Il cambio climatico è la
peggior minaccia per il pianeta Terra di questo XXI secolo. Così
è stato dichiarato nella riunione delle Nazioni Unite che si è
svolta a Nairobi, in Kenya, dov’è stata sottolineata la
necessità di piantare immediatamente mille milioni di alberi, un
passo indispensabile per affrontare il pericolo dell’ecatombe
globale.
La Conferenza delle Nazioni
Unite sul Cambio Climatico effettuata nella seconda settimana
del mese di novembre a Nairobi ha assicurato che tutti potranno
partecipare a questa azione pratica che contribuirà a ridurre
l’impatto negativo del riscaldamento globale contro l’atmosfera
terrestre.
Per neutralizzare i danni
commessi dall’uomo stesso contro i boschi e le aeree verdi del
pianeta, si calcola che sarà necessario rimboschire un’area di
1,3 milioni di chilometri quadrati - equivalenti al territorio
dell’intero Perù - e coprirla con 140.000 milioni di alberi in
un periodo i dieci anni consecutivi, ossia piantare 14 mila
milioni di alberi per anno.
Gli alberi sono poderosi filtri
naturali che catturano dall’atmosfera il biossido di carbonio
responsabile del riscaldamento globale contro un processo che
approssima il pianeta a una catastrofe ecologica.
Il riscaldamento globale
minaccia direttamente l’agricoltura e la produzione di alimenti,
oltre ad impedire al mare la procreazione dei pesci. Per questo
un rappresentante della FAO ha avvisato nella Conferenza che il
cambio climatico ridurrà la possibilità del pianeta di
alimentare la popolazione e potrà provocare crisi di carestia
in diverse regioni del mondo.
L’Africa, che è la regione meno
responsabile dell’inquinamento ambientale e del riscaldamento
globale, è il continente che potrà soffrire maggiormente la
conseguenza degli effetti negativi di questi
fenomeni.
D’altra parte l’aumento della
temperatura ambientale sta provocando un incremento nel numero e
nella pericolosità dei cicloni tropicali e nello scioglimento
dei ghiacci dei poli.
Quest’ultimo processo eleva il
livello degli oceani e comporta una reale minaccia d’estinzione
per i piccoli Stati insulari e la modificazione costiera di
molti altri paesi del mondo. Le città in riva al mare sono
minacciate dalle inondazioni delle aree costiere più basse.
Il Direttore Generale del
Programma delle Nazioni Unite per il Medio Ambiente (PNUMA),Achim
Steiner, ha detto che questa campagna di rimboschimento e
riabilitazione del medio ambiente vitale per la sopravvivenza
dell’essere umano stesso deve uscire dai corridoi dei governi ed
essere assunta da tutte le persone e dai settori della società.
Steiner ha sottolineato che la
sfida globale è disarticolare l’aumento del cambio climatico e
di restaurare la capacità dell’ambiente naturale, ricontrollare
le sostanze e i processi che minacciano il pianeta.
Altri metodi suggerito sono il
risparmio nel consumo dell’elettricità e dei combustibili
fossili e l’uso crescente di energie alternative rinnovabili,
come la eolica, la solare, l’idraulica, che sfruttano le maree,
il sole, il biogas come parte di un ventaglio di bio
combustibili.
Cuba è uno dei pochi paesi nel
mondo che ha aumentato in maniera notevole la superficie
destinata ai boschi, con uno sforzo orientato dal Ministero
dell’Agricoltura, con l’appoggio delle organizzazioni di massa,
tra le quali i Comitati di Difesa della Rivoluzione, la
Federazione delle Donne Cubane e altre entità giovanili.
Stando ai dati più recenti, il
24,3% del territorio cubano è coperto di boschi e questo compito
di rimboschimento continua in tutta la nazione e fa sì che
l’Isola di Cuba sia uno dei paesi leader nella lotta contro il
cambio climatico e per la purificazione del medio ambiente.