14 giugno 2006 -PL

 

Il presidente conferma la decisione

di ridare le terre allo Stato

 

 

Il governo della Bolivia, davanti alle resistenze imprenditoriali, studia la forma per far tornare allo Stato le terre oziose nelle mani dei proprietari terrieri, per la loro distribuzione tra i contadini poveri che ne hanno bisogno per la loro sussistenza.

Il presidente Evo Morales ha detto che sta analizzando una norma legale per la reversione di queste proprietà, in compimento della sua politica agraria, e ha denunciato che molti imprenditori agricoli hanno accaparrato terre con fini speculativi e non per produrre.

In un discorso fatto nella località di Caracollo, 194 chilometri a sud della capitale, Morales ha chiesto pazienza ai contadini poveri che esigono terre ed annunciato che queste domande si risolveranno a poco a poco, senza necessità che ci siano occupazioni di appezzamenti.

Inoltre ha chiesto  il rispetto della proprietà privata, in allusione alla recente occupazione di terreni nella città meridionale di Oruro, mentre il vicepresidente, Álvaro García, ha chiamato gli imprenditori agricoli a ritornare al dialogo col governo. I proprietari terrieri hanno interrotto le conversazioni poiché il governo non ha accettato la loro richiesta di astenersi dal ripartire terre fiscali tra i contadini poveri. García, affinché abbandonino il loro atteggiamento, ha offerto di non modificare la legislazione agraria senza consultarli.

Il cardinale cattolico Luis Terrazas ha richiamato al dialogo e all'accordo tutti i settori inclusi nel conflitto per la terra, col proposito di evitare una lotta fratricida, allo stesso tempo ha segnalato che non si devono fomentare né gli egoismi né le ambizioni.

La tensione sul campo, dovuta alle resistenze degli imprenditori alla nuova politica agraria, si é alleggerita l'ultimo fine settimana, col ritiro di un gruppo di contadini poveri dalle terre occupate nell'oriente del paese.

Il ritiro ha messo in dubbio l'efficacia di una strategia che, secondo il governo, propizia scontri con fini elettorali, ed é diventato effettivo dopo reiterate invocazioni del Presidente contro le occupazioni delle terre.

Circa 60 contadini, che avevano occupato delle terre la cui proprietà è rivendicata dall'imprenditore Luis del Rio, hanno abbandonato tranquillamente la proprietà, nella zona di Guarayos, ma hanno avvisato che torneranno a prendersele se non è concesso loro un'altra area per sopravvivere.

Questi appelli sono accompagnati dalla sicurezza sulla rivoluzione agraria annunciata che parte dalla stretta esecuzione della Costituzione e degli ordinamenti giudiziari che dichiarano illegale il latifondo e dispongono la reversione allo Stato di terre oziose o di dubbiosa legalità, per la loro distribuzione tra contadini.

Dopo il ritiro degli occupanti, si sono ritirati anche mezzo centinaio di poliziotti stabiliti a Guarayos per evitare nuovi tumulti, come gli scontri della settimana scorsa tra gli occupanti ed elementi contrattati da Del Rio per sloggiarli.

Due feriti sono stati il saldo degli incidenti, del quale, il ministro di Sviluppo Agronomo e dell'Allevamento, Hugo Salvatierra, ha incolpato proprietari terrieri e regionalisti.

Li ha accusati, inoltre, di pagare per le occupazioni delle loro stesse proprietà, al fine che ci sia spargimento di sangue, per destabilizzare l'Amministrazione.

Il governo ha anche annunciato il dialogo con i minatori della regione meridionale di Oruro che mantengono occupati terreni di espansione industriale e chiedono la consegna degli stessi per costruire case dove abitare.

Parte di queste proprietà sono state sgombrate la settimana scorsa, in un'operazione nella quale un poliziotto é morto colpito da pallottole in circostanze poco chiare, incidente che il governo sta investigando e del quale è esclusa la Polizia, perché si sa che non ha usato armi.


Ig/mrs