2 giugno 2006 GI |
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GUANTANAMO La situazione nel carcere è insostenibile. Sale a 89 il numero di prigionieri in sciopero della fame |
L’UE ne chiede la chiusura
Bruxelles, 31 maggio
La ministra degli Affari Esteri dell’Austria, Ursula Plassnik, a nome dell’UE ha chiesto agli USA che venga chiusa al più presto la prigione militare della base occupata a Guantánamo. La Plassnik ha detto al Parlamento Europeo che l’esistenza di una prigione controllata dagli USA a Cuba è considerata una causa di genuina preoccupazione per l’UE. La funzionaria austriaca ha aggiunto che il carcere è un’anomalia, ha informato AP. "Il Governo USA deve adottare misure per chiudere il campo di prigionia al più presto possibile", ha detto la Plassnik il cui paese detiene la presidenza di turno dell’UE in questi primi 6 mesi del 2006. La maggior parte dei gruppi politici rappresentati nel Parlamento Europeo ha appoggiato la richiesta della Plassnik. Gli USA mantengono a Guantánamo circa 460 prigionieri sospettati di terrorismo. Finora hanno formulato capi d’accusa soltanto contro 10 di loro. Organizzazioni dei diritti umani, dirigenti governativi e politici esigono che Washington chiuda questo centro di torture ed abusi.
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La permanenza della prigione nella base navale di Guantánamo diventa sempre più insostenibile per gli Stati Uniti. Nelle ultime ore il numero di prigionieri in sciopero della fame è aumentato e stanno aumentando anche le pressioni internazionali per chiudere la prigione.
Altri 14 detenuti si sono uniti allo sciopero della fame di massa che stanno conducendo i prigionieri nella base navale USA di Guantánamo, nella parte orientale di Cuba, che ha portato a 89 il numero complessivo degli scioperanti, ha reso noto ANSA.
I prigionieri, non processati e sospettati di terrorismo o di appartenere ai talebani afgani, stanno protestando contro la loro detenzione a tempo indefinito.
Sei prigionieri vengono alimentati a forza, ha detto il comandante della Marina, Robert Durand.
Nei giorni precedenti, intervistato da un canale televisivo australiano, Durand ha detto che la politica ufficiale è “impedire che qualcuno muoia sotto la custodia degli Stati Uniti”.
Tre dei detenuti sono in sciopero della fame dall’agosto scorso.
A settembre gli scioperanti erano 131, ma il numero è diminuito negli ultimi mesi in seguito all’applicazione di un programma d’alimentazione forzata.
Nella base-prigione ci sono attualmente 460 prigionieri.
Il 18 maggio due detenuti hanno tentato di
suicidarsi somministrandosi una dose eccessiva di farmaci. Altri hanno attaccato
le guardie che stavano cercando di soccorrere un altro detenuto che simulava di
togliersi la vita, secondo la versione nordamericana.