Cuba rifiuta un Consiglio dei diritti
umani a misura degli Stati Uniti
21 febbraio 2006 - PL
Cuba ha rotto il silenzio sulle negoziazioni per
la creazione di un Consiglio dei diritti umani accusando gli Stati Uniti e le
potenze europee di fare pressioni affinché questo nuovo meccanismo dell'ONU
risponda ai loro interessi.
“Lottiamo fino alle ultime conseguenze per evitare che si imponga la creazione
di un Consiglio dei diritti umani alla misura degli interessi degli Stati Uniti
ed i loro alleati” ha detto l'ambasciatore cubano davanti all'ONU, Rodrigo
Malmierca.
Una dichiarazione ufficiale diffusa dalla missione cubana segnala che nelle
discussioni sulla creazione di questo nuovo meccanismo dell'ONU, Washington
insiste nell’imporre condizioni d'appartenenza contro il volere della
maggioranza degli Stati membri.
“Se qualche governo non merita di essere membro del Consiglio è quello degli
Stati Uniti che ha sostenuto il regime dell'Apartheid (in Sudafrica) e
appoggiato le sanguinarie dittature in America Latina” ha espresso
l'Ambasciatore.
Malmierca ha detto che Washington insiste per introdurre criteri esclusori per i
futuri membri del Consiglio, e allo stesso tempo reclama il suo diritto a
pratiche inumane come la tortura e l'incarceramento per tempo indefinito.
Una nota, pubblicata la settimana scorsa da cinque relatori della Commissione
dei diritti umani dell'ONU, ha accusato gli Stati Uniti di torturare e
sottomettere a trattamenti vessatori i prigionieri, nella base navale in
territorio cubano occupato, di Guantanamo.
“L'amministrazione del presidente George W. Bush reclama perfino il suo diritto
a spiare i suoi propri cittadini”, ha aggiunto l'ambasciatore cubano in
dichiarazioni a Prensa Latina.
Cuba non sarà complice né rimarrà come spettatore silente davanti alle pressioni
di Washington e dei suoi alleati per ottenere un Consiglio dei diritti umani
conforme ai suoi interessi.
“Quello che stiamo facendo è avvisare l'opinione pubblica di quello che si sta
preparando”. Malmierca ha segnalato che il suo paese lotterà fino alle ultime
conseguenze nella difesa di un meccanismo dei diritti umani imparziale,
inclusivo e non discriminatorio, e che eviti le manipolazioni politiche ed i
doppi giochi.
Il diplomatico cubano ha denunciato che quello che è in preparazione è un
documento nel quale si pongono in primo piano gli interessi degli Stati Uniti e
delle altre potenze, invece di tenere in conto gli interessi della gran
maggioranza.
Per questa settimana è prevista per la presidenza dell'Assemblea Generale la
presentazione di un nuovo progetto di risoluzione per la ricerca di un consenso
che permetta la formazione del Consiglio dei diritti umani.
Funzionari dell'ONU sperano di ottenere, prima della fine di questo mese, un
consenso per dar vita a questo Consiglio prima del principio, il mese prossimo,
delle sessioni della Commissione dei diritti umani a Ginevra.
L'ambasciatore cubano ha indicato che l'Assemblea ha come termine fino a
settembre prossimo per giungere ad un accordo su questo tema, secondo il mandato
del documento promosso nel forum celebrato l'anno scorso in questa sede.
“Quello che succede è che a partire dagli interessi degli Stati Uniti si stanno
fissando termini artificiali. Ora dicono che questo lavoro deve finire in
febbraio e chi ha determinato che bisognava giungere ad un accordo in febbraio?”
si é chiesto Malmierca.
“Non c'è ragione per affliggersi se non abbiamo un consenso, se non siamo in
condizioni di approvare un buon documento abbiamo tempo fino a settembre per
continuare a lavorare”ha concluso.
|