m ercoledì, 03 Maggio 2006 - di Fabrizio Casari tratto da http://www.altrenotizie.org/ |
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La
data in calce è quella del 1° maggio, festa dei lavoratori. E' apposta sul "Decreto
supremo 28701 - Eroi del Chaco", che a loro volta sono numero e nome del
Decreto presidenziale a firma del Presidente Evo Morales, con il quale la
Bolivia torna ad essere proprietaria delle sue ricchezze. Così come
espressamente precisato nel Decreto, le imprese straniere che lavorano in
Bolivia hanno ora centottanta giorni di tempo per sottoscrivere i nuovi
contratti petroliferi sulla base di una proprietà statale minima dell'82 per
cento delle quote. Questo per quanto concerne i prodotti stoccati e
commercializzati dal 2005 ad oggi, mentre per il futuro la quota minima
della proprietà statale delle quote, non potrà essere inferiore al cinquanta
più uno per cento. Una golden share di tutto rispetto che assegna il
carattere pubblico delle ricchezze del sottosuolo boliviano. A La Paz come a El Alto, migliaia di lavoratori hanno intonato l'inno nazionale per festeggiare la decisione presidenziale ed il Vice Presidente, Alvaro Garcia Linera, ha invitato alla mobilitazione popolare, affermando che "in questa misura ci giochiamo la vita dei boliviani; dobbiamo difenderla, rifiutando pressioni di qualunque genere da parte di qualunque impresa, governo o traditori. La Patria rinasce - ha aggiunto il Vice Presidente - e con questa decisione onoriamo i nostri morti e difendiamo la sovranità dei boliviani". Fonti della Camera degli Idrocarburi, riportate dal giornale spagnolo ABC, hanno dichiarato che sono in corso riunioni dei suoi organi direttivi per esaminare il testo del provvedimento ed hanno affermato che "a partire da ora tutto può succedere, la Bolivia sta cominciando a vivere, come il Venezuela". La società petrolifera Andina, filiale boliviana della multinazionale spagnola a partecipazione argentina Repsol YPF si è detta anch'essa impegnata nell'analizzare e valutare il Decreto presidenziale prima di emettere un giudizio definitivo. La
nazionalizzazione degli idrocarburi era del resto la parola d'ordine della
popolazione che era scesa in piazza per costringere alla fuga "El gringo"
Gonzalez Sanchez de Losada, l'ex presidente boliviano che aveva appunto
firmato la legge che consegnava nelle mani straniere le risorse nazionali.
Dopo la privatizzazione degli idrocarburi, i dirigenti della Repsol solevano
ripetere che per ogni dollaro investito nel sottosuolo boliviano, ne
incassavano dieci. Da domani saranno altre ed a favore di altri le
proporzioni tra investimenti e resa. Se le multinazionali, così premiate dai
favori di Sanchez de Losada, vorranno adeguarsi, bene; diversamente potranno
seguirlo a Miami.
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