Louis Farrakhan:
Gli USA devono abolire il blocco
e rendere giustizia ai Cinque
● Il leader dell’organizzazione socio-politica afro-nordamericana Nazione dell’Islam ha visitato l’Isola
● Sono venuti ad apprendere dall’esperienza cubana nella prevenzione dei disastri naturali
N.Diaz – di GI – 28 marzo 2006
Il leader musulmano afro-nordamericano Louis Farrakhan ha reso pubblica in una conferenza stampa a L’Avana alla vigilia della conclusione della sua visita a Cuba, la richiesta che l’Amministrazione USA “abolisca il blocco e renda giustizia ai Cinque” combattenti antiterroristi cubani prigionieri nelle carceri nordamericane.
Il massimo dirigente dell’organizzazione religiosa e socio-politica Nazione dell’Islam ha spiegato ai cronisti nazionali ed ai corrispondenti stranieri convocati nella sede del Centro della Stampa Internazionale, che questa visita all’Isola si è resa necessaria dopo i devastanti uragani Katrina e Wilma, per la vasta esperienza accumulata negli ultimi 47 anni dai cubani, che hanno affrontato con successo le rovinose conseguenze di questi fenomeni naturali.
Ha ricordato la tristezza da lui provata quando ha saputo che l’Amministrazione di George W. Bush ha respinto l’aiuto disinteressato offerto dal Governo di Cuba, consistente nell’invio a New Orleans di 1.100 medici per soccorrere sul posto i sinistrati.
“Non vogliamo essere nuovamente testimoni di quel che abbiamo visto a New Orleans. Le persone non sapevano cosa fare, dove dirigersi ed il Governo” ha brillato per la sua assenza. È per questo che siamo qui, ha detto, per apprendere dall’esperienza cubana ed al nostro ritorno riunirci con i sindaci, con la comunità e fare un inventario, redigere un programma di prevenzione e preparare la gente affinché non si ripresenti la stessa situazione quando saremo nuovamente colpiti da uragani.
Vedere come a Cuba si conosce casa per casa ed isolato per isolato la situazione di tutti i cittadini e di come questi, arrivato il momento, sappiano dove dirigersi, è stata un’incoraggiante lezione per il leader religioso e la delegazione che lo ha accompagnato. Tutto ciò, ha aggiunto, ha permesso alla Maggiore delle Antille di evitare la perdita di vite umane e di ridurre gli inevitabili danni materiali.
Farrakhan ha aggiunto di essere rimasto impressionato dal popolo cubano che, nonostante sia stato costretto a mille privazioni dalla politica di blocco imposta dall’Amministrazione USA, dispone di “un livello d’umanità che lo rende immensamente ricco”.
Visitando Cuba, ha affermato, ho potuto conoscere le idee fondamentali della Rivoluzione, che sono molto più umanistiche di quelle che ho conosciuto in tutte le altre religioni. “Tutte le religioni possono apprendere a partire dall’esperienza di Cuba”, il cui Governo garantisce la salute e l’educazione gratuite a tutti i suoi cittadini, mentre negli USA ogni studente di Medicina termina i suoi studi con un debito non inferiore ai 100.000-150.000 dollari.
Ha ricordato che la Rivoluzione cubana ha offerto 500 borse di studio a giovani statunitensi per studiare Medicina senza alcun costo, con l’unica condizione che una volta laureatisi tornino nelle loro comunità per aiutare i poveri.
Invece nel suo potentissimo paese, ha puntualizzato, ci sono 30 milioni di analfabeti funzionali, 40 milioni di persone sprovviste dell’assicurazione medica e milioni che vivono al di sotto della soglia di povertà.
Ha riaffermato il suo impegno di far conoscere la realtà di Cuba al popolo nordamericano, la preparazione di questo paese ad affrontare gli eventi naturali, il miracolo dell’Operazione Miracolo, la formazione di giovani che stavano per la strada e adesso sono lavoratori sociali. Il popolo nordamericano, ha detto, sarebbe migliore se venisse informato meglio.
“Se negli Stati Uniti non fossimo eccessivamente orgogliosi ed arroganti”, potremmo apprendere moltissimo da Cuba.
Farrakhan ha ricordato, rispondendo ad un corrispondente straniero, che il Governo degli Stati Uniti “adora intromettersi negli affari interni di altri paesi. Cerchiamo sempre di creare problemi ai Governi che non favoriscono le nostre politiche, che non favoriscono gli interessi delle corporation transnazionali, dei banchieri”.
Pertanto, ha aggiunto, “non è difficile per me rendermi conto che il nostro Governo è molto indaffarato con il caso Cuba per creare problemi alla Rivoluzione Cubana”, pagando i suoi agenti all’interno dell’Isola.
Ha poi condannato la politica di Washington di estrarre sangue dai popoli senza condividere le sue ricchezze ed i suoi progressi con i deboli ed i poveri della Terra”.
Il leader musulmano ha ricordato che chi di spada ferisce, di spada perisce e per questo il mondo intero si sta sollevando contro il Governo degli Stati Uniti.
La delegazione della Nazione Islamica, che ha
compiuto la sua visita nell’Isola su invito dell’Assemblea Nazionale del Potere
Popolare, ha sostenuto incontri con alti funzionari del Governo ed ha visitato
installazioni d’interesse economico, sociale e culturale. |
I leader islamisti degli USA a L’Avana
● Con questo sistema di prevenzione ci saremmo risparmiati parte della catastrofe del Katrina
E. Claro 23/02/06 - GI -
“Se avessimo potuto contare su questo sistema di prevenzione ci saremmo risparmiati buona parte della catastrofe provocata dal Katrina”. Questa è l’opinione di Akbar Muhammad, numero due della delegazione nordamericana guidata da Louis Farrakhan (leader della Nazione dell’Islam), che annuisce enfatico quando il suo collega si riferisce all’arroganza dell’Amministrazione Bush, che ha rifiutato l’offerta di medici cubani per soccorrere i sinistrati di New Orleans.
“Abbiamo constatato qui che è possibile prevenire i danni di una catastrofe naturale ed anche salvare i beni materiali delle persone e delle località, se ci si prepara in tempo”, ha aggiunto Akbar, che è il responsabile delle relazioni pubbliche del detto organismo, catalogato di solito come meramente religioso ma il cui campo d’azione è più ampio.
Se dovesse presentare Louis Farrakhan in maniera chiara e semplice direbbe: è colui che guidò il movimento che riuscì a concentrare un milione di neri a Washington, riempiendo la spianata dove si trova il monumento al padre della patria statunitense, per denunciare l’emarginazione degli afro-nordamericani. Quest’impresa, realizzata nel 1995, venne ripetuta nel 2000 con la Marcia del Milione di Famiglie nere. I due riusciti eventi sono stati ricordati alla fine dello scorso anno in occasione del 10º anniversario della prima manifestazione.
Li abbiamo incontrati con gli altri loro accompagnatori mentre, nel centro comunitario La California del municipio Centro Habana ed assieme al presidente del parlamento cubano Ricardo Alarcón nonché al membro del Burò Politico Esteban Lazo, stavano assistendo ad uno spettacolo nel quale il folklore è servito da pretesto per identificare due affluenti dello stesso fiume quando si uniscono.
“My only one question, please”, è stata soddisfatta con parole che si interrompevano quando predominava il ritmo dei tamburi batá. Ma queste frasi, pronunciate per GI, non devono essere liquidate né come brevi né come monotematiche. Hanno insistito sul fatto che la rapidità dimostrata con il Contingente Henry Reeve in vari continenti indica quante vite avrebbero potuto essere salvate nella regione del Mississippi e del Jazz, dove la popolazione nera (proprio in quanto nera e povera) è stata la più colpita. “Quella mattina avrebbe potuto essere meno terribile”, hanno concluso evocando la tragedia.
Il gruppo ha incontrato varie personalità dell’Isola e giovani statunitensi dal basso reddito che stanno studiando nella Scuola Latinoamericana di Medicina. La comitiva sta svolgendo un intenso programma d’iniziative ed è composta, oltre che da Farrakhan e Akbar, da Conrad Worrill, presidente del National Black United Front e rettore dell’Università Jacob H. Carruthers dell’Illinois; Malik Z. Shabazz, presidente del Nuovo Partito delle Pantere Nere e da James Mtume Forman, musicista, produttore e conduttore del programma televisivo Open Line, che tratta temi politici.
La Nazione dell’Islam ha numerosi aderenti disseminati in tutto il territorio degli USA, dell’Europa e dei Caraibi ed il suo leader Farrakhan (a capo dell’organizzazione dal 1977), ha lavorato per ampliare i suoi contenuti con diverse azioni su tematiche d’importanza capitale per la società, soprattutto in difesa dei discriminati per ragioni razziali e sociali.
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Il leader religioso nordamericano
Louis Farrakhan è a Cuba
Avana 23/02/06 - GI -
Il leader del movimento religioso statunitense "La Nazione del Islam", Louis Farrakhan, ha iniziato una visita a Cuba, dove si è riunito con giovani del suo paese che studiano medicina nell’Isola, ha informato PL.
Ricardo Alarcón de Quesada, presidente del Parlamento cubano ha ricevuto al suo arrivo nella capiatale questo combattente contro la miseria e il razzismo.
Farrakhan durante il suo soggiorno nell’Isola incontrerà il ministro degli esteri Felipe Pérez Roque e altri dirigenti della vita politica e sociale di Cuba.
La prima attività ufficiale è stata la visita alla Scuola Latino Americana di Medicina, dove studiano circa 20 mila giovani con borse di studio provenienti da molte nazioni; tra loro ci sono parecchi nordamericani, figli di famiglie umili che non avrebbero mai potuto frequentare l’università negli USA.
Farrakhan ha incontrato i familiari dei Cinque cubani antiterroristi sequestrati negli Stati Uniti e i membri del Contingente Henry Reeve, formato da medici cubani che aiutano i popoli in condizioni difficili provocate da disastri rnaturali.
Il religioso musulmano-nordamericano visiterà inoltre la Scuola per Istruttori d’Arte e incontrerà diversi atleti cubani.
Farrakhan è divenuto famoso quando nel 1995
organizzò con altri la Marcia del Milione d’Uomini", una manifestazione
alla quale parteciparono i rappresentanti della comunità afro -
nordamericana e delle minoranze etniche degli Stati Uniti. La protesta,
che si volse Washington e che vide una forte partecipazione della "Nazione
del Islam", chiedeva unità, difendeva i valori spirituali e l’educazione,
esigeva la partecipazione di tutti i nordamericani alla vita economica e
alla politica dell’Unione. |