli.
Il cardinale cattolico Luis Terrazas ha richiamato al dialogo e all'accordo
tutti i settori inclusi nel conflitto per la terra, col proposito di evitare
una lotta fratricida, allo stesso tempo ha segnalato che non si devono
fomentare né gli egoismi né le ambizioni.
La tensione sul campo, dovuta alle resistenze degli imprenditori alla nuova
politica agraria, si é alleggerita l'ultimo fine settimana, col ritiro di un
gruppo di contadini poveri dalle terre occupate nell'oriente del paese.
Il ritiro ha messo in dubbio l'efficacia di una strategia che,
secondo il governo, propizia scontri con fini elettorali, ed é diventato
effettivo dopo reiterate invocazioni del Presidente contro le occupazioni delle
terre.
Circa 60 contadini, che avevano occupato delle terre la cui proprietà è
rivendicata dall'imprenditore Luis del Rio, hanno abbandonato tranquillamente la
proprietà, nella zona di Guarayos, ma hanno avvisato che torneranno a
prendersele se non è concesso loro un'altra area per sopravvivere.
Questi appelli sono accompagnati dalla sicurezza sulla rivoluzione agraria
annunciata che parte dalla stretta esecuzione della Costituzione e degli
ordinamenti giudiziari che dichiarano illegale il latifondo e dispongono la
reversione allo Stato di terre oziose o di dubbiosa legalità, per la loro
distribuzione tra contadini.
Dopo il ritiro degli occupanti, si sono ritirati anche mezzo centinaio di
poliziotti stabiliti a Guarayos per evitare nuovi tumulti, come gli scontri
della settimana scorsa tra gli occupanti ed elementi contrattati da Del Rio
per sloggiarli.
Due feriti sono stati il saldo degli incidenti, del quale, il ministro di Sviluppo
Agronomo e dell'Allevamento, Hugo Salvatierra, ha incolpato proprietari
terrieri e regionalisti.
Li ha accusati, inoltre, di pagare per le occupazioni delle loro stesse proprietà,
al
fine che ci sia spargimento di sangue, per destabilizzare l'Amministrazione.
Il governo ha anche annunciato il dialogo con i minatori della
regione meridionale di Oruro che mantengono occupati terreni di espansione
industriale e chiedono la consegna degli stessi per
costruire case dove abitare.
Parte di queste proprietà sono state sgombrate la settimana scorsa, in
un'operazione nella quale un poliziotto é morto colpito da pallottole in
circostanze poco chiare, incidente che il governo sta investigando e del quale
è esclusa la Polizia, perché si sa che non ha usato armi.
Ig/mrs