GUANTANAMO

Due yemeniti prigionieri nell’illegale base USA stanno agonizzando

 

Washington 1 febbraio 2006

 

Due prigionieri in sciopero della fame nell’illegale base militare statunitense di Guantánamo stanno agonizzando nonostante i tentativi dei carcerieri di alimentarli a forza, hanno informato i rappresentanti legali dei detenuti.

 

Secondo un comunicato del gruppo Reprieve, difensore dei diritti dei detenuti, gli yemeniti Abu Bakah al-Shamrani e Abu Anas sono estremamente deboli.

 

“Al-Shamrani pesa soltanto 32 Kg.”, hanno assicurato gli avvocati.

 

Il collettivo di avvocati ha precisato che il cosiddetto Accampamento Echo, composto da celle di isolamento, è diventato “un’istituzione per l’alimentazione forzata”.

 

Hanno denunciato che il deterioramento delle condizioni dei prigionieri è tale che il vialetto coperto di ghiaia che dà accesso all’attrezzatura è stato cementato per poter trasferire gli estenuati prigionieri su sedie a rotelle.

 

Il quotidiano britannico The Times, nella sua edizione digitale, ha sottolineato la tragedia di Shaker Aamer, la cui moglie la settimana scorsa si è recata alla Camera dei Comuni per chiedere ai parlamentari di intervenire a favore del prigioniero.

 

Aamer, residente in Gran Bretagna, si è dichiarato in sciopero della fame il 2 novembre scorso esigendo un processo giusto o la sua liberazione.

 

“Il Governo (di Londra) si rifiuta di aiutarmi. A che serve che mia moglie sia britannica? Considero responsabili della mia morte i governi britannico e statunitense”, sono state alcune delle frasi che il prigioniero ha detto all’avvocato Clive Stafford, direttore giuridico di Reprieve.

 

Durante una visita alla prigione, Stafford ha osservato il recluso estrarre, con evidente dolore, la sonda che gli avevano forzatamente introdotto per il naso.

 

“Il tubo”, ha precisato l’avvocato, “era lungo 110 centimetri e macchiato di sangue”.

 

Nel dicembre scorso un portavoce militare ha riconosciuto che il numero di prigionieri partecipanti alla protesta era di 84.

 

Secondo il tenente colonnello Jeremy Martin, l’Esercito considera un prigioniero in sciopero della fame sin da quando smette di consumare nove pasti consecutivi, criterio contrario al quello delle organizzazioni umanitarie.

 

Gruppi difensori dei diritti umani assicurano che il numero di prigionieri in inanizione è molto superiore a quello ammesso dal comando militare.

Nella base di Guantánamo, territorio cubano occupato da Washington contro la volontà delle autorità dell’Isola, sono detenute tra 550 e 750 persone, arrestate dopo l’inizio dell’invasione USA in Afghanistan del 2001.

 

I detenuti vengono bollati come “combattenti nemici”, termine utilizzato dal Governo del presidente George W. Bush per mantenerli al margine di ogni assistenza legale.

 

La grande maggioranza di loro langue in prigione da più di tre anni, senza essere stata accusata ufficialmente nè aver potuto ricorrere ad avvocati.

L’8 agosto scorso 76 detenuti hanno cominciato il primo sciopero della fame in questa base, in segno di protesta per la prigionia a tempo indefinito alla quale sono sottoposti.