Anche a Cuba le prove antidoping

per i Giochi Centroamericani

 

A.Marie Garcia -GI- 20 gennaio 2006

 

“Cuba è soddisfatta per la decisione di realizzare nel suo laboratorio le prove antidoping agli sportivi prima della loro partecipazione ai Giochi Centroamericani e dei Carabi del prossimo luglio, perchè contribuirà a far sì che le gare siano “pulite e trasparenti” e che lo sia anche la preparazione” ha detto a Granma Internacional il direttore dell’istituzione di Medicina sportiva, Mario Granda che è anche il direttore del laboratorio antidoping cubano e che ha elogiato la decisione dell’organizzazione sportiva centroamericana e dei carabi, ODECABE, che esige che ogni delegazione faccia prove a sorpresa sugli atleti selezionati dal una commissione nominata dall’organismo, prima delle gare.

 

“Questo è un sistema che usiamo nell’Isola, ha spiegato Granda, dove il 70% dei controlli li facciamo fuori dalle gare e soprattutto prima degli incontri internazionali”.

 

Granda ha indicato che nella lotta contro il doping, a Cuba si realizza un lavoro di controllo e di sanzioni, ma soprattutto un lavoro informativo ed educativo con gli sportivi, gli allenatori e i familiari.

 

Inaugurato il 13 febbraio del 2001 dal presidente Fidel Castro, il laboratorio dell’Avana ha realizzato 1800 prove nel 2005 per gare nazionali e internazionali, dentro e fuori dall’Isola, 300 prove più del minimo stabilito dalla Agenzia Mondiale contro il doping.

 

Come tutti i laboratori, quello dell’Avana informa sulle prove negative e contrarie, ma deve anche definire i casi positivi alla commissione medica autorizzata.

 

I 34 lavoratori dell’istituzione cubana dispongono delle condizioni per realizzare ogni genere di prova, nonostante le difficoltà per l’acquisto di alcuni elementi per via del blocco degli USA contro l’Isola che, sin dall’apertura dell’istituzione ha provocato spese addizionali per almeno 571 000 dollari.

 

“Noi non abbasseremo mai la guardia, ma sono realista perchè so che il doping non terminerà sino a quando ci sarà il commercio dello sport con imprenditori, e pubblicitari che promuovono il suo utilizzo e medici, allenatori e atleti senza etica che in qualche modo lo tollerano”.

 

Per questo per i dirigenti cubani esiste “un doping per poveri e uno per i ricchi” e lo promuovono le persone che ricevono denaro per inventare sostanze sempre più difficili da scoprire.

 

APRIRÀ LE PORTE AL MONDO