Ora tocca al
settore agricolo
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Martedì 9 Maggio 2006 - 13:14
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Cristiano Tinazzi
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Lo stato boliviano assumerà il
controllo di cinque imprese transnazionali che operano nel Paese andino la
prossima settimana ha fatto sapere questa domenica il Ministro degli
Idrocarburi, Andrés Solíz Rada. Il ministro ha annunciato che la industria
statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (YPFB) sarà incaricata di
designare le autorità che difenderanno gli interessi dei cittadini boliviani nel
segno della nuova composizione azionariale di Andina (filiale della Repsol YPF),
Chaco e Tranredes. “Durante tutto il processo di capitalizzazione, i
rappresentanti boliviani nelle imprese private erano per una parte cittadini
spagnoli, e per il resto di altre nazionalità”, ha puntualizzato il ministro. A
partire da adesso “la gente vuole sapere chi li rappresenta e il parlamento chi
deve convocare”. Jorge Alvarado, presidente della YPFB, ha stimato che per la
prossima settimana saranno completamente definiti tutti i membri del direttorio.
Secondo Freddy Morales, corrispondente di Telesur a La Paz, gli amministratori
del Fondo de Pensiones (AFP) saranno incaricati di designare i membri boliviani
nella direzione delle imprese private. Per adesso, con la nazionalizzazione
degli idrocarburi, si stabilisce che lo stato assumerà il 51% delle azioni della
Andina, della Chaco e della Transredes, così come succederà poi per le altre
raffinerie. Questo fatto annuncia un nuovo impulso al processo di
nazionalizzazione del petrolio e del gas previsto nei primi giorni della
prossima settimana. E una inchiesta realizzata dall’agenzia argentina OPMS
rivela che una buona fetta degli argentini è favorevole al fatto che il governo
argentino di Néstor Kirchner, seguendo l’esempio boliviano, faccia un decreto
sulla nazionalizzazione degli idrocarburi. Il sondaggio, stilato su un campione
di 1100 persone in diverse parti dell’Argentina e pubblicato domenica scorsa
sulle pagine del quotidiano ‘Página 12’, rivela che il 74% delle persone
consultate si è mostrata ‘d’accordo’ e ‘molto d’accordo’, se Kirchner decreterà
la nazionalizzazione degli idrocarburi. Solo il 22,3% si è mostrato in totale
disaccordo.
Nel dibattito sul decreto di nazionalizzazione degli idrocarburi firmato dal
presidente boliviano Evo Morales è intervenuta anche la Chiesa cattolica. In un
comunicato, la conferenza episcopale boliviana auspica che la statalizzazione
delle risorse energetiche non generi corruzione e la “cattiva amministrazione
che consociamo delle imprese statali del passato”. La nazionalizzazione “incide
fortemente nella vita e nel futuro del Paese” - scrive la Conferenza episcopale,
ma il decreto “deve essere applicato nel segno dell’equità e della giustizia -
prosegue il comunicato - evitando la corruzione”. E novità anche nel settore
agricolo: il governo vuole rompere i latifondi improduttivi, principalmente nei
dipartimenti di Santa Cruz, Beni, Pando e nella regione di El Chaco per mezzo di
una legge e un pacchetto di decreti che porteranno profondi cambiamenti nel
settore agricolo. Queste nuove norme modificheranno la Legge 1715 del ‘Servicio
Nacional de Reforma Agraria’ e saranno rese note dal presidente Morales prima
dell’insediamento dell’Assemblea Costituente. Il viceministro della Terra,
Alejandro Almaraz, ha ammesso che si potrebbero riscontrare forti resistenze da
parte dell’elite latifondista nella trasformazione del settore agricolo ed ha
affermato che il governo non esiterà ad utilizzare la forza pubblica per
confiscare le grandi estensioni di terra improduttiva detenute nelle mani di
pochi proprietari. Sebbene la riforma agraria del 1953 favorì la distribuzione
delle terre delle ex proprietà latifondiste alle comunità agricole
dell’altipiano e delle valli, permise anche la nascita di un nuovo tipo di
latifondismo nella zona orientale del Paese. Almaraz ha spiegato che attualmente
in Bolivia esistono due tipi di latifondo: il primo si caratterizza per quelle
grandi estensioni di terra date soprattutto nei periodi dittatoriali nella zona
orientale del Paese. La seconda classe di latifondo è la cosiddetta “terra degli
ingordi”. Si tratta della appropriazioni di decine di migliaia di ettari o la
acquisizione irregolare per fini speculativi.