Oltre
all'imminente nazionalizzazione degli idrocarburi, l'agenda del governo
boliviano include un aumento dei tributi del settore minerario ed una
negoziazione per assumere il controllo delle imprese privatizzate.
Così ha comunicato il ministro di Pianificazione Economica, Carlos
Villegas, in una conferenza con la stampa straniera, nella quale ratificò la
decisione governativa di portare avanti un processo di decolonizzazione e di
smontaggio del neoliberalismo.
In quanto agli idrocarburi, la decisione è la nazionalizzazione, ha
manifestato l'alto funzionario, che ha aggiunto che la misura è preparata
dall'inizio del governo, il 22 gennaio, e che il presidente Evo Morales farà
a breve l'annuncio.
Senza più ampi dettagli, ha anticipato che la misura si traduce nel
controllo di tutta la catena produttiva degli idrocarburi e,
fondamentalmente, nel recupero dell'eccedenza per lo Stato boliviano.
Il governo è in condizioni di applicare politiche di questo tipo, perché né
il presidente né i suoi collaboratori sono compromessi con alcun gruppo di
potere.
Ha annunciato che i nuovi tributi che si riscuoteranno con la
nazionalizzazione non andranno alle prefetture (governi), municipi o
università, come succede ora con una parte di queste imposte, bensì ad un
fondo di sviluppo produttivo.
Alla domanda sulla situazione del settore minerario che paga tributi,
secondo gli esperti, di appena 3% ha segnalato che il governo analizza
cambiamenti e che gli stessi imprenditori sono coscienti che devono pagare
di più.
Villegas ha segnalato che si studiano anche cambiamenti nella legge delle
concessioni che non fissando termini, affinché i concessionari investano, si
presta alla speculazione da parte di impresari ricchi, come l'ex presidente
Gonzalo Sánchez di Lozada che fu colui che stabilì la legislazione
privatista vigente.
Ha annunciato anche misure per promuovere la prospezione mineraria ed un
regime per i minerali non metallici, come pure la revisione dei contratti a
rischio condiviso, firmati sotto il regime neoliberale.
Ha confermato inoltre la decisione governativa di recuperare il controllo
azionario delle imprese privatizzate da Sánchez di Lozada, per cui lo Stato
assumerà direttamente la rappresentanza di circa il 50% delle azioni di
ognuna, ora maneggiate da amministratori privati di pensioni.
Il piano consiste nell'acquisire piccoli pacchetti del 51% detenuti dalle
imprese straniere privatizzatici, in maniera tale che lo Stato abbia la
maggioranza azionaria e la decisione. Quest'acquisto è materia di
negoziazioni con queste imprese straniere, sulle quali Villegas non ha
voluto dare dettagli.
Ha scartato che tale formula si applichi alla compagnia privatizzata Lloyd
Aereo Boliviano (LAB), sull'orlo del fallimento per cattiva amministrazione,
e ha spiegato che il governo non può assumere il debito, di più di 150
milioni di dollari, accumulato dall'impresa.
Ha segnalato che qualunque altro governo avrebbe protetto la corruzione e si
sarebbe fatto carico delle perdite, ma non l'attuale che sa che il paese ha
bisogno di risorse per fini sociali, come l'educazione e la salute.
Ig/mrs