Incontro Internazionale Memoria e Futuro: Cuba e Fidel

 

Fidel continuerà a dirigerci

 

 

Avana 1 dicembre 2006

 

 

Discorso pronunciato dal compagno Carlos Lage Dávila, membro dell'Ufficio Politico del Partito, nell'atto di clausura degli omaggi della Fondazione Guayasamín a Fidel per il suo 80 anniversario, effettuato il 1 dicembre nel teatro Karl Marx.
 

 

 


Compagno Raúl

Fidel che stai lì e stai qui

Compatrioti

Cari amici

A nome del compagno Fidel vogliamo ringraziarvi tutti per la vostra presenza e la solidarietà che sempre avete rivolto al nostro popolo e alla nostra Rivoluzione, nonostante le enormi pressioni dell'impero.

Voi c'impegnate a continuare l'opera della Rivoluzione, a difendere ed approfondire il socialismo ed a mantenere la lotta per tutta la giustizia.

Questo eccezionale incontro lo dobbiamo all'iniziativa della Fondazione Guayasamín, alla straordinaria famiglia depositaria dell'abbraccio affettuoso che Oswaldo avrebbe dato a Fidel in questo compleanno. La Fondazione ci riunì per essere protagonista del meritato omaggio, gesto che apprezziamo oggi in tutta sua la dimensione e nobiltà.

Ti ringraziamo, Evo, che immerso nella più colossale battaglia che si sia mai sviluppata in Bolivia contro l'oppressione e per la dignità, sei potuto venire. Sentiamo che con te sono qui i minatori boliviani, lottatori ed agguerriti, solidali sempre con la rivoluzione cubana; sentiamo che con te sono qui gli indios de Nuestra America, ammirabili difensori delle loro culture e dei loro diritti.

Ti ringraziamo, Daniel, che stai oggi con noi per celebrare questo compleanno di tutti. Sappiamo della tua affettuosa relazione con Cuba, del tuo affetto invariabile per Fidel. Non rinunciasti mai alla sua amicizia e proclamasti sempre questa speciale relazione che vi unisce dai giorni gloriosi della Rivoluzione Sandinista. Con te sentiamo qui il fratello popolo di Sandino che sconfisse la tirannia e che per seminare salute, educazione, giustizia, sfidò tutto l'odio e la perfidia dell'impero.

Ti ringraziamo, Preval, che stai qui rappresentando il sofferente popolo haitiano dove oggi lavorano centinaia di medici cubani, e più, molto più vorremmo fare e faremo non per lucro e neanche per riconoscimento alcuno, bensì per il sacro dovere della solidarietà.

Ti ringraziamo, Gonsalves, che a nome del tuo popolo e dei popoli dei Caraibi, uniti a Cuba da uno stesso mare, stai qui, per celebrare il compleanno di un caraibico che ha vissuto sempre orgoglioso di esserlo.

Voglio ringraziare tutti quelli che fisicamente ci hanno accompagnati in questi giorni; c'incoraggia che siano venuti a celebrare con undici milioni di cubani il compleanno di Fidel.

Abbiamo ascoltato la parola o il canto impegnato, dal profondo dell'amazzonica selva sud-americana, dai popoli irredenti dell'Africa, dove il nostro sangue è stato versato, da Asia ed Europa e proprio dal Nordamerica in cui cresce l'opposizione all'irrazionale politica del suo governo contro Cuba ed il rifiuto alle genocida avventure imperiali.

In ogni messaggio c'è stato il gesto solidale, la valutazione profonda, l'avvicinamento affettuoso, a Fidel, l'espressione dei migliori desideri per il suo recupero e la fiducia nella forza dell'opera costruita in questi 48 anni rivoluzionari.

Mi dirigo anche, a nome del nostro Governo e del nostro popolo, a tutti gli uomini e donne del mondo, che, in questi mesi, erano preoccupati per la salute di Fidel, desiderando il suo recupero, a tutti gli amici di Fidel, ai quelli che lo conoscono e non, a quelli che l'hanno ascoltato o letto, a quelli sanno di lui, della sua grandezza morale, a quelli che hanno saputo separare bugie e calunnie, a coloro che hanno potuto vederlo come è tra la nebbia versata sulla Rivoluzione Cubana.

Mi dirigo ai popoli, agli uomini e donne umili di questo mondo, ai semplici, agli onesti, che sono quelli che stanno e staranno sempre con Cuba, con la Rivoluzione e con Fidel.

E mi dirigo per dir loro: Fidel vivrà, la Rivoluzione Cubana non cederà.

Il privilegio di contare sulla volontà di Fidel

Le indimenticabili ed emozionanti giornate che oggi concludiamo sono state momenti di riflessione e impegno, di immensa allegria e speranza. Ai cubani arriva profondo il riconoscimento che voi avete realizzato al Comandante in Capo ed alla nostra Patria. Non lo dimenticheremo.

Obbligato sarà, per il suo contenuto e bellezza, che si pubblichi e possa conoscersi tutto quanto da voi qui esposto.

C'unisce la lotta per un futuro di pace e giustizia per tutta l'umanità. Le giornate di questi giorni non sono state per elaborare piani di guerre preventive né organizzare invasioni militari, non ci siamo pronunciati per nuove e più distruttive armi, non abbiamo vidimato la tortura né le prigioni illegali.

Non discutiamo su come aumentare la ricchezza di pochi sulle spalle e la povertà di molti.

Le parole che qui si sono pronunciate non sono state di odio né di intolleranza.

Al contrario, abbiamo ascoltato attestazioni di solidarietà umana, di consegna e sacrificio nella lotta contro l'oppressione, le malattie e l'ignoranza.

Si è difeso la necessità dell'informazione, le possibilità illimitate dell'educazione quando realmente si trasforma in un diritto di tutti, si è sostenuto che senza cultura non c'è libertà possibile.

Si è argomentata l'urgente necessità di risparmiare ed usare in forma più razionale ed efficiente le risorse energetiche.

Si è rispettato la diversità ideologica, politica e religiosa degli assistenti, e fomentato l'amicizia, la comprensione e la solidarietà che sono le più efficaci armi davanti agli urgenti problemi del nostro mondo.

Queste giuste e nobili idee rappresentano il pensiero di Fidel, convertito in realtà nella nostra Patria ed in ambiziosi piani in molte nazioni sorelle.

I cubani di oggi non riusciamo a comprendere che in Cuba prima ed in molte parti del mondo ancora ora, si possa essere cieco per una malattia curabile, si possa avere bisogno di un'operazione al cuore o perfino un trattamento medico molto più semplice, o quello che è anche più grave, lo possa avere bisogno una madre o un figlio e che ciò risulti impossibile perché il denaro non è sufficiente.

I cubani di oggi non riusciamo a comprendere che in Cuba prima ed in molte parti del mondo, ancora ora, qualcuno possa vivere fino alla morte senza avere letto un libro, una pagina, una parola, che qualcuno desideri studiare, superarsi, farsi tecnico o professionista e non possa farlo perché le porte delle aule si aprono per alcuni e si chiudono per altri.

I cubani di oggi non riusciamo a comprendere che in Cuba prima ed in molte parti del mondo, ancora ora, possa esistere un bambino dimenticato per strada e che la società che lo circonda non sia sufficientemente umana e sensibile per assisterlo; possa esistere un anziano, un handicappato, che abbandonato alla sua sorte non riceva il trattamento differenziato e giusto che merita.

E non riusciamo a comprendere niente di questo e molti altri perché un 13 agosto, 80 anni fa, nacque Fidel, tu nascesti, Fidel, e hai dedicato più di 60 anni della tua vita alle lotte rivoluzionarie. Non riusciamo a comprendere niente di questo e molti più perché il popolo cubano ha avuto il privilegio di contare sulla tua volontà, il tuo coraggio, la tua sete insaziabile di giustizia, il tuo talento, la tua onestà, la tua pazienza, la tua impazienza, la tua fortuna, che hanno disegnato col decorrere degli anni quell'esistenza irripetibile che è la tua vita.

Un amico mi disse una volta, molto tempo fa, Fidel non è solo un uomo, Fidel è una forza della natura. Mi sembrò allora un scherzo. Oggi posso dire che non esagerava.

Il Moncada, il Granma, la Sierra, Girón, la Crisi di Ottobre, la resistenza di fronte all'impero, le missioni internazionaliste, il periodo speciale, sono prove più che sufficienti della forza di un popolo ed il suo leader quando si identificano, si uniscono, si fondono, quando un popolo è Fidel e Fidel è il popolo.

Non sarebbe possibile un altro Fidel

Compagne e compagni:

La Rivoluzione Cubana visse i momenti più difficili della sua storia nella passata decade quando la scarsità di elettricità, alimenti e medicine portò le nostre vite a livelli di sussistenza. Quello che mancò, mancò a tutti, per questa ragione, tra molte altre, potemmo resistere. Siamo lontano dall' avere completamente superato quelle carenze, conosciamo bene l'austera vita dei nostri compatrioti, gli ostacoli inevitabili ed evitabili che ogni giorno si deve vincere, ma avanziamo a dispetto di blocchi e minacce e possiamo affermare che viviamo oggi il momento più promettente e pieno di speranze della nostra storia. Fidel l'ha forgiato con il nostro popolo, non è una casualità né un miracolo, è il frutto dello stoicismo dei cubani, di quello che non mancò neppure nel momento più critico: la fede nella Rivoluzione e la fiducia in Fidel.

Sento che il socialismo in Cuba è irreversibile non per definizione, bensì perché col nostro sforzo di ieri e di oggi lo facciamo irreversibile; perché lottiamo per una società giusta ed umana come solo potè essere sognata, prima che Fidel si impegnasse a farla realtà.

Perché quando non starà Fidel starà la sua opera, staranno le sue idee, starà il suo esempio e noi sappiamo che questo impegno è il migliore regalo di compleanno che possiamo fargli oggi tutti quelli che l'ammiriamo e gli vogliamo bene.

In Cuba non ci sarà successione, ci sarà continuità. Non sarebbe possibile un altro Fidel. Nessuno l'imiterà, molti lo seguiremo. Non ci sarà divisione tra i rivoluzionario cubani. Già ci fu nelle nostre lotte per l'indipendenza ed abbiamo imparato la lezione. Non ci saranno ambizioni, egoismi, vanità, non lo permetteremo, abbiamo un Partito.

Ma non parlo di oggi, parlo del futuro. Fidel si rimette, l'avremo tra noi. Continuerà a dirigerci, gli chiederemo che lo faccia per alcuni altri anni.

Sono stato testimone con Raúl ed altri compagni della serenità infinita di Fidel di fronte all'avversità. Mai, anche nei momenti di maggiore pericolo gli è tramata la sua voce, mai una frase di paura, mai uno scoramento; neppure un solo minuto smette di pensare al suo popolo, nella sua Rivoluzione, con quella fede eccezionale che l'ha accompagnato tutta la vita. Mentre collabora attivo e disciplinatamente col suo recupero, si mantiene attento a tutto, domanda, si informa, aiuta, approva. In questi mesi duri per il nostro popolo e per tanti amici nel mondo, Fidel ci ha seguiti consegnando il suo esempio.

Come il Granma solcando i mari, così transita Fidel per la storia, impetuoso, indetenibile, vittorioso.

VIVA FIDEL

PATRIA O MORTE

VINCEREMO