25 settembre 2006 -  L.Oramas www.granma.cubaweb.cu

 

 

GUANTANAMO

Consiglio dei Diritti umani a Ginevra: il mondo pendente da una risposta

 

 

 

Il tema dell'illegale prigione che gli Stati Uniti mantengono nella base navale di Guantánamo, come una fastidiosa ciste cutanea che all'improvviso si trasforma in una complicazione di vita o morte, si presenta all'appena sorto Consiglio dei Diritti umani (CDH) dell'ONU.

Il nome, ora pronunciato nel CDH, di questa porzione del suolo cubano, illegalmente in mani USA,  si presenta sotto vari aspetti vincolato coi pericoli del mondo dei nostri giorni e dei suoi protagonisti: i "buoni" ed i "cattivi".

Le aspettative hanno appena trovato una risposta iniziale quando cinque relatori dell'ente multinazionale, in un intervento congiunto nel Consiglio, hanno precisato che il progetto di legge sui metodi di interrogatorio che la Casa Bianca ha proposto al Congresso USA viola gli standard della Convenzione di Ginevra in materia di diritti umani.

Gli esperti Leandro Despouy (relatore speciale sull'indipendenza della giustizia), Paul Hunt (per la salute fisica e mentale) Asma Jahangir (per la libertà religiosa) Manfred Nowak (tortura) e Leila Zerrougui

22/09/2006 euronews
 

Guantanamo: restano le prigioni della CIA


Guantanamo non chiuderà. Il presidente americano George W. Bush ha trovato un accordo con i senatori repubblicani ribelli per sbloccare il braccio di ferro sul tema delle torture e del rispetto delle Convenzioni di Ginevra. Il progetto di legge fissa nuove regole per gli interrogatori e i processi dei prigionieri stranieri sospettati di terrorismo. "Sono contento di poter dire che questo accordo mantiene in vita lo strumento più efficace che abbiamo per proteggere l'America e prevenire gli attacchi terroristici: si tratta del programma della CIA per catturare i terroristi più pericolosi e interrogarli per carpirne i segreti. L'accordo crea tribunali militari che assicureranno alla giustizia questi assassini senza pietà. Ci apre la via per fare ciò che tutti gli americani si aspettano da noi".
L'accordo è stato annunciato in Senato dopo una lunga riunione tra i protagonisti dello scontro. Bush ha esortato il Congresso ad approvare in fretta la legge emersa
dal compromesso. Soddisfatti anche i 3 repubblicani più critici, guidati dal senatore John McCain. Hanno sostenuto di aver ottenuto quello che volevano, soprattutto la garanzia che gli Stati Uniti non tortureranno detenuti e non condanneranno nessuno sulla base di prove segrete.

 

 (detenzioni arbitrarie) chiedono nuovamente la chiusura della prigione di Guantanamo e di qualunque altra prigione segreta, e denunciarono: "Non solo il governo (statunitense) non ha compiuto nessun passo per chiudere il centro di detenzione di Guantánamo, ma recentemente propose un progetto di legge al Congresso che è una violazione degli obblighi degli Stati Uniti in materia di diritti umani e dei requisiti dell'articolo 3 della Convenzione di Ginevra".

Zerrougui sottolineò che hanno visto "con gran preoccupazione" che Washington non solo non ha adottato misure per chiudere quella prigione ma "ha costruito un nuovo edificio ed incomincerà a funzionare alla fine di mese", come riporta l'agenzia EFE.

L'immediata reazione, per bocca dell'ambasciatore statunitense a Ginevra, Warren Tichenor, fu chiarificatrice: "Gli Stati Uniti non hanno nessun interesse nell'essere il carceriere del mondo.... Ma non potremo chiudere Guantánamo se vogliamo continuare a proteggere noi e i nostri alleati dalla minaccia che parte dagli uomini là detenuti".

Il presidente Bush ha appena riconosciuto, dopo esser giunto ad un accordo tra la Casa Bianca ed i congressisti repubblicani, che la mancanza di questa legislazione priverebbe gli Stati Uniti di un arma fondamentale nel sua lotta al terrorismo.

Le azioni dell' 11-S diedero adito al memorandum redatto da un assessore giuridico del Presidente che è oggi Ministro della Giustizia, che valutò legale detenere sospetti di episodi terroristici, incarcerarli senza termine fisso e torturarli o farli sparire, per mezzo della CIA, in qualunque parte del mondo col permesso dell'inquilino della Casa Bianca, che, come comandante in capo, può usare i "metodi e mezzi per affrontare il nemico" che consideri appropriati.

Un innegabile contributo ad adottare l'impiego di questo "strumento" favorito di Bush. Sono pubbliche le cosiddette tecniche di "interrogatorio coatto" che furono materia di studio nella Scuola delle Americhe — sinistra istituzione dell'esercito statunitense ubicata in Panama tra 1946 e 1984 — dove si trova la culla degli scandali per torture. Lì diplomati, ritornarono ai loro paesi per perpetrare i peggiori crimini in nome della "libertà" e la "democrazia".

Anche innovativa é stata, in questa storia, la complicità degli altri governi. George W.Bush, difendendo l'esistenza di prigioni segrete controllate dalla CIA, prevenne — riportano le agenzie di stampa — che ha intenzioni di conservarle; una starebbe in Polonia ed un'altra in Romania.

In modo più diretto si espresse il consigliere giuridico del Dipartimento di Stato, John Bellinger: "Quello che il Presidente ha detto chiaramente è che l'informazione derivata dall'interrogatorio di questi individui è stata condivisa per salvare vite europee... i governi europei dovranno decidere se preferiscono o no beneficiare di questa informazione".

Il quotidiano "The Daily Telegraph" ha riferito che l'ex presidente James Cárter, da parte sua, squalificò il primo ministro britannico, Anthony Blair, per la sua politica di sottomissione alle linee di Washington, Blair è stato ripetutamente criticato per non condannare, né chiedere la chiusura della prigione di Guantanamo e limitarsi a qualificare la sua esistenza di "anomalia".

Sarah Ludfor, una delle parlamentari a capo delle investigazioni ordinate nel Vecchio Continente dopo il clamore causato dalle rivelazioni del mandatario yanki,  ha osservato che le parole di Bush mettono in ridicolo i governi che, fino ad ora, avevano respinto l'esistenza di queste prigioni.

Frattanto, l'Unione Europea annunciò che continuerà il suo dialogo con gli USA sulla "salvaguardia" dei diritti umani nella "lotta contro il terrorismo" ed ammise che le "carceri segrete violano le leggi internazionali".


Mentre il CDH ha sotto il suo sguardo critico gli Stati Uniti, nel plenario dell'Assemblea Generale dell'ONU si ripetono gli appelli a frenare gli abusi ed illegalità che si commettono in nome della lotta al terrorismo.

Le immagini di prigionieri con occhi ed orecchie tappati, l'affronto di Guantánamo ed il mantenimento delle carceri clandestine in Europa compongono il piedistallo — tra altri elementi — del potere egemonico.

Il Consiglio dei Diritti umani dell'ONU, per tre settimane, percorrerà una fragile strada, alla fine della quale molti sono in attesa.