Evo Moraels a Cuba: L’incontro di due rivoluzioni |
Il neo-presidente della Bolivia, Evo Morales, ha proclamato all’Avana l’incontro di due rivoluzioni, la cubana e la boliviana, elogiando gli sforzi umanisti di Cuba e appellandosi all’America Latina per: “..liberarci dall’imperialismo nordamericano.”
Morales, significativamente, ha compiuto il suo primo viaggio all’estero
in qualità di capo di Stato proprio a Cuba, dopo aver appena vinto le elezioni
presidenziali. Ricevuto da Fidel Castro in persona, che l’ha atteso in
aeroporto, alla base della scaletta da cui è scesa l’intera delegazione
boliviana di circa 60 persone.
I due dirigenti hanno subito siglato un accordo che apre allo sviluppo di un intensa collaborazione con quel popolo sudamericano, principalmente in campo scolastico e sanitario.
Il trattato è stato firmato durante un incontro cubano-boliviano nel Palazzo delle Convenzioni, alla periferia della capitale. Fonti locali hanno reso noto che si tratta di un accordo di cooperazione fondamentale per la sanità, la scuola e lo sport.
Il primo punto del documento, letto pubblicamente da Morales, specifica che
sarà resa operativa un’unità cubano-boliviana per la cura oftalmológica
gratuita della popolazione del paese andino.
Spetterà ai cubani contribuire con la tecnologia più avanzata e con gli
specialisti, questi lavoreranno insieme ai medici boliviani che si laureano
nella Scuola Latinoamericana di Scienze Mediche, ELAM.
Una delle pietre angolari della nuova cooperazione tra le due nazioni, è
l’Istituto Nazionale di Oftalmologia di La Paz, appena attrezzato da Cuba, che
a breve potrà contare su di un centro a Cochabamba e su un altro a Santa Cruz.
Nell’ambito di questa collaborazione bilaterale, Cuba offre alla Bolivia
5.000 borse di studio per la formazione di medici e specialisti in Medicina
Generale Integrale. Nell'accordo è stato anche prevista l’assistenza cubana
per l’alfabetizzazione della totalità dei boliviani analfabeti entro 30 mesi,
a partire dal Luglio prossimo, oltre all’assistenza nel settore sportivo di
cui ha bisogno la Bolivia.
Fidel Castro durante l’incontro ha dichiarato: "Che cosa non faremmo noi
per i fratelli boliviani?", Morales, da parte sua ha proclamato:
“Insieme, tutti uniti possiamo cambiare la storia non solo della Bolivia ma di
tutta l’America Latina e liberarci dall’imperialismo nordamericano. Ritengo
che questo è l’incontro di due generazioni di lotta per la dignità, è
l’incontro di due rivoluzioni”.
Morales, a colloquio telefonico con il presidente venezuelano H. Chavez, ha
poi aggiunto: “La lotta del popolo cubano, soprattutto quella del Che, non
è stata vana. Hanno seminato ed ora si vedono i frutti, non soltanto in
Bolivia, bensì in tutta l'America latina".
A proposito della sua vittoria elettorale, Morales ha precisato che “..voglio dire Missione compiuta in questa lotta per la solidarietà e l’umanità. Questo trionfo è anche del popolo cubano che lotta permanentemente per la giustizia sociale. (..) Voglio dire a Fidel, a Chávez, e ad altri presidenti cui chiediamo appoggio nella lotta sulle questioni sociali, che Siamo decisi a farla finita coi mali del popolo ma abbiamo bisogno dell’impegno di tutti”.
In conferenza stampa, dopo l’incontro cubano - boliviano, il presidente cubano
ha paragonato la situazione in Bolivia con quella che cominciò a Cuba ben 47
anni fa, aggiungendo che “il fratello Evo possiede tutte le qualità per
dirigere il suo paese ed il suo popolo in quest’ora difficile che in realtà
non somiglia a nessun’altra.”
In un’analisi sulla situazione boliviana, ha definito “l’elezione
miracolo, l’elezione che ha scosso il mondo, l’impero e l’ordine insostenibile
imposto, perché Washington non può più ricorrere alle dittature come fece in
altre epoche, l’imperialismo non ha già più gli strumenti di prima, e nemmeno
potrebbero applicarli ancora. (..) Se Cuba aiuta ad aumentare la speranza di
vita dei boliviani, a ridurne la mortalità infantile, questo offende il
governo degli Stati Uniti.”
Evo Morales ha negato che la visita appena compiuta a Cuba danneggerà le relazioni del suo governo con quello degli USA. “Non ho mai avuto buone relazioni con Washington”, ha dichiarato, perché “..il Governo di quel paese mi ha sempre e solo accusato di tutto quello che si può..” Tuttavia, ha puntualizzato che con Washington cercherà di avere vincoli normali.
“Questi accordi appena firmati sono per la vita, per l’umanità, non sono un
delitto, benché magari lo siano per gli Stati Uniti. Anche se arrivano
minacce, ricatti e pressioni, non abbiamo nessuna paura. Chi non ci vuole
appoggiare che non ci appoggi”, ha affermato il Presidente boliviano.
Nonostante ciò, il leader cubano ha sottolineato di fronte alla stampa che la
vita di Evo Morales può essere seriamente minacciata dai suoi nemici.
“Il pericolo di omicidio è permanente. Lo dice uno che è sopravvissuto a 100 piani di assassinio. (..) Evo deve fare attenzione.”
Secondo quanto reso noto da autorità cubane presenti all’aeroporto, Morales trascorrerà il fine anno nella località boliviana dov’è nato; Orinoca.
Traduzione dallo spagnolo del Ccdp