L’integrazione sudamericana

 

prende forza in Bolivia

 

 

Cochabamba,10 dicembre 2006 - M.H.Garrido www.granma.cu

 

 

L’aspirazione all’unità e alla complementarietà ha acquistato forza per le 12 nazioni componenti la Comunità Sudamericana delle Nazioni (CSN), dopo che i loro presidenti hanno assunto nuovi progetti di cooperazione.

 

I presidenti di Bolivia, Brasile, Venezuela, Perù, Cile, Paraguay, Uruguay e Guyana, così come i rappresentanti dei presidenti assenti di Colombia, Ecuador, Suriname e Argentina, hanno deciso sabato di collocare la prima pietra del processo d’integrazione, firmando in calce un testo finale di questo foro, denominato anche Dichiarazione di Cochabamba.

 

Il documento riconosce l’influenza negativa del processo di globalizzazione nelle economie della regione, cosa che ha reso necessario cominciare a costruire alternative.

 

Queste, precisa il testo, puntano alla ripresa della crescita e alla preservazione degli equilibri macroeconomici.

 

La dichiarazione riconosce inoltre che è necessario mettere l’accento sulla redistribuzione della rendita come strumento per l’eliminazione dell’esclusione sociale e la riduzione della povertà, così come per diminuire la vulnerabilità esterna.

 

L’integrazione regionale è, di fronte a questa situazione, uno strumento per evitare che la globalizzazione approfondisca le asimmetrie e contribuisca all’emarginazione economica, sociale e politica, puntualizza il testo.

 

La costruzione della Comunità Sudamericana delle Nazioni, aggiunge, persegue lo sviluppo di uno spazio integrato in campo politico, sociale, culturale, economico, finanziario, ambientale e infrastrutturale.

 

Segnala anche che l’iniziativa è necessaria per porre fine ai grandi flagelli che colpiscono la regione, come la povertà, l’esclusione e la persistente disuguaglianza sociale.

 

Questi problemi – aggiunge – si sono trasformati negli ultimi anni in una preoccupazione centrale di tutti i governi nazionali e la loro risoluzione è necessaria per costruire un mondo multipolare, equilibrato, giusto e basato su una cultura di pace.

 

I presidenti sudamericani si sono proposti un nuovo modello d’unità, con una sua identità peculiare, pluralista, rispettosa di diversità e differenze, nonché delle diverse concezioni politiche e ideologiche dei nostri paesi.

 

Hanno deliberato in questo senso che la terza edizione di questi incontri si svolgerà l’anno prossimo nella città colombiana di Cartagena de Indias.

 

Caracas sarà sede anche nel 2007 di un Summit energetico, mentre per un anno Río de Janeiro si accaparrerà l’ufficio della segreteria pro tempore del gruppo di nazioni.

 

Il II Summit dei presidenti del Sudamerica si è svolto simultaneamente al Forum Sociale Mondiale per l’Integrazione dei Popoli, che ha visto la partecipazione di più di 4.000 delegati provenienti da tutte le parti del mondo, a nome di più di 300 organizzazioni.

 

Il fatto insolito è stato che i rappresentanti dei movimenti indigeni e contadini si sono guardati bene dallo scendere in strada per protestare contro l’appuntamento dei presidenti e si sono invece riversati, in chiusura, nello stadio Félix Capriles.

 

Durante quest’iniziativa di massa hanno ribadito la volontà di integrarsi a favore delle maggioranze, storicamente emarginate.

 

Il giorno prima il Presidente boliviano Evo Morales (anfitrione dei due Vertici) ha criticato , in mezzo ad un mare di bandiere di tutti i paesi sudamericani e delle nazioni originarie, i piani destabilizzatori di un’opposizione che si trincera dietro i due terzi come modalità di votazione nella Costituente.

 

Ha inoltre denunciato che gli oligarchi del paese stanno organizzando scioperi e blocchi con questa parola d’ordine, mentre il loro obiettivo era quello di far fallire l’incontro dei movimenti sociali e della CSN.

 

Morales ha riferito che i leader civici e i capi dipartimentali che aderiscono a queste iniziative praticano una doppia morale e sono interessati solamente a danneggiare la Bolivia.

 

Subito dopo ha indicato che risulta chiaro che quel che non vogliono perdere sono i loro privilegi e lo sciopero della fame da loro proclamato punta a rovesciare il Governo democratico della Bolivia.

 

Si è anche mostrato molto incoraggiato dal sostegno ricevuto dal Governo in tutti i posti dove si reca. Ha affermato che la gente vuole resistenza e assicurato che si può contare sulla forza del popolo.

 

Lo statista ha stimato che, di fronte alle nuove minacce di scissione e misure di protesta, i boliviani e le loro Forze Armate non permetteranno che gli siano strappate le loro conquiste sociali.

 

La chiusura del Forum Sociale e del Vertice dei presidenti sudamericani ha visto un grande concerto con canti e balli tradizionali, che ha suggellato l’unità di migliaia di uomini e donne che, dalla città di Cochabamba, hanno scommesso su una nuova America Latina.

 

La II CSN ha visto la partecipazione dei presidenti Evo Morales (Bolivia), Luíz Inacio Lula da Silva (Brasile), Michelle Bachelet (Cile), Nicanor Duarte (Paraguay), Barran Jadeo (Guyana), Alan García (Perù), Tabaré Vázquez (Uruguay) e Hugo Chávez (Venezuela).

 

Hanno partecipato anche alti rappresentanti d’Argentina, Colombia ed Ecuador come membri del blocco e Messico e Panama come invitati.

 

 

 

Evo Morales: La Bolivia sarà il centro

 

dell’Unione Sudamericana

 

 

La Paz,7 dicembre 2006 - M.H.Garrido www.granma.cu

 

 

Il presidente boliviano Evo Morales ha ribadito che questa città e il suo paese saranno il centro e lo scenario storico della creazione della lungamente attesa Unione Sudamericana.

 

In un incontro con i giornalisti nel II Vertice Sudamericano delle Nazioni (VSN) che verrà inaugurato domani, Morales ha spiegato che sono state create tutte le condizioni per la partecipazione di più del 90% dei 13 capi di Stati membri di questo organismo regionale.

 

Il Presidente ha confermato che solo il presidente colombiano Alvaro Uribe ha giustificato la sua assenza  all’appuntamento per problemi di lavoro.

 

Ha anche anticipato che, come parte del programma ufficiale, sosterrà riunioni bilaterali con tutti i presidenti e rappresentanti di organismi internazionali che arriveranno a Cochabamba.

 

In particolare ha sottolineato l’interesse che destano i suoi incontri con i presidenti Luis Inácio Lula da Silva (Brasile), Alan García (Perù), Michelle Bachelet (Cile), Tabaré Vázquez (Uruguay)  Nicanor Duarte (Paraguay).

 

Il capo di stato Boliviano, un appassionato dell’integrazione latinoamericana, ha detto che l’unità  continentale è vicina come non lo è mai stata prima e ciò si deve fondamentalmente alla lotta  dei movimenti sociali.

 

A proposito del Foro Sociale,  che riunisce dal 6 dicembre più di 2.500 delegati di tutto il pianeta, ha anticipato che si riunirà con i suoi partecipanti e ha precisato che le proposte che ne deriveranno verranno valutate dai presidenti della regione.

 

 

Sottolineata la dimensione universale di Fidel

 

 

La dimensione universale del Presidente cubano, Fidel Castro, è stata segnalata a Cochabamba durante la presentazione del libro “Cien horas con Fidel”, del giornalista  ispano-francese, Ignacio Ramonet, ha segnalato PL.

 

Membri di gruppi di solidarietà con Cuba e delegati del Foro Sociale per l’Integrazione dei Popoli, hanno segnalato che il volume permetterà loro di conoscere meglio la storia della  Rivoluzione cubana.

 

Il boliviano Gonzalo Vizcaya, ha segnalato che nella  recente conversazione di Ramonet con il leader latino americano si apprezza la vocazione umana di Fidel come statista e rivoluzionario.

 

“È emozionante la conoscenza di Fidel dei problemi della nazione del detto Terzo Mondo e la sua preoccupazione costante per la cooperazione con altre nazioni e in particolare con la Bolivia, nei settori della salute e dell’educazione” ha detto.

 

Vari oratori hanno augurato a Fidel una rapida guarigione ed hanno espresso sentimenti d’amicizia e gratitudine per la sua solidarietà con il popolo boliviano.

 

 

Respinto il TLC con gli USA

 

 

Gli indigeni e i contadini peruviani che partecipano al Foro Sociale per l’integrazione dei popoli, hanno respinto il TLC firmato dal governo del loro paese con gli Stati Uniti.

 

Víctor Silupú, della località di Piura, ha detto a PL che nella sua regione  sono grandi coltivatori, ma per beneficiare il continente e non per ingrassare il mercato statunitense per una decisione del presidente che non ha ascoltato il suo popolo.
 

 

 

È allo studio la creazione della Comunità

 

Sudamericana delle Nazioni

 

 

La Paz, 5 dicembre 2006 (RHC)

 

 

Il presidente boliviano, Evo Morales, ha annunciato l’insediamento di una commissione che studierà le modalità per creare una Comunità Sudamericana delle Nazioni, simile all’Unione Europea, hanno informato diversi media locali.

 

Questa proposta d’integrazione si baserà sullo sfruttamento delle risorse naturali per il mutuo beneficio dei popoli, stando a quanto detto dallo stesso Morales citato dal quotidiano El Deber.

 

Il Capo dello Stato boliviano ha informato che prevede di ispezionare nelle prossime ore l’organizzazione del II Vertice Sudamericano delle Nazioni, che si svolgerà l’8 e il 9 nella città di Cochabamba.

 

L’appuntamento vedrà la presenza di almeno 11 presidenti, compresi quelli del Messico e del Canada, che parteciperanno in veste di osservatori.

 

Stando alle fonti, Morales ha informato che sono stati fatti importanti progressi nelle commissioni dei viceministri e ministri degli Esteri dei paesi membri.

 

Ha aggiunto che durante questo Vertice verrà approvata la creazione di una commissione che lavori a partire da questa data alla costituzione della Nazione Sudamericana o Comunità Sudamericana.

 

"Questo significa che la Bolivia potrebbe passare alla storia, perchè vi inizierà la gestazione della vera e reale unità della Comunità Sudamericana", ha puntualizzato Morales.

 

Ha nuovamente espresso una sana invidia per l’Unione Europea che, "anche se manca di risorse naturali come il Sudamerica, sviluppa meglio il suo potenziale".

 

Ha segnalato che se la sua nazione e i paesi sottosviluppati impareranno ad approfittare bene delle loro risorse naturali, le loro economie miglioreranno. Facendo riferimento alla mancanza iniziale di entusiasmo tra alcuni suoi omologhi dell’area, ha indicato che quando questi hanno compreso i problemi economici dei movimenti sociali, operai e contadini, hanno riflettuto e accettato di scommettere sull’Unione Sudamericana.

 

Il II Vertice passerà alla storia per la singolare idea di far coincidere la riunione presidenziale con il Vertice Sociale per l’Integrazione dei Popoli.

Questo evento avrà 93 tavole di discussione e un’agenda propria da dibattere, ha annunciato ai mass media il responsabile dell’area politica dell’Assemblea Permanente dei Diritti Umani della Bolivia, Edwin Claros.

 

Claros ha manifestato che l’importanza del Vertice deriva dal sostegno e dal lavoro sostenuto dallo Stato boliviano per abbinare per la prima volta due attività di alta importanza.

 

È stato reso noto anche che le rivendicazioni della società civile verranno consegnate direttamente ai capi di Stato affinché elaborino politiche che poi potranno diventare leggi a vantaggio dei differenti settori sociali.

 

Circa 2.500 delegati di comunità indigene, operai, intellettuali e dirigenti sindacali parteciperanno al Vertice Sociale.

 

L’obiettivo dell’iniziativa sarà quello di avanzare nella costruzione di opzioni d’integrazione per le Americhe che siano in funzione degli interessi dei popoli e privilegino la solidarietà, l’equità e complementarità tra le nazioni, affermano i documenti resi pubblici.

 

Secondo gli organizzatori dell’evento, a partire da mercoledì 6 si riunirà il vertice sociale, il 9 comincerà il segmento presidenziale del Vertice, che si prevede di festeggiare e chiudere con un grande concentramento nello stadio Feliz Capriles.