Si é conclusa oggi senza incidenti di rilievo la campagna
elettorale per il fatidico appuntamento di domenica, in cui 3,5 milioni di
boliviani andranno alle urne per eleggere i 255 membri dell'Assemblea
Costituente, obiettivo perseguito da decenni dai settori indigeni e per un
referendum sulle autonomie delle regioni, a cui puntano invece i settori più
ricchi, per lo più i bianchi discendenti dagli europei.
''Ci riproponiamo di rifondare il Paese', ha ribadito il presidente Evo
Morales nel comizio finale del suo partito, il Movimento al socialismo
(Mas), che, con la nuova Costituzione, che sarà redatta entro un anno, vuole
modificare radicalmente l'attuale situazione politica, economica e
amministrativa del Paese che, storicamente, ha sempre favorito
l'establishment.
Con il passare delle settimane, però, lo scontro tra i due settori in cui
é spaccata la Bolivia si é centrato soprattutto sul referendum, in cui gli
abitanti delle regioni ricche - Santa Cruz, Cochabamba e Tarija, soprattutto
- sono per il 'sì', in pratica per essere in grado di gestire le loro
ingenti risorse, dal gas al petrolio, con un minimo intervento del potere
centrale, ora nelle mani di Morales.
''Le oligarchie vogliono mantenere i loro privilegi e frenare il processo
di cambiamento che abbiamo avviato'', ha assicurato il capo dello Stato,
invitando i settori indigeni a votare 'no'.
Secondo i sondaggi, però, mentre per l'Assemblea Costituente il Mas
dovrebbe prevalere, pur senza arrivare ai due terzi dei 255 membri, quorum
necessario per approvare le riforme costituzionali, per il referendum, nelle
regioni ricche dovrebbe imporsi, nella maggior parte dei casi nettamente, il
'sì'.
Insomma un aggrovigliato problema politico con il quale dovrà misurarsi
Morales poiché, mentre il governo sostiene che solo se il 'sì' si impone a
livello nazionale le autonomie prevarranno sulle decisioni della
Costituente, l'establishment, in particolare quello di Santa Cruz, afferma
che il risultato di domenica dovrà essere recepito comunque dalla nuova
Carta Magna, senza tener conto se, con il voto di altre regioni, finirà per
avere la meglio il 'no'.
(ANSA)