FIDEL E CHÁVEZ HANNO INAUGURATO LA FIERA DEL LIBRO


Creato all’Avana il

Fondo Culturale dell’ALBA


I presidenti cubano e venezuelano hanno firmato il documento nella Fortezza La Cabaña

Comprende una casa editrice, una casa discografica e produzioni cinematografiche

Bambini della sventura è il primo testo presentato

 

M.Castaneda -GI- 6 febbraio 2006

 

 
Tre fatti importanti hanno caratterizzato l’inizio della 15ª Fiera Internazionale del Libro: la stessa inaugurazione ufficiale fatta dai presidenti di Cuba e Venezuela, Fidel Castro e Hugo Chávez, la creazione del Fondo Culturale dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) e la presentazione di Bambini della sventura, del venezuelano Tarek William Saab.

 

La presenza dei Capi di Stato nella Fortezza La Cabaña, sede dell’evento culturale, sottolinea l’importanza che ambedue danno all’evento, definito da Chávez "esplosione di vita e soprattutto di idee".

 

In un adorno tendone davanti al Padiglione venezuelano, i presidenti hanno firmato il documento di nascita del Fondo Culturale dell’ALBA, creato "per rafforzare l’identità di Cuba, del Venezuela e dell’America tutta".

 

Un Fondo – secondo il ministro cubano della Cultura Abel Prieto - che offre una risposta reale, non fatta di promesse ma di progetti realizzabili in un mondo dove impera il commercio dell’arte e la superficialità.

 

Nell’accordo risaltano la difesa degli autentici valori creativi della regione, la promozione dell’opera dei giovani ed il favorire un avvicinamento all’intellettualità critica nordamericana.

 

Tra gli strumenti concreti creati per raggiungere obiettivi così alti, c’è Edizioni Alba, preposta soprattutto alla diffusione del pensiero antimperialistico, anche se pubblicherà poesia, narrativa, saggi, testimonianze, biografie e studi sociali di autori dell’America Latina e dei Caraibi.

 

Nascono anche la Casa Editrice omonima per la pubblicazione di due riviste, una teorica e l’altra indirizzata ai bambini e ai giovani, nonché la Casa Discografica ALBA per la promozione, tra l’altro, della canzone pensante latinoamericana e di espressioni patrimoniali e contemporanee, emarginate dalle leggi del mercato.

 

La produzione di film, documentari e serial televisivi che rafforzino l’identità latinoamericana, la stessa Tv, la radio di entrambi i paesi e il canale Telesur beneficeranno del Fondo.

 

 

UN LIBRO PARTICOLARMENTE STIMOLANTE

 

 

In una Fiera con un intenso programma di presentazioni di libri, ha avuto un significato eccezionale la scelta dell’opera Bambini della sventura, del poeta venezuelano Tarek William Saab (che è anche governatore dello stato di Anzoátegui).

 

La presentazione del libro, subito dopo la firma dell’accordo culturale, è avvenuta alla presenza di Fidel e Chávez ed è stata fatta da un gruppo composto dai ministri della Cultura di Cuba e del Venezuela, Abel Prieto e Francisco Sesto, dallo scrittore e deputato argentino Miguel Bonasso, dallo Storiografo della Città Eusebio Leal e naturalmente dall’autore.

 

Bambini della sventura (una testimonianza sulla missione medica cubana in Pakistan) "è nato" – ha spiegato Prieto – "durante una conversazione tra Tarek ed il presidente Fidel Castro, che gli ha suggerito di andare in Pakistan per conoscere di prima mano la portata di quanto sta avvenendo lì e la solidarietà cubana.

 

"Su quella conoscenza, sulla sofferenza dei bambini orfani e totalmente indifesi e sulla scoperta di quel che stanno facendo là 2.540 medici e tecnici sanitari cubani, Tarek scrive in questo libro così intenso ed attuale" ha sottolineato Prieto.

 

"Tarek ha raccolto numerose testimonianze e le ha plasmate in questo libro, dove transita dalla prosa al verso senza rottura tra i generi. In un mondo avvilito, di genocidio quotidiano, dove due terzi dell’umanità sono condannati, è commovente vedere uno sprazzo di quel che può fare la solidarietà, che non è un’astrazione, ma un’opera di salvezza".

 

È stato Bonasso a paragonare lo scrittore venezuelano agli aedi greci, qualificando il libro una "testimonianza poetica" particolarmente stimolante, dove l’autore riflette "soprattutto un’intensa solidarietà umana, addirittura più preziosa degli attrezzi e delle medicine".

 

Leal, che ha anche scritto il prologo, ha considerato che Bambini della sventura è un elogio di una causa sconosciuta, nei massicci dell’Himalaya, dove i medici cubani realizzano un lavoro profondamente umano. "Un bellissimo florilegio, con cronache, testimonianze, descrizioni, accompagnato anche da fotografie, in un’edizione impeccabile".

 

Concludendo, l’autore ha descritto la genesi del libro, "scritto in nove giorni (tra il 17 e il 25 gennaio di quest’anno) in uno di quegli attacchi febbrili che prendono ai poeti" e ha affermato che per lui è "un granello di sabbia in omaggio alla Rivoluzione cubana e alla sua gente, che nello stesso tempo canta a due rivoluzioni (l’altra è la venezuelana).

 

Lo scrittore ha chiesto al Presidente Chávez di leggere uno dei poemi, Il lungo cammino verso casa, nel quale descrive un giovane 20enne che ha perso la ragione, richiesta alla quale il Presidente ha acconsentito. Per finire, Chávez ha letto la piccola poesia che conclude e dà il nome al libro.

Tarek William Saab ha dedicato Bambini della sventura a Fidel e a Chávez, che ha definito "due giganti dell’emancipazione e della redenzione dei nostri popoli, due architetti del destino della nuova civiltà".