GUANTANAMO
La Corte
Suprema degli Stati Uniti deciderà sui prigionieri
29 marzo 2006 - PL -
La Corte Suprema di Giustizia statunitense
analizzerà la legittimità dei tribunali militari in Guantánamo, a seguito di
una domanda, del cittadino dello Yemen,Salim Ahmed Hamdan, ex autista del
leader di al Qaeda, Osama Bin Laden.
Hamdan, arrestato in Afghanistan nel novembre 2001, é uno dei più di 500
prigionieri in Guantanamo, la prigione che gli Stati Uniti mantengono, in
territorio occupato illegalmente, nell’est di Cuba.
Il prigioniero è stato imputato di cospirazione da un tribunale militare
speciale nel luglio 2003. La domanda del detenuto mette in dubbio e in
giudizio i poteri presidenziali in tempo di guerra e impugna la validità dei
tribunali militari creati dalla Casa Bianca dopo degli attentati dell' 11
settembre 2001.
L’assunto è arrivata alla Corte Suprema dopo essere stato, in prima istanza,
rifiutato in appello. Il presidente dell’alto foro, John Roberts, formava
parte della Corte di Appello che ha denegato la petizione del prigioniero,
perciò non parteciperà alla decisione.
La Casa Bianca ha sollecitato i magistrati a dichiararsi incompetenti, tenendo
conto di un articolo della Legge sul trattamento dei detenuti. Questo testo
limiterebbe l’acceso dei prigionieri alla giustizia civile statunitense e li
manterrebbe alla mercede dell'apparato militare.
Le autorità osservano che solo la corte d'Appello federale di Washington può
analizzare le domande vincolate con Guantánamo. Il governo segnala che altre
istanze, incluso il Tribunale Supremo, non hanno competenza in questi casi.
La difesa di Hamdan solleciterà che si dichiarino anticostituzionali i
tribunali di guerra creati per i prigionieri nel campo di concentramento
situato nell’est di Cuba.
Alcuni esperti considerano che il centro della discussione è definire in quale
tribunale americano Hamdan può affrontare un'imputazione militare di
cospirazione come parte della rete terrorista di Al-Qaeda.
La difesa sostiene inoltre che gli Stati Uniti violano i trattati
internazionali negando a Hamdan lo status di prigioniero di guerra sotto la
Convenzione di Ginevra.
Gli esperti legali indicano che questo caso ha anche implicazioni per i quasi
500 “combattenti nemici” e per quelli che hanno la possibilità di ricorrere a
tribunali civili per intervenire a loro favore.