Le relazioni tra
Bolivia e Stati Uniti oscillano tra il dialogo e la tensione, alla vigilia
di un incontro bilaterale di alto livello, senza che si siano risolti i
gravi problemi politici.
Il presidente boliviano, Evo Morales, ha confermato che si riunirà in Cile
il prossimo fine settimana con la segretaria di Stato nordamericana,
Condoleeza Rice, ed ha esortato questo paese a cessare le aggressioni e le
provocazioni contro il suo governo.
Il dialogo con la responsabile della diplomazia nordamericana si realizzerà
nella cornice degli atti di trasmissione del comando in Cile e Morales ha
segnalato che deve trattare solo temi economici e sono esclusi temi
riservati.
Tra questi ha menzionato il mantenimento di preferenze doganali
nordamericane per manifatture del suo paese e la preservazione del mercato
andino per la soia boliviana, minacciata dai trattati di libero commercio
stipulati dalle nazioni dell'area con Washington.
Allo stesso tempo, chiese all'ambasciatore nordamericano, David Greenlee,
sincerità, trasparenza e molta responsabilità nelle relazioni con la
Bolivia, in corrispondenza all'atteggiamento della sua amministrazione,
senza assi nella manica.
Ha segnalato che, a dispetto dei proclami nordamericani di buone relazioni e
cooperazione col suo governo, sto ricevendo molta aggressione e provocazione
dell'ambasciata e dal governo degli Stati Uniti.
Ha posto in rilievo l'assenza di Greenlee dalla recente cerimonia di saluto
protocollare del corpo diplomatico al Presidente ed il ritiro del visto di
entrata negli Stati Uniti alla senatrice Leonilda Zurita, con accuse
infondate di terrorismo, per le quali ha chiesto le prove.
Come terza aggressione, ha segnalato la recente notificazione della missione
militare nordamericana del ritiro di armamenti e macchinari somministrati
dal paese del nord ad un'unità antiterrorista di elite.
Morales ha precisato che tale posizione contraddice la politica contro il
terrorismo proclamata da Washington e squalifica la citata unità, ciò che
considera una misura contro di lui, perché la forza di elite dipende
direttamente dal Presidente.
Dopo aver ripetuto la sua richiesta all'ambasciatore Greenlee, di sincerità,
trasparenza e molta responsabilità, disse che il suo governo ha una politica
di relazioni e dialogo con tutti i paesi.
Ha ripetuto la decisione della sua amministrazione, di lottare per la
dignità e la sovranità nazionali, benché questo disturbi settori militari o
del governo degli Stati Uniti.
Interrogato sull'armamento la cui restituzione é pretesa da Washington, ha
detto che rimane valido il suo ordine di non consegnare nessun materiale e
che il suo governo non permette la manipolazione né l'umiliazione delle
forze armate.
“In ogni caso, se si tratta di restituire, dovrebbero restituirci i
missili”, ha aggiunto in riferimento al razzi terra-aria cinesi che la
missione militare degli Stati Uniti ha tolto dagli arsenali boliviani nell'
ottobre passato.
Il mandatario boliviano ha segnalato che se la restituzione dell'armamento
della forza di elite è sollecitata per canali diplomatici, allora valuterà
la domanda con i comandi militari ma ha insistito che non permetterà
umiliazioni.
Dopo essersi riunito col presidente per trattare la riunione con la Rice,
Greenlee ha cercato di minimizzare i problemi politici provocati dalla sua
rappresentanza e ha sostenuto che si tratta di situazioni che possono
superarsi.
Ig/mrs