RÓMULO GALLEGOS E ANDRÉS ELOY BLANCO

 

Classici venezuelani

 per i lettori cubani

 

10 gennaio 2006 P. De La Hoz

 

I lettori cubani avranno l’opportunità di accedere ad autori classici venezuelani, come Rómulo Gallegos e Andrés Eloy Blanco, durante l’imminente XV Fiera Internazionale del Libro Cuba 2006.

 

Il romanzo Doña Bárbara di Gallegos verrà distribuito in formato di perio-libro, mentre la poesia di Blanco arriverà raccolta nel volume Tierras que me oyeron, preparato dall’Editoriale Arte e Letteratura.

 

La prossima edizione della Fiera, che inizierà il 2 febbraio a L’Avana e culminerà il 5 marzo nelle province orientali, è dedicata al Venezuela. Per questa ragione l’Istituto Cubano del Libro, che ha potuto contare sulle autorità culturali della nazione bolivariana, ha voluto promuovere la lettura dei suoi scrittori più rappresentativi.

 

Gallegos (1884-1969) ha incarnato uno dei paradigmi del realismo nella narrativa latinoamericana del secolo XX, quello vincolato ai drammi sociali legati alla terra e alla lotta dell’uomo per dominare la Natura.

 

Anche se si era già fatto conoscere con Reinaldo Solar (1920) e La trepadora (1929), fu Doña Bárbara (1929) l’opera che coniugò i più clamorosi successi di pubblico e critica, oscurando altre sue apprezzabili produzioni, come Cantaclaro (1934), Canaima (1935), La brizna de paja en el viento (1952) e L’Ultimo Patriota (1957), che non vennero valorizzate nello stesso modo.

 

Una delle più attendibili osservazioni sul valore del romanzo è stata scritta dal critico venezuelano Juan Liscano: "Con Gallegos arrivò al culmine una fase della nostra narrativa, quella d’ispirazione nativista e di costume, di tipo realista, di lirismo descrittivo; cessò il confino naturalista; il Modernismo acquistò una certa virtù estetizzante, una certa ricchezza linguistica e aggettivante, il soggettivo rimase confinato ed il romanziere si trasformò in specchio della realtà multiforme del suo paese; geografia, fauna e flora, varia umanità, storia e destino".

 

Il titolo del libro di Blanco (1897-1955), coincide con quello del suo primo quaderno di poesie, pubblicato nel 1921, nel quale incluse il suo celebre "Poema del Apure", dove espresse: "Adesso avverto l’istante / in cui il Catire allucinante / si erge in tempesta, / quando nelle tue acque avanza, / cercando a punta di lancia / la sua pesca di libertà! // Saluto il tuo passaggio, nobile fiume, / vena azzurra, nervo selvaggio, / invidia delle sorgenti / striscia pacifica, / marcia di guerra, / e nei pianti della mia terra / rumoroso lacrimale!".

 

Tutta la poesia di Blanco è percorsa da un’esaltazione lirica e da un fedele riflesso dei sentimenti popolari e di giustizia sociale, in un transito che partì dalle sue acque rubendariane del suo esordio.

 

Forse ai lettori cubani è molto più familiare il poeta di "Píntame angelitos negros", per essere passato alla canzone interpretato da voci così diverse, come quella di Antonio Machín, del messicano Pedro Infante o della nordamericana Roberta Flack.

 

Il dramma di Doña Bárbara lo assoceranno alla pellicola messicana che nel 1943 filmò María Félix o alla telenovela che ha visto come protagonista la nostra Raquel Revuelta.