Il Parlamento europeo (PE) ha di nuovo chiesto agli USA di chiudere il
Diversi leader religiosi chiedono all'amministrazione la fine delle torture
Washington, 13 giugno (PL)
Diversi leader religiosi nordamericani hanno chiesto al Governo del presidente Bush la cessazione immediata degli atti di tortura contro i prigionieri, perchè queste pratiche violano la dignità umana. In un comunicato firmato tra gli altri dal cardinale Theodore McCarrick e dall’ex presidente Jimmy Carter, viene puntualizzato che proibire queste forme di repressione "adesso e senza eccezioni" è un’esigenza morale. "La crisi per gli abusi e le torture mette in gioco l’anima stessa della nazione", sottolinea il documento, che sta circolando negli USA come parte di una campagna religiosa contro queste azioni antiumane. Il quotidiano The New York Times ha indicato che avvocati e gruppi in difesa dei diritti umani hanno criticato il diritto che si attribuisce il Governo statunitense di qualificare come terroristi le quasi 500 persone rinchiuse in questa base. Soldati nordamericani praticano metodi di tortura psicologica, emotiva e fisica contro detenuti anche in Afghanistan e Iraq. In quest’ultimo paese il caso più noto è quello della prigione di Abu Ghraib. In questi siti i militari USA violano i diritti umani dei prigionieri, detenuti senza accuse, senza difesa legale e a tempo indeterminato, sostiene Amnesty International.
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carcere della base navale di Guantánamo.
Il PE ha sollecitato l’UE a chiedere la chiusura della prigione di Guantánamo al presidente USA George W. Bush, durante il vertice previsto per il 21 di questo mese.
Ha anche chiesto la cessazione delle torture e manifestato la sua preoccupazione per il suicidio di 3 prigionieri avvenuto nell’installazione militare, ubicata nella parte sud-orientale dell’Isola.
L’Europarlamento, nella dichiarazione approvata dalla maggioranza dei suoi deputati, esige che i prigionieri ricevano un trattamento conforme al diritto umanitario e internazionale e che vengano processati da un tribunale competente.
Esige anche che sia posta fine alle pratiche di umiliazione sessuale dei detenuti, all’incatenamento in posizione fetale e al cosiddetto sottomarino, che consiste nel sommergere il prigioniero fino quasi ad annegarlo.
Critica gli interrogatori con l’utilizzo di cani per incutere paura ai detenuti, trattamento qualificato dagli USA come pratica speciale ma considerato tortura.
Ha chiesto a Washington di ottemperare alle richieste del Comitato dell’ONU contro la tortura e di mettere immediatamente fine a questo tipo di pratiche.
L’Europarlamento ha manifestato la sua preoccupazione per il recente suicidio di tre prigionieri, che sono stati trovati impiccati nelle loro celle e la cui morte è stata considerata dagli avvocati come la conseguenza della disperazione per la situazione che patiscono e il limbo in cui si trovano.
Gli avvocati aggiungono a questa situazione gli scioperi della fame attuati da 75 reclusi, in segno di protesta contro l’impossibilità di difendersi di fronte ad un tribunale.
Dal 2002, il Governo statunitense mantiene reclusi nella prigione 500 uomini catturati in Afghanistan, Pakistan e altri paesi, definendoli combattenti nemici per negare loro i diritti riconosciuti ai prigionieri di guerra, stabiliti nella Convenzione di Ginevra.
Il contrammiraglio Harry Harris, capo della Forza Operativa Congiunta addetta a questo carcere, ha chiamato i suicidi atti di guerra.
Non è la prima volta che l’Europarlamento si pronuncia sulla questione. Lo scorso 16 febbraio ha approvato una risoluzione che chiede la chiusura di questo centro di detenzione ed esige che i prigionieri vengano liberati o processati.