GUANTANAMO

 

l'inferno

 

| Mercoledì 11 Gennaio 2006 - 14:19 | Cristiano Tinazzi |
 

 

Nel quarto anniversario dell’inizio del trasferimento di ‘sospetti terroristi’ nella base americana di Guantanamo Bay a Cuba, Amnesty International ha reso pubbliche nuove testimonianze di tortura e di violenza contro i prigionieri. Tra le testimonianze di coloro attualmente ancora detenuti presso la base, vi è quella di Jumah al-Dossari, un 32enne del Bahrain catturato in Afghanistan e trasferito a Guantanamo nel gennaio del 2002. Il suo racconto - nel quale parla di tortura fisica e psicologica e di violenza nei confronti suoi e di altri detenuti, è stato confermato dalle testimonianze di altri ex prigionieri ora in libertà. “Nella mia detenzione ho patito privazioni, umiliazioni, oppressione e stress psicologico. Per un certo periodo potevo parlare solo con le tre persone incaricate di torturarmi. Sono diventato come un castello di carta che cade in continuazione. Da qualunque lato cerchi di ricostruirlo, lui cade lo stesso”, racconta al-Dossari. Amnesty ha inoltre rivelato ulteriori dettagli sul caso del giornalista di Al-Jazira Sami al Hajjm, trasferito a Guantanamo nel giugno del 2002 dopo essere stato prigioniero a Bagram e a Kandahar, e sul caso di Abdulsalam al-Hela, un imprenditore yemenita, detenuto in un centro di prigionia segreto prima di essere trasferito a Guantanamo. Nel campo da diverso tempo però, i prigionieri stanno attuandi uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione alle quali sono sottoposti nel carcere americano. I detentuti, secondo quanto ha denunciato il periodico britannico ‘The Observer’, il quale è venuto in possesso di un documento dell’esercito americano, i prigionieri sarebbero alimentati con la forza tramite delle sonde rinogastriche. Si tratta di una pratica illegale, ha fatto notare il giornale, peraltro pericolosa per la salute dei prigionieri (con questo metodo possono generarsi delle emorragie). Nel rapporto finito nelle mani del ‘The Observer’ si legge che circa dieci ‘ospiti’ del centro sono stati legati al letto durante il trattamento e che uno di loro è svenuto per il dolore. “Una istituzione come Guantanamo non può e non deve esistere alla lunga”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Angela Merkel, riferendo che chiederà direttamente a Bush, in occasione della sua prima visita negli Stati Uniti, di prendere delle decisioni in merito. Ma, nonostante da più parti si chieda la chiusura del vergognoso campo di detenzione americano, il governo statunitense fa orecchie da mercante. Attualmente gli Stati Uniti tengono prigionieri a Guantanamo circa 500 presunti terroristi. Molti di loro sono nel centro di detenzione da anni, senza incriminazione e senza assistenza legale. Washington li considera ‘combattenti nemici’ e non riserva loro neppure lo status e i diritti dei prigionieri di guerra. Secondo le ultime indiscrezioni della stampa l’amministrazione Bush intende chiudere Guantanamo e trasferire il centro di detenzione in Afghanistan.