Costituente e autonomie, in Bolivia (ri)vince Evo Morales
| La Paz martedì 4 luglio 2006 | P.Stefanoni |
Con quasi
il 60% dei voti scrutinati per l'Assemblea costituente e la vittoria del no nel
contemporaneo referendum sulle autonomie regionali, il governo izquierdista di
Evo Morales ha superato la prova delle urne 5 mesi dopo aver assunto la
presidenza. |
La Paz 3 luglio 2006 |
VOTO SU COSTITUENTE, MORALES VINCE DI MISURA
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Alle elezioni per l'Assemblea Costituente ha vinto il partito del presidente Evo Morales. Il Movimento al Socialismo (Mas) non ha però ottenuto il risultato ambito, ovvero quei due terzi dei seggi (o la maggioranza assoluta) che gli avrebbero permesso di approvare da solo il testo della nuova Carta Magna.
Il giorno dopo le elezioni boliviane, esperti e stampa locale concordano: Morales sarà obbligato a giungere a patti e a stilare alleanze con altre forze politiche. Come scrive un analista de Los Tiempos, i risultati ''forzano il partito governante a realizzare una serie di accordi con i partiti all'opposizione''. Il che è un processo ''sano per la democrazia, quando permette un dialogo plurale ed eterogeneo''.
Il voto di domenica è stato interpretato e letto in modo opposto, a seconda dei punti di vista. Soddisfatto Morales, che ha annunciato una ''rivoluzione agraria'' e non una semplice riforma, come sottolinea El País. L'Assemblea, ritiene il presidente, ''non solo libererà i popoli, ma anche le risorse naturali''. Morales, che lo scorso maggio ha nazionalizzato gli idrocarburi del secondo paese più povero della regione (una scelta che potrebbe avere importanti conseguenze anche sul resto dell'America latina), sostiene che la Bolivia abbia bisogno di un nuovo ''regime economico'' basato sulla gestione statale delle risorse. E dopo il gas e il petrolio, la trasformazione lanciata da Morales riguarderà la distribuzione della terra.
Al contrario, gli oppositori del presidente parlano di sconfitta del Mas. I critici accusano poi Morales di seguire pedissequamente la linea tracciata dal Venezuela di Hugo Chávez.
L'Assemblea Costituente inizierà i suoi lavori nella città di Sucre il prossimo 6 agosto e avrà tempo un anno per elaborare il nuovo testo della Carta Magna, che alla fine dovrà essere ratificata tramite referendum.
Nel frattempo, domenica i boliviani sono stati chiamati alle urne anche per un altro referendum: quello sulle autonomie. Il ''no'' (che il Mas ha sostenuto con forza nelle ultime due settimane) ha vinto in cinque 'regioni' su nove, ovvero le più povere e quelle in cui l'indigenismo di Morales è più radicato. Nelle altre quattro ha dominato il ''sì'': in particolare, un maggiore autogoverno viene reclamato da Santa Cruz, l'area più ricca della Bolivia, dove si concentrano le industrie. Proprio lo spinoso tema delle autonomie, le risorse naturali e il modello di Stato saranno al centro dei lavori della Costituente. Il governo di Morales dice che è necessario ''rifondare la Bolivia'' con il nuovo testo. Obiettivi molto ambiziosi, soprattutto senza avere la maggioranza assoluta.
Indubbiamente Morales non potrà ignorare la forte opposizione
dei ceti imprenditoriali di Santa Cruz (e altre zone) e le esigenze
reclamate da chi chiede più autogoverno. La stampa parla di un paese
profondamente diviso dal punto di vista economico, geografico e sociale.
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La Paz 2 luglio 2006 |
Evo Morales ha proclamato la vittoria elettorale
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Il capo dello Stato della Bolivia, Evo Morales, ha proclamato la vittoria elettorale del governante Movimento al Socialismo (MAS) e ha ringraziato il popolo per il suo sostegno al consolidamento del processo di cambiamento in marcia.
Il presidente ha fatto un bilancio dell’elezione dei delegati all’Assemblea Costituente e del referendum sulle autonomie, svoltosi simultaneamente, in una conferenza stampa, affiancato dal vicepresidente Alvaro García e dal sindaco di La Paz Juan del Granado.
Dopo aver elogiato il carattere democratico della giornata, ha detto che il governante MAS ha ottenuto una tripla vittoria, che consolida la nazionalizzazione degli idrocarburi e l’obiettivo di cambiare il modello neoliberista.
Ha precisato che il rifiuto alle autonomie dipartimentali (provinciali) promosso dal Governo, si è imposto a livello nazionale con il 55%, stando alle cifre preliminari non ufficiali.
Morales ha riconosciuto la vittoria del sì nel referendum su questo tema in quattro dei nove dipartimenti del paese e ha detto che la Costituente dovrà rispettare questo risultato, ma anche discutere la richiesta di autonomia delle popolazioni di giurisdizioni minori e popoli indigeni.
Abbiamo superato, ha aggiunto, il 60% dei voti, ottenendo così più del 53,7% delle elezioni presidenziali del dicembre scorso e la maggioranza assoluta nell’Assemblea, che si insedierà il 6 agosto prossimo.
Dopo aver manifestato che il governo e il MAS si sentono rafforzati dai risultati, ha ringraziato il popolo e i movimenti sociali per il loro sostegno, che dà maggior forza al Governo, a differenza di altri esecutivi progressivamente logorati durante la loro gestione.
Ha sottolineato che le cifre citate consolidano definitivamente la nazionalizzazione degli idrocarburi e il cambiamento del modello neoliberista che tanto male ha arrecato alla Bolivia e danno alla sua amministrazione più forza per continuare a cambiare la Bolivia.
Morales ha ammesso che avrebbe voluto un appoggio elettorale maggiore – durante la campagna ha indicato l’obiettivo di un trionfo con il 70% dei voti – ma il risultato consolida il governo e il MAS, che è l’unico partito presente in tutto il paese.
Secondo quanto ha detto, contare su più del 60% dei cittadini è vitale per consolidare il processo di trasformazione del paese e portare avanti una rivoluzione democratica e culturale di carattere pacifico, che ponga fine allo sfruttamento e alla discriminazione e rivendichi i diritti dei popoli indigeni.
A proposito della maggioranza raggiunta nella Costituente, con 135 dei 255 membri dell’assemblea, ha sostenuto che il MAS ha utilizzato altre sigle in varie giurisdizioni nelle quali è ampiamente maggioritario, il che eleva questo numero a un livello che non ha precisato.
Alle domande della stampa sulle vittorie del sì nel referendum autonomistico, ha detto che l’unità nazionale è garantita ed espressa nel voto maggioritario per il “no” alle autonomie e dal 60% di voti al MAS.
Per quanto riguarda il fatto che il partito di governo e i suoi alleati non disporranno della maggioranza dei due terzi nella Costituente, necessari per controllare pienamente l’Assemblea, ha segnalato che il MAS dovrà integrare altre forze alla lotta per le rivendicazioni popolari.
Ha ricordato anche che questo foro, che si insedierà il 6 agosto nella meridionale città di Sucre, è una conquista delle lotte indigene e sociali iniziate nel 1990, alla quale si sono opposti i partiti tradizionali.
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